Snob screens: una tipica stravaganza vittoriana

94 Lamb’s Conduit Street – Tube: Russell Square


Oggi vi porto con me in uno dei miei rifugi preferiti, quando sono in giro per Londra. “The Lamb” è un pub che si trova fuori dalle solite rotte dei turisti, nel cuore di Bloomsbury.

Prima di tutto non fatevi ingannare da ciò che vedrete appena arrivati: l’immagine di un agnello, che compare sull’insegna all’esterno e sui vetri satinati. Il nome di questo storico locale fondato nel 1729 non è legato ad un animale ma al cognome di un uomo vissuto da queste parti : William Lamb, corista della Chapel Royal e membro della Worshipful Company of Clothworkers.

Fu lui, nel 1577, a far costruire a spese sue (con ben 1.500 sterline dell’epoca!) le tubazioni che da Holborn portarono per la prima volta l’acqua corrente in questa strada, che tuttora ricorda nel nome quest’opera di bene: Lamb’s Conduit Street, la “via del condotto di Lamb”.

Com’era prevedibile, i gestori del pub scelsero l’immagine di un agnello, anziché quella di un tubo, per lo stemma del locale!

Quello che ci accoglie oggi, entrando al Lamb, è l’arredamento della metà del 1800, in piena epoca vittoriana, quando il pub fu ristrutturato.

Risale a quegli anni lo splendido bancone a ferro di cavallo, tutto in mogano, attorno al quale corre un poggiapiedi in ferro. Sulle pareti alle spalle dei tavoli in ferro battuto e dei divani in pelle scura ci sono decine e decine di fotografie color seppia.

Avvicinandosi si riconoscono personaggi politici, celebrità vittoriane e soprattutto attori ed attrici che con la loro frequentazione fecero la fortuna di questo pub.

Poco distante da qui, infatti, sorgeva il Weston’s Music Hall, diventato poi Holborn Empire. Costruito nel 1857, ospitò l’epoca d’oro del music-hall e poi del varietà londinese.

Terminato lo spettacolo, attori del calibro di Sir Henry Irving, Dan Leno e Little Tich frequentavano regolarmente il Lamb: potete divertirvi ad esplorare le pareti in cerca delle rispettive fotografie.

Anche Charles Dickens, che viveva poco distante, era un cliente abituale. Nella prima metà del ‘900 varcarono spesso e volentieri la soglia del locale i membri del Bloomsbury Group e qui, negli anni ’50, Ted Hughes iniziò a corteggiare la futura moglie, la sfortunata Sylvia Plath.

C’è un quadro che adoro, che ci racconta meglio di qualsiasi parola l’atmosfera del tipico pub londinese di fine ‘800: si intitola “Behind the Bar” e fu dipinto da John Henry Henshall.

Mostra l’interno di un locale molto affollato da una prospettiva inusuale, quella al di qui del bancone. C’è un giovane cameriere intento ad aprire una bottiglia, uno più anziano che serve una birra con la mano destra e una ragazza dai capelli rossi che sembra flirtare con un uomo.

Potreste pensare che una scena così avrebbe potuto svolgersi all’interno del Lamb. E invece no, non sarebbe stata esattamente così.

Infatti il pub di Bloomsbury è uno dei pochi a Londra in cui resiste una piccola chicca, ormai scomparsa altrove ma popolarissima ai tempi della Regina Vittoria: gli snob screens.

Solitamente installati uno accanto all’altro, si trattava di pannelli di vetro acidato installati in una cornice di legno che poteva ruotare, permettendo o meno la visuale al cliente e al cameriere che lo stava servendo.

Lo scopo degli snob screens era quello di impedire agli avventori di fascia sociale più elevata di essere disturbati o semplicemente visti dallo staff del pub e dai clienti appartenenti alle classi più povere, che stavano dalla parte opposta del bancone. Un vero e proprio monumento al classismo e alla stratificazione sociale, in sostanza.

A Londra, oltre quelli del Lamb, potete ammirare tra gli altri gli snob screens del Prince Alfred (di cui vi ho già parlato) e quelli del Princess Louise di Holborn.

L’altra curiosità del Lamb è un raro esemplare di polyphon, il juke-box vittoriano. In cambio di una piccola offerta a una charity lo staff sarà felice di metterlo in funzione per voi.


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