Ho atteso per mesi l’uscita di questo volume, di cui avevo sentito parlare fin dalla scorsa primavera, durante una delle “Sabatine” al Museo Sveviano di Trieste. Girava infatti voce che fosse in procinto di uscire un’eccellente monografia burtoniana, scritta a più mani e ricca di illustrazioni.
Ho dovuto aspettare fino al mese di Ottobre e raggiungere il nord della Francia per poterla finalmente sfogliare!
Ho ricevuto infatti il volume da Giovanni Modaffari, uno dei due autori, dopo aver ascoltato la sua presentazione del libro davanti al pubblico della Burton Conference di Boulogne-sur-Mer, di cui vi ho parlato di recente. La fotografia seguente ritrae Giovanni Modaffari in compagnia di Mick Walton, l’organizzatore della conferenza, poco prima dell’inizio dei lavori.
Ho cominciato a leggere il libro già durante il breve volo di rientro dalla Francia e fin dalle prime pagine mi sono reso conto che era valsa la pena di attendere qualche mese.
“Sir Richard F. Burton, Trieste e l’esplorazione” è innanzitutto un libro accattivante, con una grafica molto curata e un apparato iconografico straordinariamente ricco. Ho trovato alcune fotografie che non avevo mai visto in precedenza, pur avendo sfogliato numerosi volumi dedicati a Burton. Il merito è degli autori, Giovanni Modaffari e Sergio Zilli, che hanno ottenuto la collaborazione di istituzioni prestigiose in Italia e in Inghilterra: la Biblioteca Civica Attilio Hortis, la Fototeca dei Musei Civici di Trieste, il Civico Museo d’Antichità J.J. Winckelmann, la National Portrait Gallery, la Orleans House Gallery di Twickenham, la Watts Gallery – Artists’ Village di Guildford, il Leighton House Museum di Londra e Christie’s.
Il libro è una brillante introduzione alla vita meravigliosa di Sir Richard Francis Burton per chi ancora non lo conosce affatto ma allo stesso tempo è ricco di contributi eclettici e approfonditi che piaceranno a chi si è già inoltrato nel suo mondo.
Modaffari e Zilli sono due geografi e hanno impostato il libro come una guida all’universo burtoniano, ai luoghi in cui visse ma anche ai luoghi della mente.
Il contributo che apre il volume ha una firma prestigiosa, quella di Sir Christopher Ondaatje, personaggio che gli inglesi definirebbero larger than life: atleta (partecipò alle Olimpiadi invernali del 1964), ricchissimo uomo d’affari, filantropo, avventuriero, narratore (ha scritto in più occasioni di Burton).
Franco Farinelli affronta il tema della Modernità mentre Giovanni Modaffari, nel suo capitolo, “ripercorre il viaggio di Burton nel mondo come itinerario nel pensiero e nella conoscenza”. Sergio Zilli si immerge nel mondo del fumetto d’autore e osserva le analogie tra l’esploratore vittoriano e il Corto Maltese di Hugo Pratt. Si affronta poi il tema della cartografia dell’epoca (grazie a Orietta Selva e Dragan Umek) e si parla del lascito di Burton al Museo d’Antichità J.J. Winckelmann, descritto da Federica Fontana. C’è poi il “Mistero della Scatola Blu” riaffiorata sugli scaffali del deposito dello stesso Museo, una storia raccontata da Giovanni Modaffari e Susanna Moser. Infine Riccardo Cepach, direttore del Museo Sveviano, che racconta la corrispondenza tra il console e lo studioso Carlo De Marchesetti.
C’è molta Trieste, ovviamente, con l’itinerario dei luoghi burtoniani redatto anni fa da Mick Walton, fino a oggi disponibile sotto forma di opuscolo e che finalmente possiamo apprezzare ampliato e accompagnato dalle fotografie di Vanja Macovaz.
I palazzi, le case in cui abitò, i luoghi che lui e Lady Isabel frequentarono sono tutti ancora al loro posto: Trieste è cambiata ma non eccessivamente. Si può vagare per le strade di oggi seguendo la pista tracciata da Walton e scoprire quella che all’epoca di Burton era una città cosmopolita e vivace.
Infine sono stato felicissimo di trovare una parte del libro dedicata a Albert Letchford, il “pittore di corte” di casa Burton, l’argomento della mia presentazione a Boulogne-sur-Mer.
L’approccio del libro, una serie di affreschi apparentemente diversi l’uno dall’altro, è a mio parere quello giusto. E’ infatti dedicato ad un personaggio eclettico, la cui esistenza è difficilmente raccontabile in modo canonico e i cui interessi erano i più disparati.
Diplomatico, linguista, traduttore, etnologo, esploratore… la sua eredità culturale è enorme e la città di Trieste, che per molti decenni si era dimenticata del suo passaggio, oggi sembra averlo finalmente riscoperto.
E allora andate a cercarlo. A Cavana, sulle Rive, in Piazza Unità, oppure a Opicina. Cercatelo ovunque: il Capitano Burton è tornato in città.
Giovanni Modaffari e Sergio Zilli – “Sir Richard F. Burton, Trieste e l’esplorazione”
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