Westminster Bridge – Tube: Westminster
Osservandolo bene da vicino non direste mai che è vecchio di quasi due secoli.
E invece il leone di pietra che si trova all’inizio del ponte di Westminster, il “South Bank Lion”, risale al 1837, il primo anno di regno della Regina Vittoria. Sappiamo anche la data esatta in cui la scultura fu terminata (il 24 Maggio) e il nome del suo autore, William Frederick Woodington: questi dettagli sono riportati sotto una delle zampe del felino e vennero alla luce il giorno in cui avvenne il suo primo trasloco.
Il leone di Westminster Bridge ha infatti una storia curiosa, che ricorda un po’ quella del Temple Bar…
Alto quasi 4 metri e pesante 13 tonnellate, fu scolpito da Woodington per essere poi installato sulla facciata della Lion Brewery, che sorgeva sulla riva sud del Tamigi nello stesso punto in cui oggi troviamo la Royal Festival Hall. Il materiale di cui è fatto si chiama Coade stone (utilizzata spesso da John Charles Felix Rossi, lo scultore delle cariatidi di St. Pancras New Church di cui ho scritto l’anno scorso). Questa pietra artificiale, la cui formula è rimasta segreta, è sorprendentemente immune ai danni dell’inquinamento e prende il nome da Eleanor Coade, che la produsse con enorme successo per cinquant’anni nella sua fabbrica di Lambeth.
A metà dell’Ottocento la Coade stone soccomberà all’arrivo del più economico cemento di Portland.
La Lion Brewery prosperò per decenni e il leone sulla sua facciata divenne uno dei simboli della città, tanto che lo scrittore francese Émile Zola, che nel 1893 soggiornava al Savoy Hotel sull’altra sponda del fiume, lo chiamava “il mio leone”. Poco prima di morire tornò a Londra appositamente per ammirarlo un’ultima volta.
Nel 1924 la fabbrica di birra chiuse i battenti, nel 1931 l’edificio abbandonato prese fuoco e, dopo la guerra, fu decretato il suo abbattimento.
Quando le ruspe entrarono in azione, nel 1949, il leone fu risparmiato: la leggenda narra che fu il Re Giorgio VI a chiederlo espressamente.
Quando fu rimosso, gli operai trovarono una time capsule in un nascondiglio sulla schiena: era una bottiglia che risaliva al 1837, contenente due monete raffiguranti Guglielmo IV (il Re che morì il 20 Giugno dello stesso anno) e un biglietto da visita della fabbrica di Eleanor Coade.
Due anni dopo i londinesi ritrovarono il leone all’ingresso della stazione ferroviaria di Waterloo, pronto ad accogliere i turisti e i visitatori del Festival of Britain del 1951.
Era indubbiamente lo stesso leone ammirato da Zola ma era stato completamente verniciato di rosso (!), probabilmente per richiamare il logo dell’epoca delle ferrovie britanniche.
Rimase qui per una quindicina d’anni: nel 1966, infatti, ci fu un secondo trasloco che lo portò dove si trova ancor oggi, all’imbocco di Westminster Bridge.
Il leone fu installato su un piedistallo di granito e successivamente la vernice fu rimossa.
Gli appassionati dei film di James Bond saranno sorpresi di scoprire che la porta alla base del piedistallo di granito fu varcata da Pierce Brosnan in “La morte può attendere” (2002) per accedere al laboratorio di Q.
Vi ho raccontato le tre vite del leone di Westminster. Guardatelo bene da vicino quando passate di qui: non dimostra affatto i suoi 181 anni suonati, vero?
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