Matthew Garber, il bambino che non diventò mai adulto

Pond Street – Tube: Belsize Park


Chi di voi non ha mai sognato di fare una passeggiata lungo il viale dei Ciliegi aspettando che si alzi il vento? O di incontrare una tenera vecchina intenta a sfamare i piccioni sulla scalinata della cattedrale di St. Paul? E alzi la mano chi vorrebbe salire sui tetti di Londra al tramonto e ammirare decine di spazzacamini-danzatori…

Se da piccoli avete amato come il sottoscritto la versione di “Mary Poppins” firmata da Walt Disney, sarete un po’ stupiti di scoprire che nemmeno un singolo fotogramma di quel film fu in realtà girato a Londra!

Avvenne tutto tra il mese di marzo e quello di settembre del 1963 a Burbank, nell’assolata California, all’interno degli studios della Disney. Terminate le riprese ci vollero altri 11 mesi di post-produzione, il film uscì l’anno successivo e guadagnò ben 13 nominations agli Oscar, vincendo infine 5 statuette.

Un prodotto americano a tutti gli effetti, dunque, ma non completamente. Alcuni dei protagonisti provenivano dalla Vecchia Inghilterra, a partire da Julie Andrews, che interpretò la governante che arriva dal cielo in soccorso di una famiglia disfunzionale.

Dick Van Dyke, invece, è ricordato per uno dei peggiori accenti mai ascoltati al cinema. Originario di West Plains (Missouri), per vestire i panni dello spazzacamino Bert prese lezioni di cockney ma il risultato non fu a quanto pare eccellente…

La parte di Michael, il piccolo di casa Banks, fu invece affidata ad un londinese purosangue, un attore che aveva appena compiuto 7 anni: si chiamava Matthew Adam Garber.

Era nato nel sobborgo di Stepney il 25 marzo del 1956 da genitori che avevano entrambi calcato il palcoscenico in gioventù. Talento naturale (qualcuno lo definì il più giovane method actor), fu segnalato a Disney da un amico della famiglia Garber, l’attore shakespeariano Roy Dotrice, il padre di Karen, che in “Mary Poppins” avrebbe interpretato il ruolo di Jane, la sorellina di Michael. I due recitarono in coppia per la prima volta in “The Three Lives of Thomasina”.

Fresco, disinibito davanti alla cinepresa e contagiosamente simpatico, il piccolo Matthew conquistò tutti durante il primo provino con il suo modo di strizzare gli occhi, di arricciare il naso e di pettinarsi i capelli all’indietro con la mano.

Un giorno, durante le riprese di Mary Poppins, interruppe una scena dicendo: “Scusate, penso che uno dei miei incisivi si stia staccando”. Soffocando una risata il regista gli rispose: “Bene, vai avanti e tiralo via!”. E lui fece così, mentre la cinepresa continuava a riprendere.

Quando fu il momento di girare la scena del tè a casa di zio Albert, Matthew confessò con grande imbarazzo che soffriva di vertigini. Per convincerlo gli furono promessi 10 centesimi per ogni ciak.

Dopo il trionfo di “Mary Poppins” e dopo un terzo film della Disney, “The Gnome-Mobile”, sempre in coppia con Karen Dotrice, il piccolo Matthew ritornò in Inghilterra e scomparve dalle cronache.

Ormai lontano dai riflettori, non fece notizia la sua tragica scomparsa all’età di soli 21 anni. La causa della morte fu una pancreatite necrotico-emorragica, conseguenza di un’epatite contratta l’anno precedente mentre si trovava in vacanza in India.

Il padre fece appena in tempo a riportarlo in Inghilterra per farlo ricoverare al Royal Free Hospital.

L’ospedale, all’epoca, si era appena trasferito nel nuovo moderno edificio a 12 piani nel quartiere di Hampstead.

Fondato nel 1828, fino a metà degli anni ’70 ebbe la sua sede in Gray’s Inn Road, Bloomsbury.

Nel moderno edificio di Hampstead, all’estremità destra della facciata, possiamo vedere l’insegna in ferro che stava all’ingresso del vecchio ospedale.

Le cure furono purtroppo vane, Matthew Garber morì il 13 giugno del 1977. Nel 2004, l’anno in cui gli fu tributato il titolo postumo di Disney Legend, il fratello Fergus smentì le voci che parlavano dell’epatite come conseguenza dell’uso di droghe. A quanto pare Matthew si ammalò dopo aver inavvertitamente consumato della carne avariata.

Il suo corpo fu cremato al St. Marylebone Crematorium e le ceneri sparse nel prato del cimitero di East Finchley.

Karen Dotrice lo ricorda così: “Amava essere disobbediente, arrampicarsi e poi saltare dagli edifici nel backlot. Mentre io ero una perfetta vittoriana e non accettavo di sporcarmi e inzaccherarmi, lui aveva una gran voglia di divertirsi e di correre pericoli”.


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