Waterloo Bridge – Tube: Waterloo
Siamo già stati qui insieme, un paio d’anni fa. Vi ci avevo portato sulle note di una canzone che amo, un pezzo dei Kinks del 1967.
Oggi ritorno volentieri sul Waterloo Bridge, per raccontarvi un’altra storia. In realtà il luogo esatto di cui vi parlerò (e di conseguenza il pin sulla mappa) non è il ponte ma la striscia immaginaria che scorre parallela ad esso, sul lato est.
Sorgeva qui il ponte che un giorno lasciò Londra e partì per il fronte.
Ma iniziamo dal principio. Il Waterloo Bridge che attraversiamo oggi, disegnato da Giles Gilbert Scott, fu inaugurato ufficialmente nel Settembre del 1942 e prese il posto del vecchio ponte progettato da John Rennie e in funzione dal 1817.
Si trattava di un ponte a pedaggio (fino al 1878), conosciuto anche con il nome di Strand Bridge. Divenne famoso a metà del secolo per il cospicuo numero di suicidi tentati o riusciti e per la tragica fine di Samuel Gilbert Scott (nessuna parentela con l’architetto del ponte), celebre acrobata e cascatore americano.
Era l’11 Gennaio del 1841 e l’uomo aveva promesso alla folla che avrebbe corso dal White Lion di Drury Lane fino al Waterloo Bridge. Lì si sarebbe gettato nel fiume, avrebbe guadagnato la riva a nuoto e sarebbe ritornato al pub in meno di un’ora. Purtroppo, mentre si stava scaldando prima del tuffo, Scott perse l’equilibrio. La corda di sicurezza che lo teneva legato all’impalcatura montata sul parapetto del ponte gli scivolò intorno al collo e il disgraziato morì impiccato.
Nonostante le tragedie legate al suo nome, il ponte fu molto amato dai londinesi e non solo da essi. Claude Monet, ad esempio, lo dipinse per ben 41 volte tra il 1900 e il 1904, in ogni condizione di luce, spesso avvolto da una fitta nebbia.
Il destino del vecchio Waterloo Bridge, però, era irrimediabilmente segnato. Alcuni difetti di costruzione si manifestarono già pochi anni dopo l’ apertura ma a decretare la sua fine fu la progressiva erosione del fondale intorno ai pilastri, dovuta alla corrente del Tamigi.
Accanto al Waterloo Bridge, che ad un certo punto fu chiuso al traffico, sorse nel 1925 un ponte temporaneo, in ferro. Era riservato ai veicoli diretti sulla sponda sud del fiume e avrebbe dovuto restare in funzione per pochi anni. In realtà sopravvisse molto più a lungo, perché lo scoppio della guerra rallentò i lavori per il nuovo ponte.
Nel frattempo, nel 1934 si procedette alla demolizione del ponte di Rennie, che durò un paio d’anni. Il pittore Charles Cundall immortalò su tela i lavori di smantellamento.
Terminato il nuovo ponte, aperto al traffico nel 1942, venne il momento di eliminare per sempre la struttura temporanea, robusta e funzionale, che con il passare degli anni si era mimetizzata senza grossi problemi nel panorama cittadino e a cui i londinesi si erano ormai affezionati.
I martelli pneumatici entrarono in azione il 21 Agosto del 1943. Tutto il ferro e l’acciaio furono depositati in un magazzino fuori città, pronti per essere trasformati in carri armati, bombe e cannoni.
Ma qui viene il bello.
Nell’estate del 1944 gli Alleati, sbarcati in Normandia nel mese di Giugno, stavano sfondando il fronte tedesco ma avevano un grosso problema: lungo il fiume Reno c’erano pochi ponti a disposizione, perché i nazisti ne avevano fatto saltare un gran numero.
A qualcuno venne in mente la struttura in ferro che aveva attraversato il Tamigi per ben 18 anni. Il ponte attraversò a pezzi la Manica a bordo di una nave, raggiunse a bordo di decine di camion le sponde del Reno e qui fu rimontato in pochi giorni.
Così racconta più di un libro dedicato alle curiosità di Londra… peccato che si tratti di una suggestiva leggenda urbana!
Ho trovato le prove in questa fotografia del 1944 che mostra alcuni genieri britannici intenti a stringere i giunti di un Bailey bridge sul fiume Reno, montato in sole dodici ore. La didascalia dice che il ponte fu battezzato “Waterloo Bridge”, probabilmente in onore alla passerella di ferro che aveva unito le due sponde del Tamigi. Ecco lo spunto da cui nacque questa storia, che fu addirittura smentita ufficialmente da una nota del War Office.
C’è un’altra vicenda (per anni considerata a torto una leggenda) che riguarda il nuovo Waterloo Bridge, quello che vediamo oggi: molte guide di Londra lo chiamano Ladies’ Bridge, perché a costruirlo furono centinaia di donne londinesi, dato che in quel periodo la maggior parte degli uomini si trovava al fronte.
Ad avvalorare questa credenza non c’era però alcuna traccia documentale. Nel 2005 la storica Christine Wall rinvenne negli archivi del National Science and Media Museum alcune fotografie mai viste prima.
Ce n’è una che mostra Dorothy, giovane saldatrice, al lavoro sul nuovo Waterloo Bridge, un anno prima della sua inaugurazione.
Un ultimo aneddoto ambientato qui risale al 1978.
Georgi Markov, famoso scrittore bulgaro che aveva lasciato il suo Paese dieci anni prima in aperto dissenso con il regime comunista di Todor Živkov, lavorava a Londra per la BBC e per Radio Free Europe. Aveva subito diverse minacce di morte da parte dei servizi segreti bulgari, alleati del KGB sovietico.
Il 7 Settembre del 1978, mentre aspettava un autobus sul Waterloo Bridge, sentì un dolore acuto, come una puntura d’insetto, sulla parte posteriore della coscia destra. Si voltò a vide un uomo che raccoglieva un ombrello da terra e che subito si dileguò a bordo di un taxi. Poche ore dopo Markov avvertì i primi sintomi: vampate di calore, giramenti di testa, poi febbre alta e dolore alla gamba.
Gli esami a cui fu sottoposto in ospedale rivelarono un avvelenamento causato da una capsula piena di ricina, delle dimensioni di una testa di spillo. Gli investigatori ipotizzarono che fu sparata da un ombrello appositamente modificato, mai rinvenuto.
La morte di Markov, che avvenne per un arresto cardiaco quattro giorni dopo, è ricordata con il nome di “Umbrella Murder”.
Ti è piaciuto questo articolo e non vuoi perdere i prossimi? Iscriviti alla newsletter di The LondoNerD: riceverai un avviso via mail ogni volta che un nuovo post sarà pubblicato.