121 Westminster Bridge Road – Tube: Lambeth North
Quello della notte tra il 16 e il 17 aprile 1941 fu il peggior bombardamento subito dalla città di Londra durante la seconda guerra mondiale, quanto meno in termini di vite umane. Nell’arco di nove ore furono sganciate 150.000 bombe incendiarie e qualcosa come 890 tonnellate di esplosivo, che provocarono ben 1.180 morti.
Quella notte terminò inoltre una pagina incredibile della storia londinese: le bombe tedesche decretarono infatti la fine della London Necropolis Railway.
Facciamo un passo indietro di quasi un secolo da quel tragico aprile del 1941. Alla metà dell’Ottocento Londra era nel pieno di un’espansione che appariva inarrestabile. Nei primi 50 anni del secolo la popolazione era aumentata da meno di un milione a quasi due milioni e mezzo, con tutte le conseguenze che si possono immaginare. Tra queste una delle più nefaste era la carenza di spazio per sotterrare i morti. Tradizionalmente questi trovavano sepoltura all’interno delle chiese o nelle immediate vicinanze ma, quando il numero di abitanti si ingrandì così enormemente, questa prassi divenne insostenibile.
I cimiteri divennero in breve tempo sovraffollati, i cadaveri in disfacimento contaminavano l’approvvigionamento idrico causando epidemie di colera e tifo. I corpi venivano ormai impilati l’uno sull’altro, creando in molti cimiteri degli spettacoli raccapriccianti. L’epidemia di colera del 1848, che causò quasi 15.000 morti, fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Tra tutte le proposte che le autorità di Londra vagliarono per risolvere il sovraffollamento dei cimiteri cittadini, fu scelta quella presentata da Sir Richard Broun e Richard Sprye. La loro idea era quella di acquistare un enorme lotto di terreno a notevole distanza dalla città, vicino a Woking, dove costruire una necropoli grande abbastanza per accogliere i morti londinesi. Broun aveva calcolato che il terreno sarebbe stato sufficiente per accogliere quasi sei milioni di tombe su un singolo strato e che Londra avrebbe risolto il problema per i successivi 350 anni.
La scelta cadde su questa zona perché era stata da poco collegata a Londra con una linea ferroviaria, la London and South Western Railway, e questo avrebbe permesso di far confluire nel nuovo cimitero le salme e con esse i relativi parenti provenienti dalla capitale in poco più di un’ora. A Londra esistevano già sette grandi cimiteri ma per raggiungerli occorrevano lenti e costosi carri funebri trainati da cavalli. Il treno, mezzo di trasporto che esisteva da pochi anni, a detta di Broun e Sprye sarebbe stata la soluzione ideale. Non tutti la pensavano così, però.
Charles Blomfield, vescovo di Londra, riteneva ad esempio blasfemo il fatto che i defunti fossero trasportati da un rumoroso e veloce bestione di ferro, assolutamente incompatibile con la solennità di un funerale cristiano. Considerava poi inappropriato che sullo stesso convoglio viaggiassero persone di diversa estrazione sociale.
Ma il progresso, nell’età della Regina Vittoria, non guardava in faccia a nessuno e la ferrovia divenne in poco tempo realtà.
La London Necropolis Company offriva tre diverse tipologie di funerale, di prima, seconda o terza classe.
A bordo dello stesso treno i vivi e i morti viaggiavano divisi a seconda della propria classe di appartenenza e della religione, anglicana o non conformista: questa separazione esaudiva l’auspicio del vescovo Blomfield che non ci fosse una commistione tra diversi ceti sociali. I feretri venivano caricati su vagoni separati e allo stesso modo viaggiavano in diversi scompartimenti i parenti del defunto.
Il treno lasciava Londra alle 11,35 di ogni mattina e dopo 50 minuti giungeva puntuale al cimitero di Brookwood, dove erano state costruite due diverse stazioni.
La stazione più a nord era per i non conformisti (cattolici, ebrei, parsi, …) mentre quella a sud del cimitero era dedicata agli anglicani: questa disposizione delle tombe derivava dalla tradizione inglese in materia di sepolture. Gli appartenenti alla Chiesa d’Inghilterra meritavano un posto al sole, mentre i non battezzati e i non credenti venivano interrati nella zona a nord, all’ombra.
Alla partenza da Londra c’era invece un’unica stazione, dove aveva anche gli uffici la London Necropolis Company. Un primo edificio fu costruito nel 1854 nei pressi della stazione di Waterloo, in posizione strategica: essendo in prossimità del Tamigi, le salme potevano giungere facilmente via fiume e inoltre il viaggio per Brookwood non avrebbe comportato l’attraversamento di tunnel e gallerie, data la minore urbanizzazione della sponda meridionale. I parenti del defunto, mentre erano diretti verso il Surrey, avrebbero quindi osservato dal finestrino la dolce e confortante campagna inglese.
Le sale d’attesa erano tre (di prima, seconda o terza classe) e un montacarichi azionato dal vapore sollevava i feretri dall’atrio fino al piano superiore, dove c’era la banchina. La stazione era adiacente al grande viadotto della London and South Western Railway (sotto gli archi dello stesso viadotto, peraltro, erano state ricavate le celle mortuarie) e ad un certo punto, alla fine del secolo, l’espansione della ferrovia principale rese necessario lo spostamento della stazione.
La London Necropolis Railway traslocò dunque dall’altra parte della strada, al 121 di Westminster Bridge Road, in un nuovo edificio che fu inaugurato nel 1902.
Seguirono quasi 40 anni di attività, fino al bombardamento del 1941 che distrusse l’intero convoglio che era fermo in stazione e l’arco di collegamento tra la linea principale e lo scalo ferroviario. L’edificio che ospitava gli uffici, invece, rimase intatto ed è quello che vedete nelle fotografie seguenti, che ho scattato l’anno scorso.
Oggi si chiama Westminster Bridge House, un nome che non lascia trapelare nulla del tetro passato di questo palazzo.
Attraverso il cancello sono riuscito a scattare qualche immagine dell’atrio di ingresso, dove un tempo entravano i carri funebri provenienti da tutta Londra.
La lunga storia della London Necropolis Railway finì dunque all’improvviso in quella notte di metà aprile del 1941. Sarebbe probabilmente terminata comunque di lì a poco, perché i calcoli che Sir Richard Broun aveva fatto (aveva ipotizzato almeno 50.000 sepolture all’anno) si erano rivelati troppo ottimistici: in 87 anni di esistenza, nel cimitero di Brookwood arrivarono in treno appena 203.041 defunti. Il trasporto motorizzato su strada, che era iniziato nel periodo tra le due guerre mondiali, aveva seriamente messo in discussione la convenienza di quello ferroviario.
Chi però trovava molto conveniente la London Necropolis Railway erano i golfisti! A poca distanza dal cimitero di Brookwood sorgeva, ed esiste ancora, il West Hill Golf Club: approfittando della tariffa molto bassa riservata ai parenti dei defunti (gli unici a cui era consentito l’accesso al treno), alcuni golfisti salivano a bordo a Londra fingendosi familiari in lutto e scendevano a Brookwood. Da qui in pochi minuti raggiungevano a piedi il club, attraverso un sentiero che è visibile ancor oggi.
Ringrazio infinitamente per il suo aiuto John M. Clarke, probabilmente il massimo esperto della Necropolis Railway e del cimitero di Brookwood. Mi ha autorizzato a pubblicare alcune fotografie del suo archivio e mi ha svelato il divertente retroscena dei golfisti “portoghesi”. Sul suo sito trovate una pagina che elenca i libri che ha scritto sull’argomento. Se volete approfondire vi consiglio The Brookwood Necropolis Railway, giunto alla sua quarta edizione e ricco di informazioni e immagini su questa affascinante e poco conosciuta vicenda del passato di Londra.
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