Admiralty Arch – Tube: Charing Cross
La leggenda narra che a Londra esiste un modo molto semplice per fare soldi a palate: sono sufficienti una giornata libera, un paio di scarpe comode e una vista molto acuta. Soltanto così riuscirete (forse) a scovare i Sette Nasi di Soho.
A quanto pare nessuno è mai riuscito nell’impresa ma la leggenda vuole che chi avrà successo diventerà all’istante enormemente ricco.
Ma in cosa consiste questa strana caccia al tesoro? Per saperne di più bisogna fare un salto indietro di un paio di decenni, esattamente al 1997, l’anno in cui in alcune zone del centro di Londra comparvero, appiccicati ai muri di alcuni edifici e monumenti, degli strani nasi…
La maggior parte di essi fu prontamente rimossa nei giorni successivi. Ma non tutti.
Uno, ad esempio, quello che ho fotografato la scorsa estate, è ancora attaccato all’interno dell’Admiralty Arch, il grandioso edificio che collega Trafalgar Square con il Mall, in direzione di Buckingham Palace.
Il naso è collocato a circa tre metri di altezza all’interno dell’arco di destra, se si osserva dalla piazza, e non è difficile da individuare.
Anche qui circola una leggenda: pare infatti che il naso abbia la forma di quello del Duca di Wellington, che era piuttosto pronunciato.
Si dice che i soldati dell’epoca lo toccassero come portafortuna ogni volta che attraversavano l’arco sul dorso di un cavallo. Ma la leggenda scricchiola, perché i conti non tornano: il Duca di Wellington visse tra ‘700 e ‘800, mentre l’Admiralty Arch, voluto da Edoardo VII per onorare la memoria della madre, la Regina Vittoria, risale al 1912. Alcuni dicono invece che il naso sia quello di Napoleone, il grande nemico degli inglesi sconfitto da Horatio Nelson.
C’è poi chi tira in ballo proprio l’Ammiraglio, la cui statua osserva la città dalla sommità della celebre colonna: si dice che, preoccupati che il naso di arenaria potesse frantumarsi mentre veniva issata la scultura, ne crearono uno di ricambio, pronto all’uso.
Ma anche qui la faccenda non quadra: la colonna fu inaugurata ben prima dell’arco, nel 1843…
E poi il naso fu notato per la prima volta soltanto nel 1997, insieme agli altri sparsi per Londra (non soltanto a Soho): apparvero simultaneamente su una colonna della National Gallery, su una parete della Tate Britain, vicino alla stazione di St. Pancras… molti però, come detto, furono rimossi immediatamente.
Per risolvere l’enigma si dovette attendere 14 anni. Nel 2011, infatti, spinto dalla fidanzata, l’artefice dei nasi venne allo scoperto e confessò.
Il suo nome era Rick Buckley, professione artista.
Nel 1997 in Inghilterra era in corso un acceso dibattito sul numero di telecamere di sicurezza sparse nelle strade, in particolare a Londra. Molta gente le riteneva un’intollerabile offesa alla libertà individuale. Buckley, che in quei giorni stava leggendo un libro che parlava del Situazionismo, prese spunto da esso per una azione solitaria. Fece un calco del suo naso, produsse decine di copie in gesso, dipinse ognuna con i colori degli edifici a cui le avrebbe appiccicate e una notte entrò in azione. 35 repliche del suo naso in altrettanti punti della città, per protestare contro chi il naso lo voleva ficcare nella vita dei londinesi.
C’è da dire che, dato che Buckley non fu mai scoperto, tutte queste telecamere all’epoca non dovevano essere così efficienti!
Per provare l’autenticità della sua impresa, l’artista fotografò tutti i nasi. Potete trovare alcune di queste fotografie in una bella edizione di un racconto surreale di Nikolaj Vasil’evič Gogol’, intitolato appunto “Il naso”, pubblicato nel 1836.
E come capita spesso, le mie ricerche mi hanno fatto scoprire un’autentica meraviglia: un cortometraggio animato ispirato al racconto, girato nel 1963 con l’incredibile metodo del pinscreen da Alexander Alexeieff e Claire Parker. La tecnica funziona così: lo schermo è fatto di una miriade di spilli che possono essere orientati e spostati. La luce proviene da un lato e li colpisce proiettando un’ombra, la cui forma e consistenza può venire modificata, creando figure e movimenti. Ad ogni minimo spostamento viene scattata una fotografia, che sarà un singolo fotogramma: ogni secondo del filmato ne contiene 24! L’effetto finale è incredibile!
Si dice che dei 35 nasi disseminati da Rick Buckley in giro per Londra oggi ne sopravviva circa una decina. Di questi 6 si trovano a Soho: Covent Garden, Bateman Street, Dean Street, Denmark Street, una laterale dello Strand e Great Windmill Street.
Chi troverà il settimo naso, quello che lo renderà immensamente ricco?
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