Una meravigliosa favola moderna

84 Charing Cross Road – Tube: Leicester Square

Questa storia cominciò dall’altra parte dell’oceano, nell’autunno del 1949.

Helene Hanff era un’aspirante commediografa che aveva da poco passato la trentina e viveva a New York, in un piccolo e sgangherato appartamento sulla 95esima Strada. Nata a Philadelphia nel 1916 e cresciuta nei difficili anni della Grande Depressione, la giovane Helene non si era potuta permettere l’educazione universitaria che avrebbe desiderato e aveva dovuto arrangiarsi, prendendo a prestito i libri dalla biblioteca locale. In particolare aveva studiato a fondo la monumentale antologia di poesia The Oxford Book of English Verse, opera di Arthur Quiller-Couch, che aveva fatto nascere in lei un profondo amore per la letteratura inglese.

Era approdata a New York dopo aver vinto un concorso letterario, con l’intenzione di scrivere per il teatro e il sogno di vedere un giorno una sua pièce recitata sul palcoscenico. Purtroppo, dopo dieci anni di tenaci tentativi, il successo non era ancora arrivato e Helene sbarcava il lunario con fatica.

Un giorno, correva l’anno 1949, vide su un numero della Saturday Review of Literature la pubblicità di Marks & Co, libreria antiquaria londinese specializzata in volumi rari e di seconda mano. Il 5 Ottobre prese carta e penna e scrisse queste poche righe:

Gentili signori,

leggo dalla vostra inserzione sul «Saturday Review of Literature» che siete specializzati in libri fuori stampa, l’intestazione «librai antiquari» mi spaventa un poco, perché per me «antico» equivale a dispendioso.

Sono una scrittrice senza soldi che ama i libri d’antiquariato, ma da queste parti è impossibile reperire le opere che desidererei avere se non in edizioni molto costose e rare, o in copie scolastiche, sudicie e scribacchiate, della libreria Barnes & Noble. Allego un elenco delle mie necessità più pressanti. Se aveste qualche copia usata decente di uno qualsiasi dei libri in elenco a non più di $5.00 l’uno, vi prego di considerare questa mia un ordine d’acquisto e di inviarmeli.

Con i più cordiali saluti

Helene Hanff

Infilò la lettera in una busta, la richiuse e scrisse l’indirizzo con cura:

Marks & Co
84, Charing Cross Road
London, W.C.2
England

Benjamin Marks e Mark Cohen avevano aperto la libreria negli anni ’20 e in pochi anni il negozio si era costruito una solida reputazione, tanto da annoverare tra i suoi clienti personaggi illustri come Charlie Chaplin, George Bernard ShawAleister Crowley.

Nel 1924 avevano assunto un ragazzo di appena sedici anni, Frank Percy Doel.

Il “giovane Frank”, così lo avrebbero chiamato anche negli anni a venire, quando era ormai un padre di famiglia, fece tutta la gavetta e in poco tempo acquisì una grande competenza, tanto da diventare il responsabile degli acquisti del negozio.

La lettera di Helene Hanff, arrivata insieme al resto della posta, finì quel giorno sulla sua scrivania. Toccò a lui rispondere alle richieste della cliente, firmandosi timidamente con le sole iniziali: FPD. Cominciò così una storia straordinaria, durata quasi vent’anni.

Da una parte dell’oceano una scrittrice squattrinata e anticonformista, amante dei libri, che domandava i testi citati nelle raccolte di critica letteraria del professor Quiller-Couch. Sull’altra sponda il fido impiegato di Marks & Co, quieto e scrupoloso.

Il passare del tempo fece lentamente nascere tra i due un’amicizia profonda.

Il tono delle loro missive divenne più intimo, Doel cominciò a firmarsi Frank, lei a chiamarlo Frankie. Sullo sfondo correvano gli avvenimenti epocali di quegli anni, come l’incoronazione di Elisabetta II. Ma i due trovavano il modo di discutere anche di cose più futili, come le partite dei Brooklyn Dodgers e del Tottenham, e scambiarsi la ricetta dello Yorkshire Pudding.

Presto Helene cominciò a spedire a Londra qualche pacco per Doel ed i colleghi. All’interno c’erano beni che nell’Inghilterra del razionamento postbellico erano quasi introvabili: un enorme prosciutto, uova autentiche (non quelle in polvere a cui gli inglesi erano ormai abituati), calze di nylon…

Un po’ alla volta Frank Doel, la moglie Nora e le figlie Sheila e Mary arrivarono a considerare Miss Hanff una persona di famiglia, nonostante non l’avessero ancora conosciuta di persona.

La scrittrice, sempre al verde, nel frattempo metteva da parte il denaro per potersi pagare il viaggio aereo per Londra, per visitare finalmente di persona i luoghi descritti nei libri che amava da sempre.

Nel 1956 si  guadagnava da vivere scrivendo sceneggiature per la televisione e in una lettera del 4 Gennaio comunicava a Doel che stava per farcela:

“Sto continuamente schiaffando soldi nella cassa di risparmio per la prossima estate, se la tv continua a rifornirmi fino ad allora, riuscirò finalmente a venire lì, voglio vedere la libreria e St. Paul e il Parlamento e la Torre di Londra e il Covent Garden e l’Old Vic e la Vecchia signora Boulton.”

Pochi mesi dopo, però, ricevette lo sfratto e, obbligata a trasferirsi, decise di spendere i risparmi per ammobiliare il nuovo appartamento, ovviamente con grandi scaffali per accogliere tutti i suoi amati libri. Il viaggio in Inghilterra era rimandato a tempi migliori:

“Ora sto correndo qua e là, comprando mobili e scaffali per i libri e tappeti che vanno da parete a parete con i soldi per il viaggio in Inghilterra, d’altro canto sono stata tutta la vita rintanata in decrepite camere ammobiliate, con cucine piene di scarafaggi e ora voglio vivere come una signora anche se questo significa rimandare l’Inghilterra fino a che non avrò pagato tutto.”

Anno dopo anno, rinvio dopo rinvio, arrivò il 1968. Il 22 Dicembre, all’età di 60 anni, Frank Doel morì improvvisamente per una peritonite. Lui e Helene non fecero dunque a tempo ad incontrarsi.

Nel 1970 la scrittrice pubblicò il loro scambio di lettere con il titolo di “84 Charing Cross Road”.

Mise piede a Londra per la prima volta nell’estate dell’anno successivo, quando ormai Marks & Co aveva cessato l’attività. Visitò il negozio ormai vuoto e polveroso.

Dal libro è stato tratto un bel film nel 1987, protagonisti Anne Bancroft e Anthony Hopkins.

Oggi il numero 84 di Charing Cross Road ospita, ahimè, un anonimo McDonald’s.

Una piccola targa all’ingresso ricorda che qui un tempo c’era Marks & Co.

Ma dubito che possa notarla chi entra affamato nel locale, voglioso soltanto di addentare un panino e di farsi una scorpacciata di patatine fritte. Dove una volta i commessi della libreria accoglievano con calore i clienti, oggi ci sono due freddi schermi touch-screen su cui scegliere il proprio menu.

Il numero “84” è apparentemente scomparso delle colonne di granito che incorniciano l’ingresso. In realtà, avvicinandosi e guardando in alto, si nota un leggero alone dove un tempo c’erano le cifre.

Frequentare librerie antiquarie dà piacere e crea dipendenza, quest’estate ho avuto la prova di quanto dico. Ero all’interno di una piccola bottega zeppa di libri, nel remoto paesino scozzese di Campbeltown. Su uno degli scaffali era appesa questa illuminante citazione:

“Lignin, the stuff that prevents all trees from adopting the weeping habit, is a polymer made up of units that are closely related to vanillin. When made into paper and stored for years, it breaks down and smells good. Which is how divine providence has arranged for secondhand bookstores to smell like good quality vanilla absolute, subliminally stoking a hunger for knowledge in all of us.”

Altro che profumo di vaniglia! Chi fa visita oggi al numero 84 di Charing Cross Road è probabile che esca con i vestiti irrimediabilmente impregnati di fritto…

 

Da oggi 84 Charing Cross Road è anche il nome della pagina di The LondoNerD dedicata ai libri, recensiti in poche righe. Qui troverete anche i volumi protagonisti di una nuova rubrica, che partirà la prossima settimana, in cui una volta al mese troverete i miei consigli per delle sane letture londinesi…

 

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