Il faro in cima alla chiesa

120 Markhouse Road – Tube: Walthamstow Central


Still waiting for my saviour
Storms tear me limb from limb
My fingers feel like seaweed
I’m so far out I’m too far in

Così nel 1971 cantava un visionario Peter Hammill in questo pezzo dei Van der Graaf Generator, “A Plague of Lighthouse Keepers”.

Se provo ad immaginare le caratteristiche di un individuo che di mestiere fa il guardiano di un faro mi viene in mente una serie di possibili aggettivi: riflessivo, scontroso, solitario, serio, magari anche un po’ misantropo. Non mi è mai capitato di conoscerne uno in carne e ossa, purtroppo.

Ma di fari ne ho visti molti: ad esempio in Cornovaglia, in Scozia, in Galizia o sulla punta meridionale della Puglia, a Santa Maria di Leuca.

Non avrei mai immaginato, però, che potesse esistere un faro sulla sommità di una chiesa in mezzo a Londra, a più di 60 chilometri dal mare!

Qualche mese fa lessi della sua esistenza in un delizioso libro di Gwyn Headley dedicato agli edifici più bizzarri della capitale, “Follies of London”. Nel giro di qualche giorno mi misi in contatto con una e-mail, ricevetti la risposta di una certa Jacqueline e concordai la data della mia visita.

30 marzo 2019, metà pomeriggio. Mentre cammino verso la chiesa attraversando il sobborgo di Walthamstow, ripenso alle caratteristiche del “guardiano di un faro” e contemporaneamente mi domando divertito se la “guardiana di una chiesa-faro” possa avere le stesse peculiarità.

Mi sono sbagliato alla grande. Ad attendermi sulla soglia della Lighthouse Church, c’è una donna di colore sulla cinquantina, molto cordiale e sorridente. Soprattutto molto ma molto stupita che uno strambo italiano sia venuto fin lì appositamente per visitare una chiesa di periferia!

In ogni caso, dopo le presentazioni, comincio a seguire Jacqueline all’interno dell’edificio. Non prima di averlo ammirato dall’esterno.

La Lighthouse Church fu inaugurata nel 1893. Divenne la nuova casa per un gruppo di fedeli metodisti che sei anni prima aveva cominciato a ritrovarsi in un’abitazione privata di Myrtle Road, poco distante.

Il terreno e i fondi per costruire l’edificio arrivarono grazie alla generosità del Capitano King, proprietario della “Bullard, King & Co.”, compagnia di navigazione che collegava Londra con l’Africa Orientale. Nel 1889 erano iniziati anche i trasferimenti dall’India di manodopera per le piantagioni di zucchero del Sudafrica.

La chiesa, vista da fuori, ricorda più una fortezza in stile Salvation Army o magari la hall di una missione.

Forse per richiamare il background marinaresco del benefattore, forse per riferirsi a Gesù Cristo “luce del mondo”, fatto sta che l’architetto, tale J. Williams Dunford, decise di includere nell’edificio una torretta con le sembianze di un vero e proprio faro.

Con tanto di lanterna sulla sommità, che durante la notte veniva accesa e ruotava instancabile.

Purtroppo, già prima del mio arrivo, Jacqueline mi ha avvisato che la torretta non è più accessibile da qualche tempo per ragioni di sicurezza (a quanto pare la scala in legno che sale a spirale verso la lanterna è decisamente pericolante!). Se però volete sbirciare all’interno ecco il resoconto di un fortunato blogger che ci è riuscito qualche anno fa: https://walthamstowdiary.com/2015/06/15/inside-the-lighthouse/

Nonostante la delusione per non aver potuto imitarlo, la visita dell’interno non mi scontenta. Anzi.

La chiesa subì un pesante restauro nel 1979, che alterò notevolmente l’aspetto da music-hall edoardiano delle origini. La sala, che era un unico ambiente, venne divisa in due da un soppalco: al piano terra si ricavarono alcune stanze e al piano superiore il luogo di culto vero e proprio.

Jacqueline mi fa notare i particolari più curiosi. Ad esempio la parete interna che fu eretta 40 anni fa, dietro la quale si nota ancora l’arco del proscenio del 1893.

Lo si vede in questa fotografia d’epoca, alle spalle dell’orchestra.

Alla stessa parete interna è appeso una vetrata che, non essendoci finestre, si illumina soltanto grazie alla luce elettrica! Vetrata spenta…

… vetrata accesa!

Il restauro del 1979 durò alcuni mesi. Durante questo periodo, sulle impalcature fu esposto uno sgargiante striscione arancione che diceva così:

“WE ARE NOT CLOSED. WE ARE BEING CONVERTED. ARE YOU?”


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