8 Royal College Street – Tube: Mornington Crescent
Situations have ended sad
Relationships have all been bad
Mine have been like Verlaine’s and Rimbaud’s
But there’s no way I can compare
All them scenes to this affair
You’re gonna make me lonesome when you go
(Bob Dylan – You’re Gonna Make Me Lonesome When You Go )
Il luogo di cui vi parlo oggi l’ho scoperto tempo fa per caso, mentre mi dedicavo ad uno dei miei passatempi preferiti: la ricerca e la visita delle locations londinesi dei film di Alfred Hitchcock.
Il libro più completo mai scritto su questo argomento è senz’altro Alfred Hitchcock’s London: A Reference Guide to Locations, zeppo di informazioni e di aneddoti su più di duecento luoghi in cui il Mago del Brivido ambientò le scene dei suoi film.
“L’uomo che sapeva troppo”, remake del 1956 dell’omonima pellicola del 1934 (anch’essa diretta da Hitchcock), inizia in Marocco, dove il medico Benjamin McKenna e la moglie Jo (interpretati da James Stewart e Doris Day) sono in vacanza con il figlioletto Hank. Quando il ragazzino viene misteriosamente rapito, l’azione si sposta a Londra, dove i due angosciati genitori si precipitano per seguire l’unica pista che hanno a disposizione: trovare un tale “Ambrose Chappell”, di professione tassidermista.
James Stewart scende da un taxi (un Austin FX3, per i cultori della materia), paga la corsa e si incammina verso College Place.
E l’edificio che compare sullo sfondo di questa scena è il protagonista del nostro post odierno: il numero 8 di Royal College Street.
E’ molto improbabile che Hitchcock ne conoscesse la storia ma involontariamente rese omaggio a questa abitazione georgiana costruita alla fine del ‘700 che nel Maggio del 1873 aveva accolto due illustri inquilini.
Paul Verlaine e Arthur Rimbaud si erano rifugiati a Londra alla fine dell’anno precedente, abbandonando Parigi e lasciandosi alle spalle una scia di scandali, eccessi e leggendarie bevute di assenzio.
Verlaine, 26 anni, una moglie e un figlio di appena un anno, aveva conosciuto da pochi mesi il sedicenne Rimbaud, e i due avevano intrecciato una relazione intensa e infuocata, fatta di litigi furiosi e di temporanee riappacificazioni.
Si stabilirono inizialmente in Howland Street, a Soho, soprannominato allora il Quartiere Francese. Poi, nella primavera del 1873, Verlaine tornò in patria per tentare una riconciliazione con la moglie. Il tentativo fallì e, alla fine di Maggio, lui e Rimbaud fecero ritorno nella capitale inglese, affittando un appartamento in quella che al tempo si chiamava ancora Great College Street.
Qui, in pochi mesi, composero opere importanti.
Probabilmente Rimbaud scrisse tra queste mura buona parte di “Illuminations” e “Une saison en enfer”, il suo poema più famoso.
Verlaine, invece, pubblicò in quel periodo “Romances sans paroles”, una raccolta delle poesie composte durante i vagabondaggi con Rimbaud.
Passavano il tempo a bere assenzio, a fumare la pipa, a frequentare i luoghi più sordidi di Londra. Nel 1995 David Thewlis e Leonardo DiCaprio interpretarono i due amanti nel film “Poeti dall’inferno”.
Rimbaud amava la città, mentre Verlaine non la sopportava, in particolare il cibo. Della oxtail soup (minestra di coda di bue) scrisse “Vergogna per un simile orrore! Il calzino di un uomo con un clitoride marcio che galleggia dentro.”
Quando erano in casa, uno dei loro passatempi consisteva nel combattere a colpi di coltello, avvolgendo le lame negli asciugamani per non ferirsi. Quando l’accorgimento non era sufficiente e uno dei due si feriva più o meno gravemente, era il momento di fermarsi e di andare al pub.
Il soggiorno londinese e la tossica relazione terminarono all’improvviso. Era la mattina del 3 Luglio 1873. Rimbaud si affacciò ad una finestra dell’appartamento e vide Verlaine che tornava di buon umore dal mercato di Inverness Street, con una bottiglia d’olio in una mano e un’aringa tenuta per la coda tra il pollice e l’indice. Rimbaud, di fronte a questa scena, cominciò a ridere.
Quando il compagno salì le scale e lo raggiunse, lui continuava a sghignazzare e a dirgli che era ridicolo. Verlaine, innervosito da questo comportamento, si infiammò e schiaffeggiò il compagno… con il pesce!
Rimbaud rimase attonito e vide il proprio amante fare le valigie e lasciare la casa infuriato. Verlaine partì da Londra il giorno stesso e salpò in direzione del Belgio.
Qualche giorno dopo Rimbaud, lasciati in pegno i vestiti del compagno (era rimasto senza un soldo), partì per cercarlo. Lo trovò a Bruxelles.
Il litigio che scaturì dal loro incontro si concluse con un colpo di pistola esploso da Verlaine, che ferì Rimbaud alla mano, in maniera non grave.
Si fece medicare in ospedale e decise di lasciare Bruxelles, nonostante il compagno lo implorasse di restare. Durante il tragitto verso la stazione Verlaine continuava a supplicarlo di ripensarci e ad un tratto sembrò mettere mano nuovamente alla pistola. Rimbaud fuggì impaurito e, trovato un poliziotto, fece arrestare il compagno.
L’epilogo fu drammatico.
Paul Verlaine fece un anno e mezzo di galera e, una volta libero, abbracciò il cattolicesimo e cercò inutilmente di condurre una vita retta e sobria. Finì i suoi giorni nella miseria più nera, alcolizzato e sofferente di una malattia venerea contratta frequentando i bordelli.
Arthur Rimbaud smise presto di scrivere e cominciò a viaggiare, in particolare in Africa, dove per qualche tempo fece il commerciante di caffè. Morì a causa di una sinovite tubercolare nel 1891, a soli 37 anni.
Una fine triste per entrambi i poeti, insomma. Le loro opere, al contrario, rimasero immortali e nello scorso secolo ispirarono artisti come Patti Smith, Jim Morrison e Bob Dylan.
Quest’ultimo, nel suo meraviglioso album “Blood on the Tracks” del 1975, inserì l’amara “You’re Gonna Make Me Lonesome When You Go”, un pezzo che parla delle sue fallimentari relazioni sentimentali. Le paragona a quella tra Verlaine e Rimbaud.
La casa al numero 8 di Royal College Street è stata recentemente al centro di un piccolo dramma. Una decina di anni fa un tale Michael Corby, proprietario dell’immobile, aveva annunciato che l’avrebbe lasciato in eredità alla “Rimbaud and Verlaine Foundation”, che aveva progettato di trasformarlo in futuro in una poetry house.
Improvvisamente, lo scorso Novembre, Corby ci ha ripensato e ha messo in vendita la casa senza preavviso. Settantaseienne e invalido, ha dichiarato di non poter più abitare qui e di doverla vendere. Al momento il prezzo è stato fissato in poco meno di due milioni di sterline.
Se volete comprarla, in una versione in miniatura alta 20 centimetri, potete portarvi a casa il dettagliatissimo modello in gesso creato da Timothy Richards per la R&V Foundation.
Al modico prezzo di 172 sterline.
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