“Found Drowned”: la tragica morte di Mary Parkin

114 Meadowbank Gardens – Tube: Hounslow West


Nel tardo pomeriggio del 28 Febbraio 1941, il giovane Wilfred Parkin tornò a casa dal lavoro. Ad attenderlo avrebbe trovato Mary, sua moglie da appena dodici giorni.

23 anni lui e appena 19 lei, vivevano in affitto al piano superiore di una modesta ma dignitosa maisonette al numero 114 di Meadowbank Gardens, nel sobborgo di Cranford. Mary non lavorava, Wilfred era un meccanico addetto alla riparazione di aerei civili nel vicino aeroporto di Heathrow.

Il giovane marito aveva salutato Mary alle 7,10 del mattino. Senza saperlo l’aveva fatto per l’ultima volta, perché al suo rientro quella sera trovò ad attenderlo una notizia devastante. Mary era morta per un tragico incidente.

Il loro appartamento era di proprietà del vicino, Wilfred Raymnod Brown, che abitava al piano terra. Quella mattina anche lui uscì per recarsi al lavoro, venti minuti dopo il suo inquilino.

Il signor Brown rientrò alle 18,10 e si accorse subito di un rumore di acqua corrente che proveniva incessante dal piano superiore. Salì, bussò più volte, poi si decise ad entrare in casa e trovò la porta del bagno chiusa dall’interno. Provò ad aprirla ma nessuna chiave era adatta. Scese quindi di corsa dalla vicina, la signora Bonnet, che gli disse che il rumore dell’acqua andava avanti dal primo pomeriggio e gli fornì una chiave.

Tornarono insieme nell’appartamento della giovane coppia e riuscirono ad aprire la porta del bagno. Mary giaceva sul lato destro, immersa completamente nella vasca piena d’acqua ad eccezione della guancia sinistra, l’unica parte del corpo che affiorava.

Il rubinetto era parzialmente aperto e l’acqua nella vasca era ormai fredda.

Si avvertiva un debole odore di gas, nonostante la finestra della stanza fosse leggermente aperta. Accanto alla vasca c’era uno scaldabagno, con la valvola del gas parzialmente aperta.

Era uno scaldabagno piuttosto diffuso nelle case inglesi dell’epoca, in cui il gas passava da un contatore azionato con l’inserimento in una fessura di uno scellino. Niente bolletta, si pagava a consumo.

Accanto alla vasca c’era un libro, aperto a pagina 116, un giallo del prolifico scrittore Eden Phillpotts. Il particolare che sconcertò il padrone di casa e la signora Bonnet fu il titolo del romanzo: “Found Drowned”.

La coincidenza era incredibile: trovare un cadavere immerso in una vasca da bagno, il corpo di una giovane donna che aveva vissuto gli ultimi momenti di vita leggendo un romanzo che parlava di qualcuno “trovato annegato”!

Chiamarono un medico, che non potè far altro che constatare la morte della ragazza.

Fu l’inchiesta del coroner nei giorni seguenti a fare un po’ di chiarezza. Il medico legale svelò che l’autopsia aveva trovato un livello molto alto di monossido di carbonio nel sangue della povera Mary.

La causa della disgrazia era stata lo scaldabagno, attentamente esaminato da un perito: consumava una quantità di gas doppia rispetto alla norma e lo bruciava in maniera anomala. La ragazza era dunque morta per avvelenamento da monossido di carbonio e non per annegamento. Era scivolata nella vasca da bagno dopo aver posato il romanzo e dopo essere svenuta.

Ci fu uno scaricabarile tra il proprietario di casa, il signor Brown, che sostenne che lo scaldabagno era stato installato dal costruttore, e la compagnia del gas, che affermò di non essere proprietaria dell’apparecchio né responsabile della sua manutenzione.

Si giunse infine ad un verdetto di morte accidentale.

Ho scovato questa storia qualche anno fa, nella maniera più casuale, mentre cercavo materiale per un altro post.

Il titolo del trafiletto del Daily Express mi colpì subito e cercai altri dettagli, quelli che ho riassunto nella storia che avete appena letto.

L’ultimo passaggio era quello di andare in cerca della casa in cui avvennero i fatti, per onorare in qualche modo la povera Mary Parkin.

L’ho fatto l’anno scorso, in primavera. Il numero 114 di Meadowbank Gardens è ancora lì, probabilmente molto simile a come si presentava nel 1941 ad eccezione della quantità di automobili parcheggiate davanti all’ingresso. La casa accanto, sulla destra, è quella in cui viveva la signora Bonnet.

La mia è stata una visita in sordina, chi abita oggi a quell’indirizzo ignora evidentemente i tragici avvenimenti di quasi settant’anni fa ed è bene che sia così.

Chissà se il povero Wilfred Parkin, rimasto vedovo a 23 anni dopo appena dodici giorni di matrimonio, continuò a vivere in questa casa. Immagino di no ma chi può saperlo? Probabilmente fuggì lontano da qui, per dimenticare quel terribile giorno.


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