Questa è la sesta parte di un racconto diviso in sette capitoli, uscito a puntate nel 1928 sulle pagine dell’Evening Times. L’ho tradotto facendo del mio meglio e ho anche pensato ad un’immagine per illustrarlo. In questo post ho raccontato le bizzarre circostanze in cui lo rinvenni in un mercatino nel 2015. Buona lettura!
Non mi dica che mi ha fatto venire qui perché questo era il posto infame in cui impiccavano gli ammutinati.
Forse.
Io non sono un ammutinato, Holmes. Non ho chiesto agli altri di smettere di ammazzare e farsi ammazzare per la maggior gloria di Vittoria.
Della regina Vittoria.
Di una donna che aveva solo avuto la fortuna di nascere nella famiglia giusta.
Via, Watson, non si metta a fare il socialista, adesso. Non è credibile.
No, non dopo tutti questi anni passati a lavorare con lei, o piuttosto dovrei dire a lavorare al posto suo.
E chi vuole che le avrebbe lette, le avventure di un dottore detective ammutinato in Afghanistan?
Sono scappato, non mi sono ammutinato… purtroppo. E come premio per aver scoperto questo mio singolo sbaglio (posto che fosse uno sbaglio), lei ha potuto ricattarmi per oltre quarant’anni… ma non rivanghiamo il passato. Glielo chiedo di nuovo: vuole uccidermi dove la legge uccideva chi disobbediva agli ordini idioti? Non la facevo così… simbolista.
Dovrebbe saperlo che non va bene innamorarsi delle proprie teorie.
E che altro motivo avrebbe avuto, per incontrarmi qui? Vuole mostrarmi la bellezza del posto? Tra qualche anno diventerà un quartiere residenziale, ci scommetto, e tutti questi capannoni saranno trasformati in case dove i poveri pescatori che vede lì non potranno permettersi di vivere, e pub, e prigioni per poveri vecchi che nessuno vuole più, e forse ci sarà addirittura un museo che celebrerà tutti quelli che qui hanno esalato l’ultimo respiro per una sentenza di sua maestà. Ma oggi non è ancora quel giorno, e da vedere c’è veramente poco. Sarà mica che vuole solo spararmi, ed avere un posto comodo da cui buttare il mio corpo in acqua?
Via, Watson, davvero mi ritiene così banale?
(dal Daily Mail del 27 Giugno 1993)
Un Jack Torrance in gonnella?
Lo scorso 24 Giugno, in una casa di riposo recentemente costruita a Wapping nell’ambito della riqualificazione del quartiere, è deceduta una tal signorina Theot, di novantun anni. Nulla di strano, direte voi; non fosse che, al momento in cui la direzione della struttura ha disposto lo svuotamento della stanza che la signorina aveva occupato, sarebbero stati trovati una quindicina di voluminosi quaderni, tutti uguali, su cui la Theot avrebbe scritto, per centinaia e centinaia di volte, sempre lo stesso testo, che inizierebbe con le parole “non mi dica”.
La direzione della struttura non ha rilasciato commenti sulla sanità mentale della signorina, ma la domanda è lecita: c’era un Jack Torrance in gonnella a Wapping? Un dubbio che forse è meglio resti sempre senza risposta.
(continua…)
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