Polvere siamo e in polvere ritorneremo

99 Myddleton Road – Bounds Green


Ciò che adoro maggiormente è raccontare le storie più bizzarre e sconosciute che mi capitano sotto mano. E Londra è una fonte inestinguibile, a quanto pare. Sentite questa, ad esempio…

Nel 1999 Brian Moore era un commerciante di 64 anni. Pochi capelli, occhiali e una discreta voglia di andare in pensione. Eccolo, in una foto di Richard Ainsworth.

Da sempre residente a Bowes Park, un tranquillo sobborgo a nord di Londra, portava avanti la bottega di famiglia dal 1969, anno in cui il padre era passato a miglior vita.

George Moore, così si chiamava il genitore, aveva aperto un negozio di abbigliamento maschile nel 1942, in piena guerra, dopo aver lavorato per alcuni anni come sarto per la famosa firma Austin Reed, che all’epoca vestiva tra gli altri Winston Churchill.

George Moore aveva tagliato e cucito nel grande flagship store di Regent Street ma anche a bordo della Queen Mary e della Queen Elizabeth, due transatlantici in cui Austin Reed aveva aperto una succursale.

Nel 1942 scelse di mettersi in proprio e aprì bottega al numero 99 di Myddleton Road, un’elegante strada di epoca edoardiana, costellata di piccoli esercizi commerciali.

Sopra il negozio c’era il suo piccolo appartamento, dove viveva con la famiglia.

Come detto, morì nel 1969 e l’attività fu ereditata dalla vedova e dal figlio Brian. Quest’ultimo, per trent’anni, continuò a vestire gli uomini del quartiere.

Alla fine degli anni ’90, però, un po’ per l’avanzare degli anni e un po’ perché gli affari non erano più quelli di un tempo, Brian Moore decise di chiudere. Ma lo fece in un modo inconsueto.

Anziché vendere il locale o affittarlo, semplicemente lo lasciò così com’era.

Una sera, come faceva alla fine di ogni giornata, chiuse la porta principale a chiave e salì al piano superiore per prepararsi la cena. Da quel momento non mise più piede nel negozio.

Il motivo non è chiaro (una provocazione nei confronti del fisco? una forma di sentimentalismo? l’incapacità di smantellare la creatura del padre?) ma con il passare degli anni il numero 99 di Myddleton Road divenne un’attrazione. Quando ne ho sentito parlare l’ho subito associata alla storia del Dirty Dicks, il pub di Bishopsgate sul quale Ivan Cenzi di Bizzarro Bazar scrisse un memorabile post per il mio blog qualche anno fa.

Il processo di deterioramento delle vetrine di mister Moore fu una vera meraviglia.

La polvere cominciò presto ad accumularsi su camicie, cravatte, magliette, mutande e calzini.

La muffa fece la sua comparsa sui vetri e li rese opachi, l’umidità iniziò a rovinare i tessuti, a far cambiare loro colore.

Osservando le fotografie si ha inoltre l’impressione che tutta la merce esposta fosse già più che vintage nel 1999. Non si spiega altrimenti la presenza di due audiocassette dell’attempato comico Max Bygraves e di un ritratto di Susan Hampshire, attrice che andava forte negli anni ’60.

La gente veniva apposta da ogni parte di Londra, per ammirare le vetrine di Moore.

E in effetti il numero 99 di Myddleton Road divenne pian piano un vero e proprio museo, una time capsule trasparente (nonostante l’opacità delle vetrine dovuta allo sporco) che mostrava ai passanti uno spaccato di quindici anni prima. Ecco una foto della vetrina nel 1999, sempre scattata da Richard Ainsworth.

Ma non solo: la visione di un paio di mutande degli anni ’90 coperte dalla polvere e consumate dalla muffa era anche una lezione di filosofia, un potente ammonimento su quanto siamo fragili e mortali.

“Ricordati, uomo, che polvere sei e in polvere ritornerai.”

Nel 2014, dopo 15 anni dal giorno della chiusura, Brian Moore vendette il negozio e l’appartamento a Nick Holywell-Walker, ex componente dei Killing Joke, che decise di restaurare l’intero edificio.

Il musicista lo fece soltanto dopo aver interpellato i residenti della zona, chiedendo loro suggerimenti e coinvolgendoli nei lavori. Oggi è la sede di Spark 99, uno spazio comunitario che ospita molte attività e incontri per tutto il quartiere.

Purtroppo nulla si sa della fine che hanno fatto gli articoli che popolavano la vetrina di Mr. Moore e nemmeno se l’uomo sia ancora vivo.

Quel che è certo e che il suo negozio è stato un piccolo miracolo, il teatro di un lento e dolce decadimento. La moda è per definizione passeggera ma la vetrina di Myddleton Road, per alcuni anni, ne ha congelato uno squarcio, se vogliamo modesto e ordinario, ma di certo affascinante.

E soprattutto ha ricordato a chi la osservava stupito che tutto è transitorio e che la vita è qui e ora.

Le informazioni e alcune delle immagini per questo post provengono da Bowes and Bounds Connected, un forum nato per unire le comunità di Bowes Park e Bounds Green.


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