The LondoNerD Presents: “Haddon Hall – Quando David inventò Bowie”

“Era la fine dei gloriosi anni Sessanta.

Quel giorno, come tanti altri, il cielo di Londra era triste come una tisana fredda.

La sua pioggia sgarbata picchiettava sulle mie finestre con monotonia.

Io aspettavo che dei nuovi inquilini mi volessero abitare.”

Nel 1971 i capelli di David Bowie sono ancora lunghi, molto lunghi…

La settimana scorsa avete letto su queste pagine una vicenda ambientata un anno dopo, nel gennaio 1972: la storia della copertina dell’album in cui appare per la prima volta l’alter ego di Bowie, Ziggy Stardust.

Ecco, forse un modo efficace per capire fino in fondo questa trasformazione, la creazione dal nulla di un personaggio così rivoluzionario, è sufficiente confrontare la fotografia precedente con questa…

Se però volete saperne di più (e volete farlo con stile) vi consiglio un libro strepitoso che ho letto recentemente: “Haddon Hall – Quando David inventò Bowie”.

L’autore è Néjib, talentuoso fumettista franco-tunisino classe 1976.

Il libro racconta il periodo a cavallo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 in cui David Bowie è l’inquilino di Haddon Hall. Lo fa dalla prospettiva della casa stessa, che narra in prima persona gli avvenimenti di cui è silenziosa testimone, le decine di persone che passano di lì e si fermano più o meno a lungo.

Infatti, se inizialmente la villa vittoriana nel sobborgo di Beckenham è affittata dal cantante e da sua moglie Angie, moltissimi personaggi a poco a poco cominciano a popolare le sue grandi stanze: Syd Barrett, Tony Visconti, Mick Ronson, …

Ad un certo punto David accoglie in casa il fratellastro Terry, più grande di lui, ricoverato in un ospedale psichiatrico perché affetto da schizofrenia paranoide. Terry, più vecchio di una decina d’anni, ha il merito di aver influenzato in passato il piccolo David con il suo amore per il jazz e per la letteratura beat. Si toglierà la vita nel 1985, gettandosi sotto un treno.

Quando si trasferisce a Haddon Hall David Bowie è reduce dal grande successo di “Space Oddity” ma è pieno di dubbi e di insicurezze sul suo futuro di artista: è conscio del proprio talento ma allo stesso tempo si ritiene incapace di incanalarlo nella giusta direzione. Soffre dunque il confronto a distanza con l’amico Marc Bolan e invidia l’energia iconoclastica di Iggy Pop e dei suoi Stooges.

Haddon Hall diventa la sala prove di Bowie e dei suoi musicisti, ospita i tormenti dell’artista, le sue notti insonni, le ore passate al pianoforte in cerca dell’idea che porterà la svolta tanto attesa.

Nulla sfugge allo sguardo della casa. Haddon Hall osserva e registra tutto. Ama i suoi giovani inquilini, lo si capisce benissimo.

E applaude quando, alla fine della storia, Ziggy Stardust appare trionfante in giardino!

Haddon Hall non esiste più da tempo. Fu demolita e al suo posto, al numero 42 di Southend Road, troverete oggi un grande e anonimo complesso residenziale. Sigh!

Néjib – “Haddon Hall – Quando David inventò Bowie” – 2012


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