80 Haymarket – Tube: Piccadilly Circus
Chissà quante volte ci sono passato accanto e non l’ho degnato di uno sguardo, prima di saperne di più della sua storia. Mi riferisco a questo edificio piuttosto brutto, che si trova all’inizio di Haymarket, all’angolo con Pall Mall.
Fu inaugurato dalla Regina nel 1963, per ospitare la sede della New Zealand High Commission. Ce ne sono tanti di palazzoni così, a Londra, venuti su come funghi a partire dalla metà degli anni ’50 e quindi non mi sorprendo di non averlo mai notato. Un giorno, però, mentre raggiungevo Piccadilly Circus dopo un paio d’ore passate alla National Gallery, mi fermai per allacciare le scarpe e diedi un’occhiata all’edificio che gli sorge accanto. E’ l’unico teatro londinese che può cambiare nome all’improvviso, più precisamente quando un nuovo monarca sale al trono. In questo momento, e mi auguro per tanti anni ancora, si chiama Her Majesty’s Theatre. L’aggettivo cambierà quando la Gran Bretagna avrà nuovamente un Re.
Il teatro ospita principalmente commedie musicali (The Phantom of the Opera è qui ininterrottamente dal 1986!) e lo conoscevo per il dramma che avvenne sul suo palco il 15 aprile 1984: la morte in diretta televisiva del grande comico inglese Tommy Cooper, durante una puntata dello show di ITV1 “Live from Her Majesty’s“.
Quello che quel giorno mi colpì, quando osservai meglio la facciata del teatro allacciandomi le scarpe, fu il forte contrasto con la New Zealand High Commission e il fatto che tra i due edifici non c’è alcuna separazione, sono proprio addossati l’uno all’altro. Ho approfondito ed ecco quello che ho scoperto.
Nel 1899, su progetto dell’architetto Charles J. Phipps, fu inaugurato un enorme complesso che si estendeva per un intero isolato. Un terzo era occupato dal teatro, i restanti due terzi ospitarono un albergo: il Carlton Hotel.
Obiettivo della Law Guarantee and Trust Society, l’impresa costruttrice, fu fin dall’inizio quello di fare concorrenza al prestigioso Savoy Hotel sullo Strand.
Il Carlton, 250 stanze tutte con bagno en suite e dotate di apparecchio telefonico (un vero lusso per l’epoca), era ben attrezzato per fare concorrenza al prestigioso albergo affacciato sul Tamigi.
La fotografia seguente, datata 1914, mostra la facciata completamente ricoperta di slogan (tra gli altri il celebre “Your Country Needs You” coniato da Lord Kitchener) che invitavano i giovani ad arruolarsi per combattere contro la Germania. Nel giro di un mese quasi mezzo milione di inglesi raccolse l’appello e andò al fronte.
Il Carlton godeva già di un’ottima reputazione, soprattutto per merito della scelta di ingaggiare fin da subito due autentici fuoriclasse: César Ritz, l’inventore dell’ospitalità come oggi la intendiamo…
… e l’uomo che portò l’arte culinaria sulle tavole del ristorante del Carlton.
Si chiamava Auguste Escoffier, veniva dalla Francia e aveva rivoluzionato il mondo della cucina.
Nato a Villeneuve-Loubet nel 1846, la sua carriera era stata una successione ininterrotta di successi: dobbiamo a lui l’impostazione dei menù in chiave moderna, ricette mitologiche come la salsa demi-glace e la Pesca Melba (in onore della famosa cantante lirica australiana Nellie Melba), la rivista “L’Art Culinaire” (tutt’ora in vita) e l’invenzione del concetto di brigata in cucina, proveniente dalla sua esperienza militare durante la guerra franco-prussiana.
Escoffier aveva passato sette anni tra i fornelli del Savoy Hotel, in tandem con César Ritz. I due erano stati però licenziati in tronco nel 1897, quando la direzione aveva scoperto ammanchi di un certo valore nei conti dell’albergo. Escoffier, in particolare, aveva messo in piedi un sistema di tangenti con i fornitori della sua cucina, da cui pretendeva un 5% sul valore delle materie prime. Lo scandalo era poi stato abilmente insabbiato.
Ritz ed Escoffier, improvvisamente disoccupati, accettarono la proposta del Carlton e lo portarono in poco tempo al successo. Una forma di vendetta contro il precedente titolare.
Escoffier diresse la cucina dell’hotel per ben 20 anni e, quando Ritz si ritirò, assunse la direzione dell’intera struttura. Grazie al suo nome sinonimo di eccellenza, il Carlton visse anni di vero splendore.
I clienti facevano follie per avere un tavolo, sedere nell’elegante Grill Room e scegliere le pietanze da un menu firmato da un vero Maestro.
Il Carlton brillò fino all’ultimo giorno. Alla fine di Novembre del 1940 i bombardamenti nazisti danneggiarono pesantemente tutta la struttura che da quel giorno chiuse per sempre le camere e restò aperta parzialmente prima di essere requisita dalle autorità. La demolizione arrivò nel 1957 e pochi anni dopo, come ho detto, sorse l’edificio di 17 piani che vediamo oggi.
Allacciata la scarpa sinistra, prima di affrontare la destra, mi accorsi infine di una blue plaque piuttosto insolita.
Ricorda un fatto singolare: proprio nelle cucine del Carlton lavorò per un periodo l’uomo che sarebbe poi diventato Primo Ministro e poi Presidente del Vietnam del Nord: Ho Chi Minh, considerato il padre della patria.
Questa immagine lo ritrae giovane, ai tempi in cui si manteneva facendo il cuoco a Londra. Abitò a West Ealing, poi a Crouch End.
La leggenda vuole che al Carlton aveva iniziato come lavapiatti e che, quando trovava avanzi di carne di una certa consistenza, era solito rimetterli su un piatto pulito e li rispediva in cucina, perché non sopportava gli sprechi.
Quando Escoffier lo vide fare così gli chiese “Perché non butti tutto nella spazzatura, come fanno tutti?”. “Perché questo cibo non dovrebbe essere gettato via, bisognerebbe darlo ai poveri!”.
“Mio giovane amico, ascoltami!” rispose Escoffier “Lascia da parte le tue idee rivoluzionarie e io ti insegnerò l’arte della cucina.”
In poco tempo Ho Chi Minh lasciò il posto di lavapiatti e fu promosso. Escoffier lo prese sotto la sua ala e lo introdusse alla pasticceria. Pare che il giovane fosse molto promettente ma aveva evidentemente altre ambizioni. Lasciò Londra e si trasferì a Parigi, dove cominciò la sua folgorante carriera di rivoluzionario.
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