L’importante è mettere dei paletti

Great St Helen’s – Tube: Liverpool Street


Ho impiegato un po’ di tempo prima di trovare il termine giusto per tradurre in italiano l’oggetto protagonista di questo post e alla fine ho rinunciato. Sui dizionari ho trovato traduzioni piuttosto debolucce e vaghe: pilastrino spartitraffico, paletto, dissuasore…

Invece “bollard”, parola solida e tozza, rende molto meglio l’idea di questo complemento d’arredo londinese che è vecchio più di due secoli.

Ne avete visti un po’ ovunque: sono fatti di ghisa, quasi tutti dipinti con una spessa vernice nera e hanno la forma di un cannone. E quest’ultimo particolare non è un caso…

La leggenda racconta infatti che tutto cominciò il 21 Ottobre del 1805, il giorno in cui gli inglesi comandati da Horatio Nelson sconfissero la flotta di Napoleone al largo di capo Trafalgar.

I vascelli francesi furono requisiti e spogliati di tutto ciò che poteva avere un valore. Un bottino prezioso, senza dubbio. Purtroppo i cannoni, considerati i migliori del mondo per precisione ed affidabilità, erano troppo grandi per passare attraverso i sabordi delle navi inglesi.

Qualcuno propose dunque di riciclarli in altro modo, portandoli in patria e trasformandoli in… paletti spartitraffico!

All’epoca alcune strade di Londra erano congestionate, molto più di oggi, e capitava spesso che una carrozza o un altro veicolo su ruote uscissero dalla carreggiata e investissero un malcapitato pedone.

I cannoni francesi requisiti a Trafalgar erano una soluzione perfetta: non solo erano solidi e indistruttibili ma rappresentavano anche il simbolo della vittoria contro l’odiato nemico francese. I primi esemplari furono collocati nelle strade dell’East End, piantati nel terreno con la bocca da fuoco rivolta verso l’alto. L’interno veniva riempito con materiali vari e in cima veniva spesso saldata una palla da cannone.

Divennero immediatamente popolari e, una volta terminati gli originali, le fonderie di Londra iniziarono a produrre delle repliche che furono installate in tutta la città.

Così accade ancora oggi. Nuovi bollards vengono piazzati per delimitare un’area pedonale o per proteggere edifici potenzialmente a rischio di assalti terroristici. Ci sono poi quelli motorizzati, che compaiono e spariscono a comando.

Se volete vederne uno certamente antico lo trovate sulla sponda meridionale del Tamigi, in corrispondenza di Southwark Bridge.

E’ vecchio di almeno due secoli e un tempo era un cannone ma non è detto che arrivi da Trafalgar…

Martin H. Evans, uno storico navale, ha infatti scritto un piccolo saggio (“Old cannon re-used as bollards”), in cui smonta la tesi affascinante sulla provenienza dei cannoni. La smonta parzialmente, in realtà, perché afferma che è molto improbabile che arrivarono dalla battaglia di Trafalgar ma che esistono parecchi cannoni francesi confiscati nello stesso periodo e trasformati in bollards.

Il più vecchio e significativo è probabilmente quello che sta sul retro della chiesa di St. Helen a Bishopsgate, interrato con la bocca da fuoco in giù.

Non tutti i bollards hanno la forma di un cannone, nel tempo se ne sono aggiunti altri. Ecco una veloce carrellata di quelli più strani di Londra.

A Chelsea, in una laterale di King’s Road, potete ammirare una scultura del compianto Allister Bowtell, intitolata Two Pupils.

In Gerald Road, Belgravia, nel luogo in cui dal 1846 al 1993 si trovava una stazione di polizia, è rimasto un bollard in tema.

Nota di colore (giallo e nero): nel 2019 un paletto spartitraffico a Wembley Central fu completamente ricoperto da uno sciame di vespe.

Se non ne avete abbastanza, infine, potete seguire un blog che parla soltanto dei bollards londinesi…

… oppure consultare il divertente Phylogenetic Tree creato da Matt Brown di Londonist.


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2 thoughts on “L’importante è mettere dei paletti”

  1. Grazie come sempre per i tuoi contributi. 🙂

    In Italia li ho sempre sentiti definire paracarri, colgo l’ocasione per segnalartene uno celebre: il FITTONE bolognese, caro alla popolazione Goliardica della città . (https://tralaviaemiliaedilsavena.wordpress.com/2016/10/20/i-fittoni-sono-tanti-ma-solo-uno-e-venerabile/)

    Funzione per certi versi invertita (proteggere la strada dai pedoni e non i pedoni dai pericoli derivanti dalla strada), la svolgono a Trieste i ‘PALETTI PARAPEDONALI’ in passato muniti di corde e catene e fino a qualche anno fa rigorosamente dipinti di bianco e rosso (colori dello stemma cittadino).
    La loro funzione? Fornire qualcosa a cui aggrapparsi quando la bora soffia con tutta la sua potenza e prevenire che un maldestro o svolazzante pedone finisca alla mercè delle macchine, cosa assolutamente possibile in corrispondenza di incroci e/o vie particolarmente ventose.
    https://www.ac-ilsestante.it/fari/bora/bora.htm

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