Earl’s Court Road – Tube: Earl’s Court
Ne esistono 440, sparse per tutta Londra. In media lavorano 20 ore al giorno, 7 giorni su 7, ma alcune di loro sono in continuo movimento, anche di notte. Vivono al massimo 40 anni e in questo lasso di tempo percorrono due volte la distanza che separa la Terra dalla Luna.
Sto parlando delle scale mobili che servono le 270 stazioni della London Underground.
Siamo abituati ad utilizzarle quotidianamente e di certo le preferiamo agli ascensori (se ne contano 184) che costringono spesso a mettersi in coda per salire a bordo.
Le scale mobili, al contrario, garantiscono di entrare e uscire dalle stazioni senza rallentamenti. Oggi vi racconto come furono installate le prime, nel lontano ottobre del 1911…
La seguente illustrazione risale proprio a quei giorni.
La settimana precedente, nella stazione di Earl’s Court, era spuntata una meravigliosa novità, che aveva immediatamente attratto e allo stesso tempo atterrito migliaia di londinesi.
Accanto alle tradizionali scale e agli ascensori, tra la piattaforma della District Line e la sottostante Piccadilly Line, era comparsa una vera e propria diavoleria: una nuova rampa di scalini che si muovevano da soli, in entrambe le direzioni!
I giornali dell’epoca diedero molto risalto a questa novità e i cronisti descrissero alcune scene esilaranti. C’era chi, ad esempio, le affrontava utilizzando la tecnica “attack violent“…
Si racconta anche che alcuni viaggiatori diretti altrove scendessero appositamente a Earl’s Court per fare un giro o due sulle scale mobili, per poi riprendere il tragitto sul treno successivo!
Ci fu anche qualche piccolo incidente: nella prima settimana in cui furono in funzione si contarono 9 vestiti lacerati, un dito pizzicato e un passeggero zoppo che perse il sostegno delle sue stampelle.
Insomma, i londinesi, si divisero in due fazioni: gli entusiasti e i timorosi.
Per convincere questi ultimi, la leggenda racconta che fu incaricato William “Bumper” Harris.
Dipendente di una compagnia ferroviaria, qualche anno prima aveva perso la gamba sinistra, rimasta schiacciata tra due carrozze a causa di uno scherzo fatto da alcuni amici.
Nessuno era più adatto di lui per convincere gli scettici che le nuove scale mobili erano più che sicure!
Per alcune settimane, dunque, il suo compito fu quello di andare su e giù tra una piattaforma e l’altra, sempre con il sorriso stampato sulle labbra.
La strategia funzionò: i londinesi dimenticarono le paure dei primi giorni e nuove scale mobili furono installate negli anni successivi.
Anche i manifesti fecero la loro parte, per convincere i londinesi che il progresso andava cavalcato. Questo, ad esempio, è un capolavoro di Horace Taylor.
Quando aprivano nuove stazioni, il fatto che ci fosse una “moving staircase” era ben evidenziato.
Poi, il 18 novembre 1987, un incendio divampato a King’s Cross, cambiò per sempre il volto delle stazioni della metropolitana londinese. 31 morti e un centinaio di feriti. L’inchiesta accertò che la causa fu un fiammifero gettato sulla scala mobile e che le fiamme si propagarono a causa dell’effetto trincea. Da quel giorno in poi le scale mobili in legno furono progressivamente sostituite su tutta la rete da scale mobili in metallo. L’ultima fu quella di Greenford, sulla Central Line, nel 2014.
Il video seguente racconta altri dettagli interessanti sulle scale mobili della tube e fa capire le notevoli difficoltà che devono affrontare gli ingegneri che le progettano.
Infine un’ultima curiosità: la London Underground detiene un altro piccolo primato. Fu la prima in Europa, nel 1960, ad inaugurare una passerella mobile, chiamata “Travolator”.
Era un brevetto della ditta americana Otis, la stessa che nel lontano 1911 aveva installato le scale mobili di Earl’s Court.
Lungo queste rampe, così si dice, aleggia ancora il fantasma di Bumper Harris…
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