10 Adam Street – Tube: Charing Cross
La prima volta in cui misi piede a Londra era il 1993 e avevo 15 anni.
Già da tempo, in seguito alle minacce terroristiche, ai passanti non era più consentito percorrere Downing Street e fermarsi davanti al numero 10 per una foto ricordo.
Un paio d’anni prima, il Primo Ministro era all’epoca John Major, l’IRA aveva parcheggiato un furgone bianco in Whitehall e da qui aveva lanciato un colpo di mortaio verso Downing Street, fortunatamente senza causare vittime. Le misure di sicurezza furono ulteriormente rafforzate e quindi, quando nell’estate del 1993 passai di lì, trovai lo spiegamento di forze che ancor oggi protegge la residenza del capo del governo britannico: alti cancelli neri, decine di poliziotti, telecamere e chissà cos’altro…
Fino a qualche decennio fa, invece, il passaggio lungo Downing Street era consentito.
Lo sarebbe anche oggi, in linea teorica: la strada rimane pubblica ed è sotto la tutela del Westminster City Council. L’accesso pubblico è proibito per un’applicazione della common law volta a evitare pericoli: in teoria potreste perorare il vostro diritto di passaggio davanti al poliziotto di guardia e in circostanze eccezionali lui, o un suo superiore, potrebbe autorizzare il vostro accesso.
Nella realtà questo non succede mai e dobbiamo accontentarci di allungare il collo e di sbirciare al di là del cordone di sicurezza per intravedere l’edificio di mattoni scuri che risale alla metà del diciottesimo secolo.
Niente selfie, dunque, per il disappunto di molti… ma The LondoNerD vi suggerisce un’alternativa, un piccolo innocente sotterfugio che può ingannare anche i vostri amici più attenti.
Nello stesso periodo in cui veniva costruita la residenza del Primo Ministro, opera dell’architetto William Kent, in una laterale dello Strand, Adam Street, vedeva la luce un edificio molto simile.
In particolare era molto somigliante l’ingresso, al numero civico 10!
Se affianchiamo due scatti dei diversi portoni (a sinistra Downing Street, a destra Adam Street) le differenze diventano più evidenti…
La forma e la posizione del battacchio, il diverso font del celeberrimo “10”, l’assenza del lampione in Adam Street, le colonne di larghezza differente. Sopratutto la mancanza della maniglia e della serratura nella porta di Downing Street, che è fatta d’acciaio ed è a prova di esplosione. E’ talmente pesante che servono 8 uomini per sollevarla!
Soltanto un osservatore molto attento, comunque, non si farebbe ingannare da un vostro scatto davanti alla porta…
Potrete così fingere di essere nello stesso luogo in cui il Mahatma Gandhi incontrò il Primo Ministro Ramsay MacDonald nel 1931…
… dove nel gennaio 1908 due suffragette, per creare un diversivo, si incatenarono alle ringhiere gridando “Vogliamo il voto per le donne!” mentre la loro compagna Flora Drummond irrompeva durante una riunione del Governo e veniva di conseguenza arrestata…
… infine, sigaro in bocca, potrete imitare Sir Winston Churchill.
Durante la seconda guerra mondiale egli lasciava malvolentieri il 10 di Downing Street durante i bombardamenti notturni per rifugiarsi nel bunker sotterraneo poco distante. Avrebbe preferito rischiare la vita e rimanere nell’edificio, uno dei simboli della democrazia britannica, per dare coraggio ai suoi e dimostrare che non si doveva temere il nemico.
Alla fine della guerra Churchill posò con la mano destra a indicare la V di Vittoria.
Fatelo anche voi ma in Adam Street. La vostra V starà a significare la riuscita di una piccola, innocente burla.
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