Savoy Court – Tube: Charing Cross
Vi ho già accompagnato più volte da queste parti. L’ultima occasione è stata quella in cui vi ho parlato dell’unica strada dell’intera Gran Bretagna in cui si tiene la destra, ovvero Savoy Court, la strada privata che porta all’ingresso dell’omonimo hotel.
Ritorniamo qui oggi perché nelle ultime settimane, leggendo qua e là, ho rintracciato alcune vecchie storie che meritano di essere spolverate e riportate alla luce. Si tratta di storie i cui protagonisti sono i clienti del Savoy, che come tutti i grandi alberghi con una lunga storia alle spalle, ha ospitato un buon numero di personaggi eccentrici.
Ad esempio un anonimo turista canadese che aveva l’abitudine di affacciarsi alla finestra della sua camera e sparare con una doppietta calibro 12 alle oche in volo verso Green Park.
Oppure si ricorda ancora oggi il soggiorno del celebre violinista russo Jascha Heifetz, uno dei più grandi interpreti del secolo scorso. Qui lo vediamo in una fotografia del 1954, appena giunto a Londra in compagnia della moglie e dei suoi preziosissimi violini, uno Stradivari e un Guarneri.
Durante la permanenza in città, però, li trascurò entrambi per imparare a suonare un altro strumento: prese infatti lezioni private di cornamusa sul tetto dell’hotel.
Il Daily Mirror del 12 Ottobre 1953 racconta un episodio gustoso.
Una sera due ospiti del Savoy, appassionati di pesca e un po’ alticci, fecero una scommessa mettendo in palio la bella somma di mille sterline. Uno dei due sosteneva che dal tetto dell’hotel fosse possibile lanciare un’esca attaccata ad una canna per la pesca a mosca e raggiungere le acque del Tamigi (distanti quasi cento metri) con un solo lancio. L’altro negava con decisione. Per dirimere la questione chiesero al manager dell’hotel di interpellare il Flyfishers’ Club.
Una domenica mattina Esmond Drury, membro del club e campione di pesca con la mosca, raggiunse il tetto dell’albergo e si legò ad uno dei camini.
Sotto di lui un poliziotto bloccò momentaneamente il traffico, così da consentirgli di tentare il lancio dell’esca. L’esperimento riuscì perfettamente.
Ma, a proposito di denaro, nessuno può competere con George A. Kessler, un ricchissimo commerciante newyorkese di champagne, e la sua festa di compleanno organizzata al Savoy Hotel nel Giugno del 1905.
Partiamo dal costo: 2.500 sterline dell’epoca, un vero sproposito. Poi dai tempi in cui la festa fu organizzata: appena 24 ore.
Kessler esternò il suo desiderio al manager del Savoy, Henri Prugger, dandogli alcune indicazioni di massima. In poche ore una squadra di cento uomini era già al lavoro: falegnami, elettricisti, idraulici, scenografi, costumisti, fioristi…
Trasformarono il cortile dell’hotel in un angolo di Venezia, riempiendolo con quasi un metro d’acqua e popolandolo di anatre e cigni. Sullo sfondo c’era una scenografia che rappresentava la Basilica di San Marco e altri scorci veneziani.
La Writing Room dell’albergo venne adibita a stanza per ricevere gli invitati alla festa e fu ricoperta da 12.000 rose e garofani, in mezzo ai quali c’erano delle candide colombe.
Nel cortile, immersa nella “laguna” c’era una grande gondola bianca, decorata con drappi di seta, boccioli di rosa e luci elettriche.
I ventiquattro ospiti di Kessler cenarono all’interno dell’imbarcazione, serviti da camerieri vestiti da gondolieri che facevano su e giù dalle cucine attraverso un ponte appositamente costruito. A illuminare il tutto pensavano quattrocento lampade di carta appese a lunghi fili.
Ad un certo punto comparve “Jumbo Junior”, il piccolo elefante del “Royal Italian Circus”: il suo compito fu quello di dispensare gelati ai commensali e di portare legata al dorso la torta di compleanno. Venne ricompensato dai presenti con dolcetti e qualche sorso di champagne.
Nel frattempo, come a Venezia, i piccioni passeggiavano indisturbati.
Ci fu anche la musica ad allietare la serata, con una seconda gondola più piccola in cui si esibì tra gli altri il “signor Caruso”. Proprio lui, il tenore Enrico Caruso, già una celebrità in patria ma anche a Londra, dove aveva esordito al Covent Garden nel 1897.
L’unico incidente della serata fu causato dal colorante blu che era stato aggiunto all’acqua: si rivelò velenoso per i cigni e le anatre. Gli inservienti, mentre il banchetto proseguiva festoso, ebbero un bel da fare per sbarazzarsi dei volatili defunti e di quelli moribondi.
Kessler e i suoi ospiti non si accorsero di nulla.
Ti è piaciuto questo articolo e non vuoi perdere i prossimi? Iscriviti alla newsletter di The LondoNerD: riceverai un avviso via mail ogni volta che un nuovo post sarà pubblicato.