Un antidoto alla Brexit


Nell’attesa di sapere se il prossimo 29 Marzo sarà davvero l’ultimo giorno della Gran Bretagna nell’Unione Europea, quel che è certo è che quella stessa mattina un volo della British Airways proveniente da Venezia mi scaricherà per l’ennesima volta a Londra.

La novità è che ho deciso di svelare (ma non troppo) alcune delle tappe che ho inserito nelle 48 ore in cui sarò in città, fino alla partenza da Heathrow la sera di domenica 31.

14 tappe. Eccole qui, nel caso in cui qualcuno di voi volesse unirsi per qualche ora al mio vagabondare. E’ sufficiente una Oyster ben carica, per correre da una parte all’altra di Londra in cerca della Meraviglia.

E’ l’unico antidoto che conosco per combattere la Brexit e il logorìo della vita moderna…

In ordine sparso:

  • Entrerò in uno storico pub di Soho, fotografato nel 1955 da Willy Ronis.

Si narra che nella cantina il proprietario, grande appassionato di boxe, fece installare un ring su cui potesse esibirsi soltanto per lui il campione francese Georges Carpentier.

  • Visiterò un palazzo dagli interni straordinari, in riva al Tamigi.

E’ aperto a noi poveri mortali soltanto nei periodi in cui ospita una mostra. Attualmente ne è in corso una, dedicata ad un eclettico personaggio dell’epoca vittoriana.

  • Pranzerò nel primo pub londinese 100% vegano.

L’edificio ha ospitato un pub da più di due secoli ma i tempi cambiano e anche la cucina si adegua!

  • Visiterò un gioiello del National Trust: la casa di un uomo che fu filosofo, scrittore, storico, matematico, insegnante…

Era nato in Scozia e in Scozia volle farsi seppellire. Sul punto di morte esclamò: “So, this is death. Well!”

  • Attraverserò quello che considero il ponte più bello di Londra.

L’avete già riconosciuto, lo so, ma io ci ritorno per una storia legata al mondo del rock…

  • Scatterò fotografie in un parco che fa parte della storia del cinema.

E mi sdraierò sull’erba in un punto ben preciso, per una meritata pennichella.

  • Poi di nuovo in marcia, verso una galleria d’arte sulle rive del Tamigi.

Custodisce le opere di un pittore inglese che lavorò a lungo a Trieste. Se tutto va bene, parlerò di lui in ottobre a Boulogne-sur-Mer

  • Ammirerò da vicino i due gatti neri all’ingresso di un edificio immenso, che un tempo era una fabbrica.

Quando chiuse, nel 1959, i due gatti di bronzo furono separati: uno fece un viaggio breve e si fermò nell’Essex, l’altro attraversò l’Atlantico e finì in Giamaica.

  • Farò il planespotter vicino alla pista di atterraggio di uno degli aeroporti di Londra.

Qui gli aerei sfiorano letteralmente i tetti delle case!

  • Mi concederò un drink in un locale incredibile che ho scoperto per caso l’anno scorso.

Un tempo era una chiesa battista, oggi è un luogo che lascia a bocca aperta.

  • Confermerò la leggenda beatlesiana che sostiene che “Paul is dead”.

Paul is dead, eccome. Ma le cose non stanno così come state pensando…

  • Renderò omaggio ad un altro personaggio illustre, un irlandese morto a Parigi nel 1900.

Fino al 31 marzo Londra ospita un vero e proprio tempio dedicato al suo culto.

  • Cercherò di arrampicarmi sulla cima di un faro, per ammirare la città dall’alto.

Piccolo dettaglio: ci sono almeno 40 miglia tra Londra e il mare. A cosa servirà mai un faro?

  • Ultima tappa (sarà davvero l’ultima?) in un tranquillo parco sulle rive del Tamigi.

Qui troverò una fontana adornata da tante statue femminili, scolpite nel marmo di Carrara. Durante l’ultima guerra furono dipinte di grigio perchè il loro candore nelle notti di luna piena le rendeva un perfetto bersaglio per i piloti della Luftwaffe.


Chi volesse unirsi a me per qualcuna di queste tappe può scrivermi o mandarmi un messaggio attraverso la pagina Facebook di The LondoNerD.



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