25 Noel Road – Tube: Angel
La mattina del 10 Agosto del 1967 un’automobile scura si fermò davanti al numero 25 di Noel Road, Islington. Ne discese un elegante chauffeur, che suonò il campanello dell’appartamento al secondo piano. Non ricevette risposta e fece un altro tentativo, vano anche questo. Aveva ricevuto il compito di accompagnare il padrone di casa ad un incontro con il regista Richard Lester, per discutere i dettagli di una pellicola da mettere in cantiere.
L’autista, non ricevendo risposta, telefonò per chiedere indicazioni sul da farsi e gli fu suggerito di chiamare la polizia. Gli agenti arrivarono in poco tempo e decisero di sfondare la porta. La scena che si presentò davanti ai loro occhi non fu affatto piacevole.
Joe Orton, l’uomo che quella mattina era atteso agli studi cinematografici di Shepperton, giaceva privo di vita sul letto, in un lago di sangue, con la testa orribilmente fracassata. Ai suoi piedi, sul pavimento, c’era il corpo di Kenneth Halliwell, morto per un’overdose di barbiturici.
L’autopsia rivelò che la morte dei due risaliva al giorno precedente e che Halliwell, dopo aver ucciso il compagno con nove martellate, era spirato per primo, dopo aver mandato giù 22 compresse di Nembutal. L’agonia di Orton era invece durata a lungo, dato che le lenzuola erano ancora tiepide.
I funerali si svolsero separatamente, qualche giorno dopo, e quello di Orton avvenne sulle note della sua canzone preferita dei Beatles, A Day In The Life, uscita soltanto due mesi prima.
Le ceneri di Joe Orton e quelle di Kenneth Halliwell furono mescolate insieme e sparse nel settore 3-C del Garden of Remembrance del Golders Green Crematorium.
Fu questo il tragico epilogo di un rapporto nato 16 anni prima, nel 1951, nelle aule della Royal Academy of Dramatic Arts. Il diciottenne Joe Orton era arrivato a Londra da Leicester, per tentare la carriera di attore di teatro.
Qui aveva incontrato Kenneth Halliwell, più grande di quasi sette anni, anche lui determinato a calcare il palcoscenico.
I due diventarono presto inseparabili. Halliwell, che aveva fatto studi classici, assunse inizialmente il ruolo di mentore e aiutò Orton a trovare il suo personalissimo stile di scrittura. Entrambi, infatti, abbandonarono presto il sogno di diventare attori e cominciarono a produrre racconti, romanzi, e commedie teatrali.
Tutti i loro manoscritti furono rifiutati dalle case editrici, uno dopo l’altro. L’insuccesso, però, non intaccò minimamente le rispettive autostime: i due amanti si permettevano anzi dei lunghi periodi di ozio, sostentandosi con il denaro ereditato da Halliwell dopo la morte dei genitori e con qualche sussidio di disoccupazione. Vivevano come asceti, spendendo 5 sterline a settimana e andando a dormire alle nove e mezzo di sera per risparmiare sulla bolletta elettrica. La loro dieta si basò per anni su fette di pane integrale e fagioli stufati.
Nel 1959 si trasferirono in un monolocale al numero 25 di Noel Road, nel quartiere di Islington. Vivevano in simbiosi, leggendo e scrivendo per l’intera giornata.
Fu in quel periodo che cominciarono a frequentare le biblioteche della zona, in particolare la Islington Central Library e la Essex Road Library.
Non si sa chi dei due ebbe l’idea, ma ad un certo punto Orton e Halliwell cominciarono ad impadronirsi di alcuni libri e a portarli in Noel Road. Orton controllava di non essere visto e li nascondeva in una borsa capiente, Halliwell utilizzava la custodia di una maschera antigas.
Alla sera, nel loro appartamento, con forbici, colla e una macchina da scrivere Adler Tippa, si mettevano al lavoro. L’obiettivo era quello di modificare le copertine dei libri, creando dei collage che mescolavano riproduzioni di opere d’arte, ritagli di giornale e fotografie.
Ecco alcuni esempi.
“Il segreto di Chimneys” di Agatha Christie sembra la storia di tre gatti inquietanti in vacanza a Venezia.
Questa guida dedicata alle rose scritta da Bertram Park ha una scimmia che spunta inspiegabilmente tra i petali.
Uno studio dedicato alle poesie di John Betjeman mostra un uomo di mezza età che guarda in cagnesco e indossa un paio di slip succinti. Il corpo è interamente coperto di tatuaggi.
Una raccolta di commedie di Emlyn Williams, drammaturgo gallese, contiene titoli come “Le mutandine devono cadere”, “La Puritana Olivia”, “Scopata da Monty”, “Sul davanti” e “Da dietro”.
Un romanzo d’amore, “Queen’s Favourite”, ha come immagine quella di due uomini che lottano, nudi fino all’ombelico. Un giallo firmato Dorothy L. Sayers annuncia il mistero di un paio di mutandine e descrive un fallo lungo diciotto centimetri. E così via.
Una volta concluso il lavoro, Orton e Halliwell riportavano i libri in biblioteca e li rimettevano di nascosto sugli scaffali, aspettando la reazione dei lettori.
Gli utenti, indignati e scandalizzati dai volumi in cui incappavano, cominciarono a protestare. I sospetti si concentrarono ben presto su Joe Orton e Kenneth Halliwell, avvistati spesso insieme e residenti allo stesso indirizzo.
Gli appostamenti da parte di impiegati di altre biblioteche, che si fingevano lettori, non ebbero però successo.
I due vandali furono infine scoperti con un tranello architettato da Sidney Porrett, assistente legale dell’Islington Borough Council, il quale inviò una lettera a Halliwell invitandolo a recuperare un’automobile a lui intestata.
“Gentile signore” rispose Halliwell “vorrei sapere chi Le ha fornito questa misteriosa informazione. Chiunque egli sia, dev’essere un bugiardo o un idiota: probabilmente entrambe le cose”.
Queste poche parole furono sufficienti ad inchiodarlo: provenivano dalla stessa macchina da scrivere utilizzata per alterare le copertine dei volumi trafugati e poi rimessi sugli scaffali.
La polizia entrò con un mandato di perquisizione nel monolocale di Noel Road, arrestò la coppia e trovò numerosi libri e migliaia di immagini rubate. Una parete dell’appartamento era interamente ricoperta da un enorme collage creato da Halliwell.
La sentenza fu durissima: sei mesi di carcere per entrambi. Un’esperienza che trasformò le loro esistenze.
Joe Orton, convinto a ragione che la pena così severa rappresentasse una punizione per la loro omosessualità, uscì di galera nel Settembre del 1962, carico di rabbia, sul lastrico, ma allo stesso tempo pronto ad incanalare la vicenda nella sua arte.
“Il carcere ha modificato il mio atteggiamento verso la società. Prima ero vagamente consapevole che da qualche parte c’era qualcosa di marcio, la prigione ha reso tutto chiaro.”
Negli anni successivi Joe Orton ottenne il successo che aveva inseguito per tanto tempo inutilmente: prima una commedia radiofonica alla BBC, poi pezzi teatrali messi in scena in tutta Londra. Il suo nome divenne celebre, tanto da essere invitato come ospite in televisione.
Halliwell, al contrario, uscì di prigione a pezzi. Osservava con invidia l’ascesa del compagno, che pareva essersi affrancato da lui durante la lontananza forzata e che era ormai indipendente. Aveva attacchi d’ansia, che controllava ricorrendo ai tranquillanti in dosi sempre più massicce, e faceva pensieri suicidi.
L’epilogo ve l’ho già raccontato. Avvenne la mattina del 9 Agosto del 1967, nei giorni in cui Kenneth Halliwell aveva capito che forse Joe Orton aveva incontrato qualcun altro e aveva deciso di lasciarlo.
I 72 libri meravigliosamente deturpati da Orton e Halliwell sono oggi uno dei fiori all’occhiello della collezione dell’Islington Museum.
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