52 Victoria Street – Tube: St. James’s Park
“Non ne posso più di Londra questa settimana! Perché? Perché non fa niente per me…”
Thomas rivolge queste parole all’amico Ron, mentre sono seduti al tavolo di un ristorante di Chelsea, El Blason. Ron, professione scrittore, sta esaminando uno per uno gli scatti in bianco e nero che gli ha portato l’amico fotografo, il quale nel frattempo, annoiato, scruta fuori dalla grande finestra del locale.
Scorge così un uomo che si sta aggirando furtivo intorno alla sua Rolls-Royce decappottabile parcheggiata sul lato opposto della strada.
Thomas esce dal ristorante ma l’uomo svanisce rapidamente. Dopo essersi sincerato che il bagagliaio non sia stato forzato, si mette al volante e se ne va. Percorre Blacklands Terrace in direzione sud-est, verso l’incrocio con King’s Road, l’animatissima arteria che attraversa il quartiere di Chelsea.
Molto spesso il cinema commette degli errori di continuità. Forse non si dovrebbe nemmeno chiamarli errori ma piuttosto “licenze”, “concessioni”.
In questa scena del suo capolavoro ambientato a Londra, Blow-Up, Michelangelo Antonioni si prende una licenza. Fa svoltare la Rolls Royce condotta da Thomas/David Hemmings in tutt’altra strada, ben distante da Chelsea: Victoria Street.
Dovete sapere che un po’ alla volta, quando sono a Londra, ho preso l’abitudine di scovare e fotografare le locations di Blow-Up ed è stato grazie a questa scena che ho scoperto un edificio notevole, con un segreto delizioso: The Albert, glorioso pub che risale al 1862 e che si trova all’angolo tra Victoria Street e Buckingham Gate.
In questi fotogrammi lo vedete come appariva ai tempi del film di Antonioni, nel 1966.
Oggi non è molto diverso, anzi è quasi identico ad allora. Ciò che è cambiato drammaticamente è quello che gli sta attorno!
Sopravvissuto indenne ai bombardamenti tedeschi, The Albert ha superato anche la seconda metà del Novecento, che ha visto cambiare radicalmente il volto di Victoria Street. Grattacieli più o meno alti, enormi edifici dalle pareti di vetro, infelici esperimenti brutalisti: intorno al pub è sorta una gigantesca selva di cemento che ha sortito il solo effetto di enfatizzare l’armonia vittoriana di questo piccolo edificio in mattoni gialli e rossi.
L’interno del pub è quello originale e racchiude piccoli tesori come la division bell della Camera dei Comuni che serviva richiamare i deputati in aula per le votazioni ed un tovagliolo appartenuto alla Regina Vittoria.
Il locale è intitolato proprio al consorte della Regina, il Principe Alberto, morto di febbre tifoide pochi mesi prima che il pub aprisse.
Fin qui tutto regolare, direte voi. E invece… avvicinatevi alle magnifiche finestre…
Sono quelle originali, anno 1862. Avvicinatevi ancora un po’ e scoprirete uno dei segreti meglio custoditi di Londra.
Tra le ricche decorazioni incise con maestria nel vetro ci sono infatti numerose rappresentazioni del pene del Principe Alberto!
Il membro reale compare più volte, in mezzo a fiori e foglie.
Non ci sono dubbi: è un pene eretto e per di più raffigurato nel momento dell’eiaculazione, della cosiddetta “piccola morte”.
Sì, vi chiederete voi, ma perché è proprio quello del Principe Consorte?
La risposta la danno quei segni circolari che potete notare: si tratterebbe, narra la leggenda, dell’anello che Alberto si era fatto applicare proprio “lì”!
A quanto pare il Principe Consorte si dotò di questo accessorio per poter “fissare” il proprio fallo che gli arrecava fastidio penzolando nei pantaloni.
Charles, Andrew, Edward, William, Harry, George, Louis, Archie (l’ultimo arrivato in ordine di tempo)… forse è per questo che nell’ultimo secolo nessun principe della Casa Reale inglese è stato battezzato con il nome di “Albert”, nonostante si tratti di un appellativo con una lunga e gloriosa storia.
Al giorno d’oggi “Prince Albert” è infatti sinonimo di piercing genitale maschile. Consultate Google, se non ci credete!
Per i fotogrammi del capolavoro di Antonioni ringrazio Ian Bolton, curatore di uno splendido sito dedicato alle locations del film: BLOW UP THEN & NOW.
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