Un’immersione nel passato

4 Lothbury – Tube: Bank


Ogni tanto le pagine di questo blog ospitano i pezzi della mia collezione di oggetti scovati negli anni nei mercatini dell’antiquariato che amo frequentare: libri, articoli di giornale, dipinti, stampe, vecchie fotografie… Niente di particolarmente prezioso, per carità, ma si tratta della mia personale, insospettabile wunderkammer.

Questi oggetti, infatti, finiscono sul blog quando riesco a ricavarmi qualche ora per indagare sulla loro storia e scoprire nomi, luoghi e fatti legati ad essi. Ed è una gioia condividere con i lettori il brivido della scoperta.

Il reperto di cui vi parlo oggi (numero di inventario 431/C*) è costituito da due spessi fogli di carta pergamena, datati 1880. Provenienza: il banchetto di Nigel, il fornitore di meraviglie di cui vi ho già parlato in passato.

Si tratta di un “Certificate of acknowledgment of a deed by a married woman”, una prassi introdotta nel 1833 durante il regno di Guglielmo IV, il predecessore della Regina Vittoria.

Ogni donna sposata in procinto di vendere o ipotecare una proprietà insieme al proprio coniuge doveva essere interrogata separatamente da parte di un pubblico ufficiale per certificare la propria maggiore età e di aver compreso il contenuto dell’accordo. Può suonare molto maschilista al lettore del 2022 ma la finalità di questa procedura era quella di evitare che una donna, dopo il matrimonio, perdesse ogni diritto sui propri beni.

Ho già parlato di questo argomento in un post di qualche mese fa: con il matrimonio le terre e le proprietà di una donna passavano automaticamente al marito, che a quel punto poteva ad esempio vendere una casa ereditata dalla consorte alla morte dei genitori. La common law, in realtà, faceva sì che la moglie rientrasse quasi sempre tra le parti dell’accordo ma per una maggiore tutela furono introdotti certificati come quello che possiedo.

Ecco la trascrizione completa:

These are to Certify, that on the fourteenth day of July in the Year One Thousand Eight Hundred and Eighty before us Campbell Marjoribanks Hotson and Thomas Broadbent Cartwright Two of the perpetual Commissioners appointed for the City of London for taking the Acknowledgments of Deeds by Married Women, pursuant to an Act passed in the Third and Fourth Years of the Reign of His late Majesty King William the Fourth, intituled, “An Act for the Abolition of Fines and Recoveries, and for the Substitution of more simple modes of Assurance”, appeared personally Mary Settle Bingley the wife of George Bingley and produced a certain Indenture marked A bearing date the fourteenth day of July in the Year One Thousand Eight Hundred and Eighty and made between the said George Bingley and Mary Settle his wife of the first part, William George Davis Bingley of the second part, Elizabeth Jane Bingley of the third part and Gotthilf Henry Heinke of the fourth part and acknowledged the same to be her Act and Deed. And we do hereby certify that the said Mary Settle Bingley was at the time of acknowledging the said deed of full age and competent understanding, and that she was examined by us apart from her Husband touching her knowledge of the contents of the said deed and that she freely and voluntarily consented to the same.

Allegato al certificato vero e proprio c’è un secondo foglio di pergamena, compilato e firmato dall’Avvocato Edmund Poole, con studio al numero 17 di Ironmonger Lane.

E’ un cosiddetto affidavit, un atto asseverato da un pubblico ufficiale preposto, avente valore di prova in tribunale. In sostanza si tratta di una dichiarazione in cinque punti:

  1. L’identificazione della signora Mary Settle Bingley e dei pubblici ufficiali Campbell Marjoribanks Hotson e Thomas Broadbent Cartwright.
  2. La certificazione che la signora Bingley è maggiorenne e che ha compreso i termini dell’atto di vendita a cui si riferisce il certificato.
  3. La verifica del fatto che il suddetto Campbell Marjoribanks Hotson non è in alcun modo interessato alla transazione o implicato nella stessa.
  4. La conferma che la signora Bingley è intenzionata alla vendita della sua proprietà.
  5. La verifica del luogo in cui questa proprietà si trova: la parrocchia di St. Pancras, nella contea del Middlesex, la contea storica oggi compresa nel territorio della Grande Londra.

Il certificato e l’affidavit furono entrambi compilati e firmati il 14 Luglio del 1880 nell’ufficio di Thomas Broadbent Cartwright, al numero 4 di Lothbury, a due passi dalla Banca d’Inghilterra.

Ma chi erano i personaggi nominati in queste due pergamene? Ho fatto qualche ricerca negli archivi, che si è rivelata fruttuosa…

Niente di particolarmente degno di nota sulla famiglia Bingley. George e Mary erano coetanei, entrambi classe 1833 e pertanto 47enni all’epoca dei fatti. Ecco come figurano nel censimento dell’anno successivo.

Scozzese di Dumfries lui, londinese purosangue lei, vivevano a Ponders End, in South Street. Lui di mestiere faceva il droghiere e avevano due figli di poco più di vent’anni, William George Davis ed Elizabeth Jane, gli stessi che compaiono all’interno del documento.

E’ il quarto nome sul contratto di compravendita, però, che appartiene ad un personaggio interessante: Gotthilf Henry Heinke, di professione “submarine engineer”.

Il nome Gotthilf tradisce le origini tedesche di quest’uomo, all’epoca già sessantenne, che era figlio del fondatore di un’azienda familiare che produceva scafandri e attrezzature per le immersioni subacquee e aveva la sede al 79 di Great Portland Street.

Tra il 1869 e il 1871 erano morti uno dopo l’altro i due fratelli e il padre, lasciando a Gotthilf Henry il compito impegnativo di portare avanti l’insegna della “C. E. Heinke & Co.”.

Lo fece per qualche anno, prima di ritirarsi per motivi di salute nel 1884 e di cedere le quote della società al cognato.

L’azienda continuò ad operare fino al 1961, anno in cui fu acquisita dal suo concorrente più agguerrito, Siebe Gorman.

Gotthilf Henry Heinke morì nella sua casa al 79 di Great Portland Street il 14 Novembre 1899, proprio sopra la fabbrica che un tempo era sua.

Diciassette anni prima, nel 1882, era stato approvato il Married Women’s Property Act che aveva dato alle mogli gli stessi diritti sui propri beni delle donne nubili o vedove. Venne così meno la necessità di sottoscrivere certificati come quello di cui vi ho parlato.

George Bingley morì nel 1889, a 56 anni. Mary lo raggiunse tre anni dopo. Il testamento, pubblicato all’inizio del 1894, rivela che l’eredità di 211 sterline andò tutta al figlio William. Chissà perché la figlia femmina, Elizabeth Jane, che pure visse fino al 1926, non ricevette il becco di un quattrino…


* Ma davvero c’avete creduto, alla storia dell’inventario? 🙂


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