5 Charles Street – Tube: Green Park
La prima volta che misi piede in questo pub, ormai tre anni fa, non avevo la minima idea della storia che si nascondeva dietro i suoi spessi muri di mattoni. Ci capitai per caso, in cerca di un rifugio.
Avevo appena lasciato Berkeley Square, dove mi ero recato per osservare dall’esterno la casa più infestata di Londra, e “The Footman” mi sembrò un ottimo luogo per mettermi al sicuro.
Avevo i brividi, non tanto perché durante il mio sopralluogo avessi incontrato qualche spettro, ma perché quel giorno faceva davvero freddo. Tanto freddo.
Varcai la soglia del pub, ordinai cibo e birra e dopo un’oretta ero più che ristorato, pronto a partire per la tappa successiva.
Soltanto l’anno dopo scoprii per caso la storia del “Footman”, mentre scrivevo il post su Michael Fagan, l’uomo che riuscì ad entrare a Buckingham Palace e a raggiungere la camera da letto della Regina. Fagan era stato portato fuori senza l’uso della forza da Paul Whybrew, footman della Casa Reale che lo aveva condotto abilmente nella dispensa. Qui avevano atteso la polizia sorseggiando un bicchiere di whisky.
La traduzione letterale in italiano di “footman” è “uomo che va a piedi” ma in realtà con questo termine si vuole indicare oggi la figura del cameriere, del domestico. E’ un sinonimo di “waiter”, anche se il “waiter” attende e il “footman” si muove!
Una volta, in Inghilterra, il “footman” aveva infatti un ruolo ben preciso: quello di correre accanto o dietro la carrozza del proprio padrone, solitamente un aristocratico o un membro della Famiglia Reale.
Le strade di un tempo, come si può immaginare, erano piene di insidie e pertanto il footman doveva prevenire i danni causati da una buca improvvisa o dalle radici degli alberi, doveva intervenire quando la carrozza si rovesciava (capitava spesso!), pagava i pedaggi lungo il tragitto e annunciava l’arrivo del padrone a destinazione. Era anche un antenato del postino odierno, dato che recapitava di persona i messaggi scritti dai propri padroni.
Se necessario aiutava i reali a scendere dalla carrozza…
Documenti dell’epoca del Re Carlo I, primi anni del ‘600, ci raccontano che un servitore fu pagato due scellini per correre da Londra a Hampton Court per una commissione urgente.
La fama di formidabili corridori dei footmen faceva sì che i nobili organizzassero spesso delle gare di velocità tra i loro sottoposti, scommettendo sull’esito. Samuel Pepys racconta un episodio nel suo diario, il 3 Luglio del 1663:
“Il fatto del giorno è niente di meno che la grande gara di corsa a Banstead Downs, tra Lee, il cameriere del Duca di Richmond e un piastrellista, noto corridore. E Lee lo ha battuto, nonostante il Re e il Duca di York avessero scommesso sul piastrellista per tre o quattro a uno.”
Il Duca di Queensberry, noto scommettitore, donnaiolo e uomo incredibilmente ricco, fu il protagonista di una storia curiosa. Viveva al 138 di Piccadilly, all’angolo con Hyde Park. Una stampa di inizio ‘800 mostra la sua casa, con un balcone affacciato sulla strada.
Qui, negli ultimi anni della sua vita, sedeva tutto il giorno il Duca, che osservava i passanti (soprattutto le passanti) e ciò che accadeva sotto di lui.
Testava anche i footmen, prima di assumerli. Faceva indossare loro la livrea completa e li cronometrava mentre correvano l’intera lunghezza di Piccadilly e il ritorno.
Un giorno un papabile footman registrò un tempo notevolmente basso e, ancora ansimante e con indosso la livrea, ascoltò il responso del Duca.
“Mi sarai molto utile” gli disse. “E la Vostra livrea lo sarà per me” rispose l’uomo, riprendendo a correre e sparendo dalla vista in pochi istanti, lasciando il Duca esterrefatto.
Ma solitamente i footmen erano molto fedeli. D’altra parte era garantito loro un buon salario, 7 sterline del 1750, che con le mance potevano diventare 40 (60.000 sterline di oggi). Dovevano essere alti, in forma, di bell’aspetto e disinvolti.
Dovevano soprattutto avere gambe ben tornite, per indossare l’uniforme del footman che consisteva in calzettoni bianchi e pantaloni alla zuava.
Successivamente, forse quando la condizione della strade migliorò, ai footmen vennero affidate altre mansioni: servire a tavola, aprire e chiudere le porte, portare oggetti pesanti e spostare i mobili affinché le cameriere potessero pulire dietro di essi.
Il pub di Charles Street fu aperto nel 1749 con il nome di “The Running Horse”.
Era frequentato da parecchi footmen che lavoravano nei dintorni (Mayfair, oggi come allora, pullulava di gente danarosa) e uno di loro, un giorno, decise di rilevare la licenza e di ribattezzare il locale con un nome che ricordasse la sua precedente occupazione. Lo chiamò “I Am the Only Running Footman”.
Fu rimodellato nella forma attuale nel 1937 e nel tempo il suo nome si accorciò prima in “The Running Footman” e poi nell’odierno “The Footman”.
Nel 1999 è comparso nella lista dei 10 pubs inglesi con il nome più strano.
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