I fantasmi del Langham Hotel

1C Portland Place – Tube: Oxford Circus


Alle quattro del pomeriggio del 10 Giugno 1865, alla presenza di Sua Altezza Reale il Principe di Galles, il Langham Hotel fu solennemente inaugurato.

Apriva quel giorno il più grande e moderno albergo della città, con 300 stanze da letto sparse su 8 piani, 100 servizi igienici e 36 stanze da bagno, un moderno ristorante e una spaziosa coffee-room. C’erano sale da biliardo, raffinati fumoirs, una piscina nel seminterrato, stanze per cerimonie, un ufficio postale interno…

I corridoi erano larghi abbastanza per permettere alle signore che indossavano le ingombranti crinoline di attraversarli camminando l’una accanto all’altra. Per spostarsi da un piano all’altro c’erano dei moderni ascensori idraulici, i primi installati a Londra.

Progettato dall’architetto John Giles, il Langham era stato costruito in due anni, con un costo di ben 300.000 sterline.

Negli anni successivi le migliorie continuarono: l’aria condizionata e l’elettricità, ad esempio, e soprattutto il telefono, con ben 20 linee a disposizione dei clienti.

Passarono di qui celebrità come Charles Dickens, Mark Twain, Noel Coward, George Orwell, William Somerset Maugham.

Una targa ricorda un incontro speciale avvenuto tra queste mura. Il 30 Agosto del 1889 si tenne una cena durante la quale Joseph Marshall Stoddart, editore del Lippincott’s Monthly Magazine, presentò Sir Arthur Conan Doyle a Oscar Wilde.

I due scrittori, alla fine della serata, promisero entrambi a Stoddart di pubblicare con lui un romanzo. Da questo patto nacquero due capolavori: “Il ritratto di Dorian Gray” e “Il Segno dei Quattro”, la seconda avventura di Sherlock Holmes.

Il Langham Hotel, però, è anche famoso per essere l’albergo londinese maggiormente infestato da strane presenze. A quanto pare abita qui una decina di fantasmi…

Al quarto piano, sempre in piedi accanto ad una finestra, c’è un principe tedesco vestito in abito militare, che si gettò nel vuoto per una delusione d’amore poco prima che scoppiasse la prima guerra mondiale.

Poi c’è un maggiordomo che, nonostante abbia già raggiunto da tempo l’età della pensione, continua a vagare per i corridoi del terzo piano rimanendo a disposizione degli ospiti.

Un altro cameriere, con un’uniforme blu e una parrucca con i boccoli, staziona in attesa di ordini, mentre nel seminterrato si può addirittura incontrare Napoleone III, esiliato dalla Francia nel 1871 e riparato a Londra.

Un altro spettro si aggira annoiato per i corridoi: sul viso ha un’orribile ferita ancora sanguinante.

Ciò che accomuna tutte queste apparizioni è l’improvvisa sensazione di freddo che assale i testimoni.

Chiedetelo a Stuart Broad, bowler della nazionale inglese di cricket. Nel Luglio del 2014 soggiornava qui con i compagni di squadra, quando in piena notte si svegliò per il caldo. Appena si alzò dal letto i rubinetti del bagno si spalancarono, per poi chiudersi quando accese la luce. La spense e i rubinetti si aprirono nuovamente. Stuart Broad e il compagno di stanza, in preda al terrore, chiesero immediatamente di avere un’altra camera.

Ma il fantasma più famoso è certamente quello della stanza 333. Indossa una veste da camera di epoca vittoriana e solitamente appare nel mese di Ottobre. E’ un medico che in questa stessa camera uccise la donna che aveva appena sposato e che, preso dal rimorso, si tolse la vita.

La testimonianza più attendibile risale al 1973 e porta la firma del giornalista della BBC James Alexander Gordon, famoso in patria per essere stato per 40 anni l’annunciatore alla radio dei risultati delle partite di calcio.

Gordon soggiornava ogni sette giorni al Langham, che all’epoca era proprietà della BBC, nella stanza 333. Una notte si svegliò e vide di fronte a sè una palla di luce fluorescente che scambiò sulle prime per la luna piena oltre la finestra. La palla di luce si trasformò a poco a poco nella sagoma di un uomo, che cominciò ad avanzare lentamente verso il letto con le mani protese in avanti.

“Chi sei? Cosa vuoi?” gli chiese Gordon e nel fare questo afferrò uno stivale e lo lanciò verso il fantasma, colpendo invece il lavandino. “Vai all’inferno!” gridò, prima di scappare a gambe levate e raggiungere tremante la reception.

Potete ascoltare la storia direttamente dalla sua voce, al minuto 22:07 di questo filmato.

Affascinato da queste vecchie storie di fantasmi, ho fatto qualche ricerca sui quotidiani londinesi dell’epoca, cercando qualche riscontro. Purtroppo non ho trovato alcun cenno a principi tedeschi, maggiordomi, camerieri o a casi di omicidio-suicidio.

Ma… a proposito di suicidi, ho rinvenuto una vicenda curiosa.

Il 5 Ottobre del 1881 l’ispettore di polizia Henry Moore arrivò al Langham Hotel, allertato dalla notizia di una minaccia di suicidio.

Nella stanza 170, accasciato su una sedia, c’era Sir Gilbert Edward Campbell, 44 anni. Accanto a lui una bottiglietta contenente del veleno.

L’uomo gli disse che il giorno seguente a mezzogiorno si sarebbe ammazzato se l’Alliance Assurance Company non avesse versato il denaro della sua polizza vita. Campbell sosteneva di essere disperato e di aver bisogno di quel denaro per sopravvivere. L’ispettore Moore lo portò nella stazione di polizia di Marylebone e lo interrogò a fondo. Saltò fuori che il suo era un goffo tentativo di estorcere denaro alla compagnia assicurativa, un banale ricatto. “La mia morte sarà una brutta pubblicità per l’Alliance Assurance Company” aveva scritto in una lettera.

Scrivere gli riusciva molto bene. Sir Gilbert Edward Campbell, infatti, era un traduttore dal francese (aveva trasposto per i lettori inglesi le opere di Emile Gaboriau, uno dei padri del romanzo poliziesco) e un redattore editoriale, che ogni tanto pubblicava qualche racconto sulle riviste popolari.

Nel 1870 Campbell, ereditato il titolo di baronetto alla morte del padre, aveva sposato Ester Selina Maynham, con cui aveva avuto un figlio e da cui si era separato poco tempo dopo. Cominciò così una carriera criminale di un certo livello: traduceva, scriveva (vorrei leggere prima o poi il suo “The Mystery of Mandeville Square” del 1890) e contemporaneamente metteva in atto frodi molto elaborate.

Creò un Carlist Committee inglese per supportare la guerra civile spagnola e la conquista del trono da parte di Carlo Maria di Borbone-Spagna: i fondi raccolti rimasero tutti nelle tasche di Campbell.

Negli anni tentò varie truffe a compagnie assicurative e finì nuovamente sui giornali nel 1891.

Era infatti tra i fondatori di una società letteraria fasulla che in cambio di denaro prometteva ai propri iscritti, aspiranti poeti e romanzieri, la pubblicazione delle proprie opere e il successo.

Campbell finì in prigione e fu rilasciato nel 1894. Non ci sono notizie certe sulla fine dei suoi giorni ma probabilmente morì pochi anni dopo.

Chissà se il suo fantasma si aggira ancora nella stanza numero 170 del Langham Hotel…


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