Il mistero di Leinster Gardens

23-24 Leinster Gardens – Tube: Bayswater

La data precisa non è arrivata fino ai nostri giorni ma ciò che sto per raccontare avvenne intorno al 1930. Le cronache raccontano che quella sera arrivarono decine di persone al numero 23 di Leinster Gardens, una quieta strada poco distante da Hyde Park. Uomini e donne scesero dai taxi in eleganti abiti da sera, eccitati per il ballo di beneficenza che aspettavano da settimane e per il quale avevano acquistato un biglietto da ben 10 ghinee. Immaginate dunque la loro sorpresa quando bussarono all’ingresso e non ricevettero risposta. Il suono prodotto dalle nocche contro la grande porta scura era sordo, innaturale, come fosse fatta di mattoni anziché di legno. E poi c’era qualcos’altro che non tornava, osservando meglio i civici 23 e 24 di quel palazzo di cinque piani ricco di fregi e di stucchi: nessuna maniglia sulle porte, nessuna buca per le lettere e le finestre stranamente tutte buie…

Per svelare il mistero di Leinster Gardens bisogna tornare indietro al secolo precedente, quando Londra, prima nel mondo, iniziò a costruire la sua ferrovia sotterranea per risolvere gli enormi problemi di traffico legati alla recente crescita della città dopo l’avvento della rivoluzione industriale. Moltissimi lavoratori che vivevano nei sobborghi si riversavano ogni giorno nel centro della città, utilizzando le linee ferroviarie di superficie, ognuna delle quali aveva una stazione di testa. Nacque a quel punto il problema di connettere tra loro queste stazioni e di alleggerire la congestione delle strade, ormai invase da pedoni, omnibus trainati da cavalli e da carrozze di ogni dimensione. La prima linea sotterranea, inaugurata il 10 Gennaio del 1863, fu chiamata Metropolitan e congiungeva la stazione di Paddington, poco distante da Leinster Gardens, con quella di Farringdon, nella zona settentrionale della City: una distanza limitata, certamente insignificante se confrontata con l’estensione attuale di 402 km, ma per l’epoca un risultato ragguardevole. La tecnica utilizzata per la costruzione della linea fu quella del cut-and-cover: in poche parole veniva espropriato e abbattuto ciò che ostacolava il tracciato, si scavava il solco delle dimensioni adatte ai convogli e si procedeva alla copertura e all’impermeabilizzazione della galleria. A quel punto, in superficie, era possibile ricostruire strade e abitazioni. I motivi per cui veniva usata questa tecnica erano due: intanto non esistevano ancora le macchine per uno scavo meccanizzato, quelle enormi talpe d’acciaio che oggi bucano il terreno come fosse un gioco da ragazzi; inoltre il cut-and-cover permetteva di scavare gallerie più ampie e per quanto possibile ventilate, dato che i treni dell’epoca andavano a vapore, con tutti i problemi che si possono immaginare in un tunnel sotterraneo!

Pochi anni dopo l’inaugurazione della Metropolitan Line si rese necessario il prolungamento a ovest di Paddington e qui la nostra storia incrocia la quieta, elegante strada chiamata Leinster Gardens.  Nei progetti degli ingegneri ferroviari la nuova linea sarebbe passata sotto i civici 23 e 24 e proprio in quel tratto la galleria avrebbe dovuto restare scoperta per qualche decina di metri, per permettere ai fumi delle locomotive di essere espulsi lontano dalle stazioni e dai passeggeri. La porzione di casa destinata all’esproprio e alla demolizione faceva parte di una recente e prestigiosa costruzione, in una zona che già allora aveva quotazioni di un certo livello. Altro che esproprio! La società dovette pagare ai proprietari una cifra esorbitante per acquistare quella porzione del palazzo che avrebbe poi distrutto e in più fu costretta a sottostare ad una condizione bizzarra: per non intaccare la rispettabilità ed il decoro del posto avrebbe dovuto ricostruire tali e quali le facciate dei civici 23 e 24!

Così avvenne e così tutto è rimasto da allora: le facciate (spesse appena un metro e mezzo!) ingannano ancora gli ignari passanti e dietro di esse i treni continuano a sfrecciare in entrambe le direzioni per qualche decina di metri alla luce del sole, anche se oggi non sbuffano più fumo malsano dalle ciminiere. Li potete vedere se fate il giro dell’isolato e arrivate in Porchester Terrace: dietro un muro di mattoni rossi si cela uno dei segreti più bizzarri di Londra.

E gli sventurati invitati al ballo di beneficenza del 1930, che abbiamo lasciato intenti a bussare invano al 23 di Leinster Gardens? Avrete ormai capito che furono vittime di una crudele beffa: un ignoto truffatore vendette un centinaio di biglietti e poi sparì nel nulla.

Le case di Leinster Gardens compaiono nella terza serie di Sherlock.

Un delizioso filmato muto dagli inestimabili archivi di British Pathé.

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