The LondoNerD Presents: “E’ crollato il British Museum”

“La letteratura tratta soprattutto di sesso e molto poco delle sue conseguenze concrete: i bambini. La vita, invece, è esattamente l’opposto.”

Londra, 1965. Adam Appleby è un giovane uomo di 25 anni, ricercatore universitario, cattolico e squattrinato. Lui e la moglie Barbara di bambini ne hanno già tre. Adam, Barbara, Clare, Dominic, Edward… gli amici della coppia ironizzano crudelmente sulla loro presunta volontà di completare l’intero alfabeto.

Adam, in realtà, è terrorizzato all’idea che possa arrivare un quarto erede, visto che già così fatica enormemente a sfamare la famiglia con la sua misera borsa di studio di ricercatore.

Una mattina di novembre, la mattina del giorno che occuperà l’intero romanzo, si sveglia dunque con la testa piena di brutti pensieri: il pensiero che non finirà mai in tempo la tesi su cui sta lavorando da mesi, che la borsa di studio è agli sgoccioli, che il motorino che non era partito il giorno precedente non partirà nemmeno oggi. E soprattutto che le mestruazioni di Barbara sono in ritardo di tre giorni.

Inizia così “E’ crollato il British Museum”, delizioso romanzo di David Lodge.

I temi del libro, come racconta l’autore nella prefazione, sono due.

Il primo, quello morale o religioso, ha a che fare con la Chiesa cattolica ed il controllo delle nascite. Un tema decisamente autobiografico.

“Noi avevamo acquisito la convinzione, encomiabile anche se ingenua, che la Chiesa cattolica fosse una sorta di club con un suo proprio regolamento e che, se si voleva godere dei benefici propri dei suoi membri, bisognasse obbedire a ogni regola, non solo a quelle che facevano comodo.”

Con queste parole Lodge inquadra il dilemma che angosciava lui e sua moglie all’epoca. Il Concilio Vaticano convocato da Giovanni XXIII nel 1962 aveva portato la speranza di un cambiamento nei dettami della Chiesa, speranza che sarebbe stata stroncata qualche anno più tardi dal successore Paolo VI con l’enciclica “Humanae Vitae”. Alle giovani coppie cattoliche osservanti, quindi, restava soltanto l’unica strada consentita: la “Vatican Roulette”.

Adam Appleby, quella mattina di novembre, esce di casa pieno di angoscia. Il motorino ovviamente non parte al primo colpo. Quando finalmente lo fa, Adam può dirigersi come ogni mattina verso l’immensa Reading Room del British Museum.

All’epoca era qui la sede principale della British Library, dal 1997 trasferita nel nuovo edificio in Euston Road. Attorno alla spettacolare sala centrale sotto la cupola ispirata al Pantheon di Roma c’erano ben 40 chilometri di scaffali!

Il secondo tema del libro è letterario. Il romanzo è infarcito di citazioni e omaggi ai grandi romanzieri moderni che sono oggetto della tesi di dottorato del protagonista. Questo avviene sotto forma di fantasticherie ed allucinazioni, scatenate in lui dall’ansia costante che lo attanaglia e non lo abbandona per un minuto.

“L’ironia che caratterizza le difficoltà di Adam Appleby sta nel fatto che l’unico elemento della sua vita in apparenza autenticamente suo – e non già scritto da qualche romanziere – è la fonte stessa della sua ansia.”

Possiamo ritrovare i temi e la prosa di Franz Kafka, William Golding, Virginia Woolf, Joseph Conrad, Graham Greene, Ernest Hemingway…

L’epilogo, infine, è un palese omaggio all’Ulisse di James Joyce, con la moglie di Appleby, Barbara, che si sostituisce a Molly Bloom in un monologo interiore lucido e privo di punteggiatura.

E dunque vi dico che amerete questo adorabile romanzo oh se lo amerete d’altra parte l’ho letto in una sola notte tanto era avvincente la sua trama e tanto ho trovato squisito il modo in cui l’autore accidenti che bravo riesce ad affrontare l’argomento della transizione della Chiesa cattolica verso la modernità transizione che è rimasta più che incompiuta e causa nel protagonista una serie di allucinazioni che lo fanno soffrire come un cane e noi prendiamo le sue parti oh se solo avesse sperimentato con sua moglie la pillola al progesterone magari le cose sarebbero andate diversamente ma non avremmo avuto questo piccolo capolavoro della narrativa inglese contemporanea.

David Lodge – “E’ crollato il British Museum” (The British Museum Is Falling Down) – 1965

 

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