Tiddles, il gatto obeso di Paddington Station

Praed Street – Tube: Paddington


L’impressionante tetto della stazione di Paddington, sorretto da tre file di eleganti pilastri in ferro, è lungo più di duecento metri. Qui, fin dal 1838, arrivano e partono i treni per l’ovest e il sud-ovest dell’Inghilterra e quelli che collegano Londra con il Galles. L’edificio attuale, con l’eccezione di qualche aggiunta più recente, è sostanzialmente quello progettato dal geniale ingegnere vittoriano Isambard Kingdom Brunel nel 1854, con la collaborazione dell’architetto Matthew Digby Wyatt.

L’edificio è il soggetto di uno dei quadri più famosi di William Powell Frith, “The Railway Station”, dipinto nel 1862…

… ed è da qui che parte il treno delle 4,50 protagonista dell’omonimo romanzo di Agatha Christie. Il film con Margaret Rutherford che fu tratto dal libro, “Murder, She Said”, inizia con una panoramica sulla stazione e in particolare con un’inquadratura sul binario numero 1… il binario dov’è ambientata la storia di oggi.

In una fredda mattina d’inverno, all’inizio del 1970, la gente camminava a passo svelto sotto le enormi volte in ferro e vetro della stazione. La maggior parte scendeva dai vagoni e si infilava subito in metropolitana: cominciava per tutti una febbrile giornata di lavoro. Un’addetta alle pulizie di mezza età, di nome June Watson, stava lavando il pavimento della sala d’attesa quando si accorse di qualcosa di singolare. Un gattino di poche settimane era mezzo nascosto in un angolo e, evidentemente affamato, miagolava cercando l’attenzione di qualcuno.

La signora Watson non potè far altro che raccoglierlo e sfamarlo. Da quel giorno lei e il gatto, che fu battezzato Tiddles, furono inseparabili.

Ottenuto il permesso dal capostazione, allestì una grande cesta che sistemò sotto il suo tavolo all’ingresso del bagno delle donne, all’inizio del binario numero 1. Una sera portò a casa propria Tiddles, pensando che avrebbe gradito di più un ambiente domestico, rispetto al trambusto della stazione. Ma l’esperimento fallì: il gatto aveva nostalgia di Paddington.

Nelle prime settimane June Watson poggiò sul tavolo un biglietto in cui chiedeva alle frequentatrici della toilette qualche spicciolo per contribuire al sostentamento di Tiddles. Ben presto questa richiesta diventò superflua, perché la fama del gatto della stazione di Paddington cominciò a crescere vertiginosamente. C’erano signore che venivano apposta per vederlo, presentandosi con regali e biglietti di auguri per Natale ma soprattutto gli portavano cibo. Un sacco di cibo!

Ne arrivava talmente tanto che fu necessario acquistare un frigorifero personale per il gatto. E non si trattava di avanzi o di semplici scatolette. Nella ciotola di Tiddles finivano squisiti bocconcini, carne di manzo, lingue di agnello, fegatini di pollo, coniglio… tutto in quantità industriale. Ogni tanto arrivavano anche consegne di cibo per posta!

Il povero gatto, incapace di rifiutare e costretto all’immobilità, cominciò ben presto ad ingrassare.

Nel 1982 vinse il titolo di “London Fat Cat Champion”, con un peso di 30 libbre, ovvero ben 14 chilogrammi!

Finì sui giornali e la sua fama continuò ad aumentare. Più ingrassava e più le signore accorrevano nella toilette di Paddington per vederlo dal vivo, ovviamente portandogli qualche leccornia. Era un circolo vizioso, un gatto (invece che un cane) che si morde la coda…

Nel 1983 il povero Tiddles, ormai “una palla rivestita di pelliccia”, sfondò il muro dei 15 chilogrammi. Un giorno i veterinari riscontrarono un edema polmonare e decisero di sopprimerlo con un’iniezione per evitargli ulteriori sofferenze.

Eccolo, in un quadro di Frances Broomfield, dipinto nel 1993. Alle sue spalle, su una piastrella della parete, il vecchio simbolo delle ferrovie britanniche.

La storia di Tiddles mi ha ricordato quella degli ultimi anni di Elvis Presley: entrambi erano famosi, finivano sulle pagine dei giornali, erano idolatrati dalle ammiratrici, schiavi del cibo e incapaci di seguire una dieta.

Il re del rock morì qualche anno prima del gatto di Paddington, il 16 Agosto 1977. La leggenda vuole che il suo panino preferito negli ultimi anni di vita fosse composto dai seguenti ingredienti: pane tostato, banane, burro d’arachidi e pancetta.

Forse anche il povero Tiddles, di fronte a tanto, avrebbe gettato la spugna.


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