La maledizione del Crocker’s Folly

24 Aberdeen Place – Tube: Warwick Avenue


“A folly is essentially a misunderstood building, because folly can only lie in the eye of the beholder.” (Gwyn Headley)

Per un motivo o per l’altro, pur conoscendo questa storia deliziosa da parecchio tempo, non ero ancora riuscito a varcare la soglia del Crocker’s Folly. Ce l’ho fatta il mese scorso, andando a cena in compagnia di un amico di vecchia data che vive a Londra da tempo e di un’affezionata lettrice di questo blog che ha di recente traslocato a St John’s Wood. Proprio il quartiere dove sorge il Crocker’s Folly, oggi un quotato ristorante con cucina libanese.

E’ la sera del 6 gennaio. L’edificio dall’esterno non passa inosservato: in un quartiere residenziale e sobrio, spicca la sua facciata elaborata, di mattoni e pietra, fatta di nicchie e di bow windows, in cui compaiono improbabili colonne che incorniciano le tante (forse troppe) finestre.

Aspettando Cecilia, io e Valerio ci sediamo al bancone del bar per una pinta. E’ un ambiente elegante, di epoca vittoriana, ma niente che non abbia già visto in molti pubs londinesi.

La meraviglia arriva al momento di accomodarci a tavola, apparecchiata nella sala accanto.

Il salone del ristorante è incredibile, c’è marmo ovunque. Ricopre le pareti, il lungo bancone, il caminetto mastodontico. Marmi di vari colori, dal bianco al rosso scuro, al verde: ce ne sono cinquanta diverse qualità. E’ tutto deliziosamente eccessivo, anche il soffitto decorato da motivi floreali, i giganteschi lampadari di cristallo, il legno di mogano degli scaffali del bar.

La cena è molto piacevole, per la compagnia e anche per il cibo: un halloumi così delizioso non l’avevo mai assaggiato.

Ma mi rendo conto che non sarò mai un food blogger, preferisco raccontare le storie del passato che mi capita di incrociare, soffiare via la polvere che si è posata su di esse e riportarle alla luce.

Ecco quindi la storia del Crocker’s Folly…

Nel 1897 Frank Crocker era il proprietario di un pub a Kilburn, il Volunteer. Un giorno ricevette una soffiata: la Great Central Railway avrebbe di lì a poco costruito una grande stazione a Londra, che sarebbe stata il punto di arrivo e di partenza per migliaia di viaggiatori ogni giorno. La linea sarebbe stata ampliata, arrivando da nord, per giungere nei pressi di Aberdeen Place. E fu proprio qui che Frank Crocker, pregustando già incassi faraonici per la vicinanza alla stazione, acquistò il terreno per costruire il Crown Hotel.

Incaricò l’architetto Charles Worley e gli diede carta bianca per progettare l’edificio. Eccessivo, sproporzionato, kitsch… ma certamente straordinario, tanto che ne parliamo ancora oggi.

Purtroppo le cose andarono storte. Il Crown Hotel era quasi pronto quando Frank Crocker si accorse con orrore che la linea ferroviaria continuava ad essere allungata in direzione sud e non sembrava destinata a fermarsi dove avevo previsto la soffiata. La stazione di Marylebone, alla fine, fu costruita a più di un chilometro di distanza. Per Crocker tutto ciò significava una cosa soltanto: la rovina economica.

In preda alla disperazione, un giorno salì al secondo piano e si buttò, morendo sul colpo.

Quella che vi ho raccontato è la leggenda del Crocker’s Folly, autentica ad eccezione dell’epilogo: Frank Crocker morì nel 1904 per cause naturali, nonostante avesse soltanto 41 anni.

Ma tra queste mura, qualche anno dopo, avvenne realmente una tragedia. Nel 1937 il proprietario del Crown Hotel si chiamava Charles Durden e aveva accumulato debiti per 8.000 sterline. Un venerdì mattina ricevette una telefonata: era uno dei fornitori, che reclamava con insistenza il pagamento di una cambiale. Durden riattaccò la cornetta, salì di corsa al secondo piano, spalancò una finestra e si gettò di sotto. Morì poco dopo, mentre veniva portato in ospedale.

http://www.crockersfolly.com/




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