Il massacro di Chunee, l’elefante dello Strand

372 Strand – Tube: Charing Cross Road


Lo Strand Palace Hotel è un tozzo e imponente albergo che occupa un intero isolato sul lato nord dello Strand. A destra è delimitato da Burleigh Street e a sinistra da una strada che ha un nome strettamente legato al passato di questo edificio.

Exeter Street si chiama infatti così per ricordare il fatto che qui un tempo sorgeva Exeter House, la ricca dimora londinese di William Cecil, uomo di Stato e consigliere di Elisabetta I. Al suo interno c’era un parco meraviglioso, con una piccola collina artificiale la cui sommità si poteva raggiungere percorrendo un sentiero a spirale. C’erano un frutteto rigoglioso, un campo per giocare a pallacorda e una sala per il bowling.

Nel 1676 il palazzo fu demolito e dalle sue macerie sorse l’Exeter Exchange, un grande edificio che nel corso dei decenni successivi cambiò pelle più volte.

Al piano terra trovarono spazio cappellai, commercianti di tessuti, produttori di calze e di indumenti intimi. I piani superiori, invece, furono dapprima adibiti a magazzini. Poi, nel 1773, i proprietari dello stabile li diedero in affitto ad alcuni impresari che installarono qui una ménagerie, una collezione di animali esotici pensata per fare concorrenza a quella già esistente nella Torre di Londra, di proprietà del sovrano.

Cominciarono dunque ad arrivare i primi esemplari: leoni, tigri, scimmie… tutti rinchiusi in gabbie di ferro relativamente piccole, a loro volta ospitate in stanze non troppo spaziose.

Così capitava spesso che chi camminava lungo lo Strand udisse all’improvviso un ruggito spaventoso proveniente dalle finestre del secondo piano. Era un leone, rabbioso e infelice per la sorte che gli toccata. Questi lamenti terrorizzavano anche i cavalli che in quel momento percorrevano la carreggiata.

Inconvenienti acustici a parte, per i gestori del serraglio gli affari andavano bene. La gente, incuriosita, accorreva a frotte per ammirare tutte quelle bestie sconosciute.

Nel 1814 la proprietà passò a Edward Cross, che sfacciatamente rinominò la collezione “Royal Grand National Menagerie” e mise all’ingresso un inserviente vestito come uno degli Yeomen of the Guard.

Molte celebrità varcarono in quel periodo la soglia dell’Exeter Exchange: il poeta William Wordsworth, Lord Byron, i pittori Edwin Landseer e Jacques-Laurent Agasse, autore di questo ritratto di Cross.

Uno degli ospiti più popolari (e redditizi) del serraglio fu senz’altro Chunee, un esemplare maschio di elefante indiano, arrivato a Londra dal Bengala nel Luglio del 1811.

Si era esibito per qualche mese al Covent Garden Theatre, prima di essere acquistato e trasferito in una robusta gabbia dell’Exeter Exchange.

Docile e amichevole, fu descritto così da Lord Byron dopo la sua visita del 14 Novembre 1813: “L’elefante prese la mia moneta con la proboscide e me la ridiede, mi tolse il cappello, aprì una porta. Si comportò così bene che avrei voluto diventasse il mio maggiordomo.”

Purtroppo l’indole di Chunee cambiò improvvisamente all’inizio del 1826, in corrispondenza del periodo conosciuto con il nome di musth, la fase di massima eccitazione in cui gli elefanti maschi possono diventare irrequieti e aggressivi, anche nei confronti dell’uomo. Chunee divenne scontroso, anche per colpa di una zanna che aveva cominciato a marcire.

Il 26 Febbraio, durante la consueta passeggiata della domenica lungo lo Strand, l’elefante si imbizzarrì, investendo e uccidendo uno degli inservienti.

Non accennò a calmarsi nei giorni successivi e Edward Cross decise che l’unica soluzione era quella di liberarsi di lui. Incaricò un guardiano di somministrargli del veleno ma Chunee, sospettoso, rifiutò di mangiare.

A quel punto Cross coinvolse i soldati di stanza poco distante, a Somerset House. Arrivarono armati di moschetto e scaricarono contro il povero animale ben 152 proiettili, dopo che l’inserviente gli aveva ordinato di inginocchiarsi.

I moschetti non furono sufficienti e Chunee fu finito con un lungo arpione.

Il pavimento della gabbia divenne un enorme lago di sangue.

Privato della sua attrazione più redditizia, l’avido Cross sfruttò fino all’ultimo il povero Chunee: nei giorni a seguire fece pagare il regolare biglietto di uno scellino ai visitatori desiderosi di assistere alla macellazione dell’animale. Nove uomini lavorarono per 12 ore soltanto per staccare la pelle, che fu venduta ad un conciatore per 50 sterline.

La dissezione di Chunee proseguì ad opera di dodici chirurghi del Royal College of Surgeons e dei loro studenti. Al terzo giorno la decomposizione era già in uno stadio avanzato e l’odore era quasi insopportabile.

Lo scheletro fu dato via per 100 sterline ed esibito nella Egyptian Hall di Piccadilly. Il teschio mostrava i buchi dei proiettili. Se vi chiedete dove si trova oggi rimarrete delusi: lo scheletro andò in mille pezzi nel 1941, durante un bombardamento che distrusse il museo del Royal College of Surgeons dove era stato trasferito.

La sanguinosa fine di Chunee sollevò un’ondata di indignazione in tutta Londra e l’Exeter Exchange chiuse i battenti nel 1828. Fu demolito l’anno seguente.


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