Swiss Court – Tube: Leicester Square
Non è la prima volta che, addentrandomi nelle storie di Londra, mi imbatto in un pezzo di città che sparisce per qualche tempo e poi improvvisamente ritorna. Nello stesso luogo o magari a chilometri di distanza.
Piccoli bassorilievi (il bimbo nel paniere vicino a St Paul’s Cathedral), severe sculture femminili (le statue dell’Imperial Hotel), la porta di ingresso della City ricostruita per ben due volte (il Temple Bar che si trovava in Fleet Street), scritte fantasma (il ghost sign di Oxford Street, oggi nuovamente scomparso)…
Londra è da sempre una città in continua trasformazione, alcuni quartieri cambiano volto con sconcertante rapidità e gli occhi del passante da un giorno all’altro non trovano più edifici, monumenti e punti di riferimento. Allo stesso tempo, però, gli inglesi amano le tradizioni e quindi, quando è possibile, pezzi di città che avevano dovuto lasciare spazio al progresso, a distanza di qualche tempo riaffiorano all’improvviso.
E’ accaduto così qualche anno fa in Swiss Court, il piccolo tratto di strada pedonale che conduce chi proviene da Piccadilly Circus nella sempre affollata Leicester Square. Nel 2011 sono infatti comparsi qui due massicci piloni alti una decina di metri.
Il primo dei due mostra la bandiera della Svizzera e lo stemma dei 26 cantoni che la compongono.
L’altro pilone, invece, è più carico. In cima c’è un orologio di forma cubica, con due quadranti e lo stemma elvetico che già da solo trasmette un’idea di precisione.
Sotto di esso una selva di campane di varie dimensioni (sono ben 27) e un insieme di statuine colorate in legno disposte a cerchio: capre, pastori, mucche, malgari…
Tutto questo è ciò che resta di un edificio che fino a 10 anni fa occupava questa parte della piazza: lo Swiss Centre.
Dove oggi troviamo i quattro piani del mastodontico M&M’s World, nel 1968 fu infatti inaugurato un complesso di negozi, uffici e ristoranti che avrebbero costituito una scintillante vetrina per la Svizzera, per i suoi prodotti e per promuovere il turismo. Al suo interno c’era lo sportello di una banca, un ufficio turistico, vari negozi dove acquistare la rinomata cioccolata, una biglietteria per i voli di Swissair e poi caffè, ristoranti…
Sopra a questo centro commerciale, un po’ più defilato, un blocco di 11 piani che ospitava uffici e appartamenti di pregio.
Pur essendoci passato davanti centinaia di volte, ammetto di non essere mai entrato all’interno dello Swiss Centre ma di essermi spesso soffermato davanti alla facciata per ammirare il suo famoso carillon!
Come me centinaia di altre persone restavano incantate per qualche minuto, ascoltando la melodia delle campane e ammirando il passaggio delle colorate figure di legno sullo sfondo delle Alpi e dei verdi pascoli svizzeri.
Purtroppo il resto dello Swiss Centre non ebbe altrettanto successo e pian piano, anno dopo anno, i negozi elvetici vennero sostituiti da anonimi negozi di souvenirs londinesi. Con l’arrivo del nuovo millennio fu deciso l’abbattimento dell’intero complesso e così, nel 2008, sparirono con esso anche il glockenspiel e le statuine di legno.
Tre anni dopo, magicamente, ricomparvero a pochi metri di distanza.
Le campane e l’orologio furono restaurati minuziosamente e oggi possiamo nuovamente assistere alla passerella delle statue per 5 volte al giorno (8 volte nel weeekend), 2132 volte all’anno.
La musica del carillon è stata composta dagli studenti della Royal Academy of Music e della University of the Arts di Berna. Inoltre è possibile collegare una tastiera e suonare qualsiasi melodia in tempo reale.
Un’ultima curiosità: per evitare che i piccioni o altri volatili possano posarsi sull’orologio, è costantemente attivo un suono ad altissima frequenza (quindi non percepibile dall’uomo) che li tiene alla larga.
Un brevetto svizzero, evidentemente!
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