404 Strand – Tube: Covent Garden
Londra, lunedì 13 dicembre 1897. Alla biglietteria del Vaudeville Theatre è in corso un’accesa discussione tra il cassiere ed un tizio che reclama a voce alta il suo diritto a ricevere un biglietto in omaggio per lo spettacolo che sta per iniziare. Sostiene di essere un attore e mostra un biglietto da visita che reca la scritta “Richard Archer Prince, Adelphi Theatre”. L’Adelphi è il teatro che sorge proprio accanto al Vaudeville ed entrambi sono proprietà della famiglia Gatti. Il cassiere domanda all’uomo se è un dipendente dell’Adelphi e lui risponde che lo è stato in passato ma che ora non lo è più. L’addetto alla biglietteria si dichiara spiacente ma afferma che non non ci sono i presupposti per dare un biglietto omaggio e quando il tizio comincia ad andare in escandescenze è costretto a chiamare il buttafuori. Questi compie il suo lavoro: prende di peso lo sconosciuto e lo scaraventa all’esterno del teatro, tra i passanti dello Strand.
La sera successiva, Richard Archer Prince riesce ad intrufolarsi in uno dei camerini dell’Adelphi. Attraverso la porta chiusa vengono udite frasi concitate e minacce: un litigio in piena regola. Poi il tizio lascia la stanza sbattendo la porta, sulla quale c’è una targhetta che porta il nome di William Terriss.
Terriss è in quel momento uno dei divi più popolari della scena teatrale londinese, interprete di eroi protagonisti di avventure di cappa e spada ma anche solido attore shakespeariano. Richard Archer Prince, l’uomo che è entrato nel suo camerino, è invece un uomo disperato. Da una decina d’anni, dopo aver lasciato la natìa Scozia, sta tentando di sfondare nel mondo del teatro, senza successo. Terriss lo ha più volte aiutato, trovandogli qualche particina nelle produzioni in cui è protagonista e prestandogli qualche quattrino nei momenti di maggior bisogno. Nonostante ciò, Richard Archer Prince è scivolato sempre più in basso, diventando un alcolizzato, ed è conosciuto nell’ambiente come Mad Archer, a causa di una progressiva instabilità mentale. Mesi prima, durante la produzione di “Harbour Lights”, erano giunte all’orecchio di Terriss alcune frasi poco piacevoli pronunciate da Prince, che era stato quindi licenziato. Nonostante questo, Terriss aveva continuato ad aiutarlo economicamente nei mesi successivi.
Il 16 dicembre, due giorni dopo il litigio all’Adelphi, Mad Archer ha urgente bisogno di soldi e li chiede all’Actors’ Benevolent Fund. Gli viene risposto che non li può avere immediatamente e questo rifiuto scatena la sua rabbia contro William Terriss, che egli ritiene la causa di tutti i suoi mali.
Lo attende nel buio, all’ingresso degli artisti sul retro dell’Adelphi Theatre in Maiden Lane. Qui lo sorprende alle spalle e lo accoltella a morte, colpendolo ripetutamente.
Il processo che segue fa sensazione. Al termine l’imputato viene ritenuto incapace di intendere e volere: passerà il resto dei suoi giorni in un ospedale psichiatrico, il Broadmoor Criminal Lunatic Asylum.
Si dice che il fantasma di William Terriss compaia di tanto in tanto all’Adelphi e nella stazione della metropolitana di Covent Garden…
Molti londinesi lo hanno incontrato negli anni, come racconta questo vecchio ritaglio di giornale. Compare ogni tanto sulle banchine, nei corridoi e sulle scale della stazione, con il volto grigio, vestiti di epoca vittoriana e con un paio di guanti bianchi. Chi lo vede solitamente avverte un brivido gelido lungo la schiena.
In Maiden Lane, la via parallela allo Strand dove avvenne il delitto, possiamo oggi ammirare la facciata posteriore del Vaudeville, il teatro da cui Mad Archer era stato sbattuto fuori tre giorni prima di uccidere Terriss.
Da Maiden Lane si raggiunge lo Strand percorrendo Bull Inn Court, che già conosciamo per una pinta bevuta al Nell Gwynne con Peter Berthoud lo scorso maggio.
Ecco finalmente la facciata principale del Vaudeville Theatre, la cui storia inizia nel 1870 ed è legata a William Terriss anche per un altro motivo.
Proprio qui, infatti, pochi anni dopo il delitto, va in scena una delle produzioni di maggior successo di sempre a Londra. L’opera si chiama “Quality Street”, l’anno è il 1902 e la protagonista è la figlia di William Terriss, Ellaline.
Fa coppia sul palcoscenico e nella vita con un altro celebre attore, Seymour Hicks.
I due sono sposati da una decina d’anni e “Quality Street”, commedia scritta da J. M. Barrie (il creatore di Peter Pan di cui abbiamo parlato di recente in questo post) rappresenta il punto più alto della loro popolarità. E’ una storia ambientata all’epoca della guerra contro Napoleone e narra la vicenda di Valentine Brown, medico di un villaggio inglese che si arruola volontario, spezzando il cuore di Phoebe, che aspettava da lui una proposta di matrimonio. Quando dieci anni dopo, al termine della guerra, egli fa ritorno a casa inizierà una serie di equivoci e malintesi fino al prevedibile lieto fine.
La commedia è un trionfo, vanno in scena centinaia di repliche e nei decenni successivi vengono tratti anche dei film, tra cui uno del 1937 con Katharine Hepburn nei panni di Phoebe.
Ellaline Terriss e Seymour Hicks, in quegli stessi anni, acquistano una casa nel Surrey, “The Old Forge”. Per dare un’idea di quanto popolare è la commedia in quel periodo, la strada che collega l’abitazione al villaggio di Merstham viene ufficialmente rinominata “Quality Street” e così si chiama anche oggi.
Ma il motivo per cui “Quality Street” è un nome che è giunto fino ai giorni nostri ha a che fare con l’intuizione di un fabbricante di cioccolatini di Halifax, Harold Mackintosh. Eredita l’azienda nel 1920 alla morte del padre che l’ha fondata trent’anni prima e che ha avuto un notevole successo con un nuovo tipo di dolce che mette insieme il tradizionale toffee (la cui ricetta è fatta di zucchero, melassa, burro e latte) con il caramello liquido.
Le innovazioni di suo figlio Harold sono tre. La prima riguarda il modo in cui i cioccolatini sono confezionati: non più separati in una scatola rettangolare, ognuno nel proprio scomparto, ma al contrario incartati uno ad uno e mescolati insieme agli altri in una scatola di latta riccamente decorata. Questo permette di raggiungere il secondo obiettivo, cioè la possibilità di vendere anche alla classe lavoratrice dei dolci che fino ad ora sono stati appannaggio dei ricchi, anche a causa del costo del confezionamento. Terza innovazione è la scelta di dare al prodotto un nome che ricordi i bei tempi di inizio secolo, tempi ben diversi da un 1936 segnato da una crisi economica mondiale. Viene scelto “Quality Street” e l’effetto nostalgia funziona alla grande: Major Quality e Miss Sweetly, ispirati al Capitano Brown e alla Miss Phoebe della commedia di Barrie, compariranno sulle confezioni di Quality Street per decenni, fino al 2000.
Dulcis in fundo, è proprio il caso di dirlo, per i lettori più golosi ecco l’elenco delle 18 diverse varietà contenute nella prima confezione di Quality Street (negli anni successivi sono state fatte parecchie modifiche). La lista è seriamente sconsigliata ai diabietici!
1. Chocolate Creme Toffee Brazils
2. Cafe Au Lait Carameline
3. Toffee Cup
4. Noisette Pate
5. Milk Chocolate Whirl
6. Jaffa Chocolate Toffee
7. Quality Street Toffee
8. Almond Toffee
9. Chocolate Toffee Crispets
10. Valencia Cracknel
11. Quality Street Extra Butter Toffee
12. Quality Street Almond Extra Butter Toffee
13. Quality Street “Harrogate” Toffee
14. Chocolate Butter Toffee
15. Chocolate Butter Toffee Walnut
16. Quality Street Cream Caramel
17. Quality Street Vanilla Toffee
18. Golden Ingots
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