Savoy Court – Tube: Charing Cross
Siamo già stati da queste parti lo scorso anno, quando vi ho fatto scendere una piccola rampa di scale che dallo Strand porta in un vicolo, Carting Lane, dove resiste “Iron Lily”, ultimo esemplare di Webb Patent Sewer Gas Lamp. Come avete letto, questo lampione illumina la strada anche grazie ai gas mefitici e insalubri provenienti dalle fognature. Anche da quelle del celebre Savoy Hotel, che sorge proprio lì accanto.
E allora tappiamoci il naso e facciamo il percorso al contrario! Risaliamo le condutture che portano all’albergo a cinque stelle, sbuchiamo in una delle lussuose stanze da bagno, diamoci una ripulita e scendiamo nella hall. Giunti qui, chiediamo al portiere di chiamarci un taxi…
Resteremo molto stupiti quando lo vedremo arrivare, dato che imboccherà Savoy Court dal lato sbagliato!
Anziché sulla sinistra, come accade in tutte le strade della Gran Bretagna, il tassista entrerà sul lato destro della strada.
C’è un motivo ben preciso per questa bizzarria londinese. Prima di tutto bisogna sapere che Savoy Court, l’accesso principale all’hotel, è una strada privata, pertanto guidare sulla destra non contravviene il codice della strada britannico (fu varato a questo scopo un apposito atto del Parlamento).
Inoltre c’è una tradizione che risale ai tempi in cui le automobili non esistevano e ci si spostava in carrozza. Al tempo era usanza comune che le donne prendessero posto dietro il cocchiere, che sedeva sulla destra. Pertanto, arrivando all’entrata dell’hotel sul lato destro, era semplice per il cocchiere stesso o per il portiere aprire la portiera per far scendere la signora, evitando di girare intorno alla carrozza. La stessa signora poteva smontare ed entrare rapidamente nella hall dell’hotel.
Dato che vi ho parlato del Savoy, mi viene in mente un aneddoto che credo vi piacerà…
Come si sa, per chi è superstizioso trovarsi a tavola in 13 è una vera disgrazia.
Nel 1898, il ricco commerciante di diamanti sudafricano Woolf Joel organizzò una cena per 14 commensali al Savoy. All’ultimo momento uno degli invitati diede forfait e il numero si ridusse a 13. Uno dei presenti, notato ciò, predisse che la morte avrebbe sorpreso il primo degli invitati che avesse lasciato la cena. Woolf Joel si fece una gran risata, bollò la cosa come una scemenza e se ne andò per primo. Qualche settimana dopo fu ucciso a colpi di fucile a Johannesburg.
Da allora, per quasi 30 anni, quando si formavano tavoli da 13 persone, l’hotel prese l’abitudine di far sedere a tavola un membro del suo staff per riportare il numero dei commensali a 14! Ma la cosa non piaceva molto ai clienti, che si sentivano un po’ a disagio…
Poi, nel 1927, l’architetto Basil Ionides creò la scultura di un gatto in stile art deco.
Fu battezzato Kaspar e assunse il compito di aggiungersi silenzioso ai tavoli composti da 13 persone.
Ancor oggi interviene per evitare possibili disgrazie: viene fatto accomodare, gli viene legato un tovagliolo intorno al collo e viene servito e riverito come tutti gli altri ospiti.
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