Il segreto del colonnello Barker

10 Glasshouse Street – Tube: Piccadilly Circus


Giovedì 28 Febbraio 1929, alle prime ore del mattino, la polizia entrò a passo svelto nella hall del Regent Palace Hotel.

Gli agenti individuarono subito il loro uomo, che lavorava nella reception dell’albergo. Il colonnello Leslie Victor Barker non oppose resistenza e salì sull’auto della polizia, che partì spedita in direzione del carcere di Brixton.

Il motivo dell’arresto era il fatto che l’uomo nei giorni precedenti non si era presentato ad un’udienza per bancarotta in cui era imputato.

Una volta giunto in carcere il detenuto fu sottoposto alla visita medica di routine e fu così che il dottore si accorse che il colonnello Barker era in realtà una donna!

Lo stupore più grande, però, fu quello di Elfrida Haward, che all’anagrafe da quasi sei anni era a tutti gli effetti la signora Barker!

L’incredibile vicenda comincia sull’isola di Jersey, dove Lillias Irma Valerie Barker era nata il 26 Agosto del 1895. Si era trasferita ancora bambina con la famiglia nel Sussex, dove crebbe manifestando più volte il desiderio di essere un maschio. Crebbe sana e robusta, fino a raggiungere l’altezza di un metro e ottanta.

Nel 1914, allo scoppio della guerra, si arruolò volontaria, come infermiera e autista di ambulanze.

A 23 anni Valerie sposò un soldato australiano, Harold Arkell-Smith, ma il matrimonio fu infelice (la picchiava e abusava di lei psicologicamente) e l’uomo fece ritorno in patria pochi mesi dopo.

Terminato il conflitto conobbe un altro uomo, australiano anche lui, Ernest Pearce-Crouch. Andarono a vivere insieme in una fattoria del Sussex ed ebbero due figli, un maschio e una femmina. Fu in quel periodo che cominciò a vestirsi regolarmente con abiti maschili.

Un giorno, nella farmacia del villaggio, conobbe la figlia del titolare, Elfrida Haward. Si spacciò per un uomo e tra loro cominciò una relazione.

Valerie abbandonò la famiglia e andò a vivere con Elfrida al Grand Hotel di Brighton, scrivendo sul registro degli ospiti il nome “Victor Barker”.

Il 14 Novembre del 1923 Victor Barker ed Elfrida Haward si sposarono nella chiesa di St. Peter.

Incredibilmente, per anni, Elfrida non sospettò nulla. Credette alle parole di Valerie, giustificando la mancanza di una vita sessuale tra loro con le “vecchie ferite di guerra del marito”.

Nel 1926 i coniugi vivevano a Londra e Valerie ricevette per sbaglio una lettera indirizzata ad un omonimo, il colonnello Barker. Era un invito ad unirsi all’organizzazione di estrema destra dei National Fascisti. Colse l’occasione per rafforzare la sua falsa appartenenza al genere maschile e cominciò a lavorare come segretario per il capo, Henry Rippon Seymour. Non solo: si mise ad impartire lei stessa lezioni di spada e di pugilato alle giovani reclute!

Dopo una storiaccia legata ad una pistola con un certificato di proprietà falsificato, il colonnello Barker lasciò i fascisti e nel 1928 si lanciò in un’impresa nel mondo della ristorazione. Aprì un locale dalle parti di Charing Cross Road ma ben presto fallì. Fu proprio per questa bancarotta che i poliziotti lo arrestarono la mattina del 28 Febbraio 1929.

Trasferita nel carcere femminile di Holloway, Valerie Arkell-Smith fu assolta per la bancarotta ma condannata dal giudice a 9 mesi di reclusione per la falsa dichiarazione nel certificato di matrimonio con Elfrida Haward. Il processo fece sensazione, i lettori dei giornali non avevano mai sentito nominare la parola “travestito” ed erano ansiosi di conoscere tutti i dettagli della vicenda.

Uscita dal carcere, Valerie si traferì a Henfield, vivendo con le generalità di “John Hill”.

Per sbarcare il lunario, qualche anno dopo, raccontò la sua vita sfortunata ai lettori di alcuni giornali popolari.

Quindi divenne un fenomeno da baraccone a Blackpool.

Gli spettatori si affacciavano da un balconata e potevano osservare dall’alto due letti, uno su cui stava il “colonnello Barker” e uno con una donna in camicia da notte. I due letti erano separati da una fila di Belisha beacons. Il pubblico guardava le poverette e le ricopriva di insulti.

Dopo un altro paio di arresti per furto negli anni seguenti, Valerie Arkell-Smith morì povera e dimenticata da tutti nel 1960, sotto il nome di Geoffrey Norton.

Il Regent Palace Hotel, il luogo in cui avvenne l’arresto del “colonnello Barker”, da qualche anno non esiste più.

Inaugurato nel 1915, con le sue 1028 stanze, era il più grande albergo di tutta Europa.

Se volete farvi un’idea del suo passato splendore potete passare una serata alla Brasserie Zedel, che occupa le sale disegnate in stile Art Deco nei primi anni ’30 dal celebre architetto Oliver Percy Bernard.

I piani superiori, oggi sventrati e trasformati in uffici, ospitavano le stanze da letto, doppie e singole, prive di bagno privato. Nelle singole c’era appena lo spazio per il letto, un piccolo lavandino, tavolino, sedia e un armadio. Tutte però avevano la finestra, anche quelle interne che affacciavano sul cortile.

Su ogni pianerottolo c’erano i bagni in comune. Prima di accedere si suonava un campanello dalla propria camera: giungeva una cameriera con gli asciugamani caldi, che dopo l’uso ripuliva il bagno.

Dove un tempo c’era l’ingresso del Regent Palace Hotel ha aperto qualche anno fa il flagship store londinese di UGG, che vende i famosi stivali amati dalle star.

Furono inventati negli anni ’70 dal surfista australiano Shane Stedman, il quale ad un certo punto vendette i diritti accontentandosi di 10.000 sterline una tantum e di tre paia di stivali che ancor oggi gli vengono recapitati ogni anno.

Gli stivali di montone di UGG, da tempo un vero e proprio fenomeno culturale, sono unisex, uguali per uomo e per donna.

Un particolare che avrebbe reso felice il colonnello Barker!


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