16-36 Southampton Row – Tube: Holborn
Le fotografie che accompagnano questo post risalgono a più di 5 anni fa, al Marzo del 2018. Chissà perché questa storia è rimasta per tanto tempo nel cassetto e spunta fuori oggi, a distanza di tanto tempo.
Ricordo che quel giorno faceva piuttosto freddo e che pensai che un clima così grigio e quasi spettrale era perfetto per scattare le mie fotografie. Scesi dalla Central Line alla stazione di Holborn e mi diressi verso nord. Dopo poche decine di metri, sul lato sinistro della strada riconobbi le colonne ioniche all’ingresso di Sicilian Avenue, la breve strada pedonale che collega Southampton Row con Bloomsbury Way. Un luogo che di siciliano ha soltanto il nome ma che ha ancora un certo fascino.
La mia meta era proprio a pochi passi, all’incrocio sempre trafficatissimo tra Southampton Row e Theobald’s Road.
La riconobbi subito grazie ai due alti lampioni in ghisa posti su un basamento di pietra, che delimitano un ingresso vietato ai passanti. Ai lati di questo varco partono due cancellate, eleganti e massicce, anche queste in ghisa. Dopo una cinquantina di metri le inferriate si ricongiungono e spunta un terzo lampione, identico agli altri due.
E’ difficile indovinare di cosa si tratta, a prima vista. Bisogna avvicinarsi al cancello, ricoperto di avvisi e segnali di divieto, per capirci di più.
Tra le due inferriate, infatti, osservai un piano inclinato che scendeva con un angolo piuttosto deciso e spariva in una cavità buia. A terra, ben visibili, dei vecchi binari.
Ero finalmente al cospetto dell’imbocco del tunnel dove un tempo venivano inghiottiti i tram della Kingsway Tramway Subway.
Se leggo Kingsway mi viene subito in mente la didascalia che accompagna una fotografia aerea di Charles Rotkin, contenuta in Qui Londra, il libro che da ragazzino mi fece innamorare di Londra.
“In primo piano lo Strand, grande arteria commerciale che unisce le due City, con l’isolata St. Mary-le-Strand e l’adiacente grande semicerchio di Aldwych, donde parte in diagonale l’alberata Kingsway.”
“L’alberata Kingsway”, chi l’avrebbe mai detto, nascondeva un segreto: sotto la superficie del suolo correva un tunnel che, partendo da Southampton Row, raggiungeva le rive del Tamigi.
Tutto iniziò nel 1906, lo stesso anno in cui l’architetto Robert Worley cominciava a costruire Sicilian Avenue. Tre anni prima il London County Council aveva inaugurato la sua prima linea di tram elettrici, che congiungeva Westminster Bridge con Tooting. Il passo successivo era stato il tentativo di collegare le linee che correvano a nord del Tamigi con quelle della sponda sud, dove si trovava anche il grande deposito di Charlton in cui venivano effettuate le riparazioni dei mezzi.
La soluzione adottata fu quella di costruire una porzione di linea sotterranea, che partisse da Theobald’s Road e sbucasse sulla sponda settentrionale del fiume, in corrispondenza del Waterloo Bridge. Qui, con una brusca svolta verso destra, i binari avrebbero raggiunto il ponte di Westminster per poi attraversare il Tamigi.
Il progetto consentì la demolizione di uno degli ultimi slum ancora esistenti, che si estendeva tra lo Strand e Holborn, e di risanare l’intera area. Nacque così una nuova strada, Kingsway appunto, in onore di Re Edoardo VII, e una strada semicircolare che prese il nome di Aldwych.
Dopo il superamento di alcuni ostacoli burocratici, la costruzione del tunnel iniziò. Si utilizzò la tecnica del cut-and-cover, di cui parlai nel mio primissimo post: si scavava una trincea e si procedeva subito dopo alla copertura e all’impermeabilizzazione.
I tram che potevano passare erano ad un piano soltanto, perché nel primo tratto viaggiavano dentro un tubo di ghisa che passava sotto le condutture che trasportano le acque del fiume Fleet.
All’uscita del tunnel i mezzi diretti a nord dovevano affrontare una salita con una pendenza del 10%, lunga una cinquantina di metri. Non tutti gli autisti ci riuscivano al primo colpo: a volte erano costretti ad indietreggiare e a prendere una rincorsa. Fu deciso quindi che sulle linee che percorrevano il tunnel di Kingsway fossero impegnati conducenti con almeno 2 anni di esperienza.
Come ho detto, i tram diretti verso sud rivedevano la luce sul Thames Embankment, proprio all’altezza del Waterloo Bridge.
Tra il 1929 e il 1931 la Kingsway Tramway Subway chiuse temporaneamente per lavori. Essendo aumentato il numero dei passeggeri, il London County Council aveva deciso infatti che transitassero anche i tram a due piani e pertanto si aumentò l’altezza del tunnel deviando il corso sotterraneo del fiume Fleet.
C’erano due stazioni sotterranee, una a Holborn e una a Aldwych.
Quando durante la seconda guerra mondiale il vecchio Waterloo Bridge fu sostituito da quello attuale, l’imbocco meridionale del tunnel fu spostato proprio sotto la grande arcata del ponte.
La storia della Kingsway Tramway Subway fu piuttosto breve, dato che terminò nel 1952, poco dopo la mezzanotte del 6 Aprile. A quell’ora, infatti, transitò l’ultima corsa, poi il tunnel fu chiuso.
I tram londinesi stavano andando infatti in pensione, sostituiti definitivamente dagli autobus alimentati a gasolio. Nei primi anni dopo la chiusura, parte del tunnel fu trasformata in deposito per autobus (ironia della sorte) e nel 1957 divenne un magazzino di materiale edile.
Poi, nel 1964, una porzione della galleria divenne lo Strand Underpass, il sottopassaggio automobilistico a senso unico (in direzione nord) che collega Waterloo Bridge e Kingsway. E’ largo appena 5 metri e alto meno di 4, un cunicolo di cemento armato poggiato sulla superficie dove un tempo c’erano i binari del tram. Fino a pochi mesi fa lo si poteva percorrere a bordo del autobus 521, oggi non più.
Da qualche anno, invece, il London Transport Museum organizza visite guidate del tunnel, al prezzo non esattamente popolare di 49 sterline.
In alternativa potete spendere altrettanto, probabilmente anche di più, e passare una serata diversa dal solito!
Sotto l’arcata nord del Waterloo Bridge, infatti, c’è oggi il Proud Cabaret. Il locale, che ospita rinomati spettacoli di burlesque, acrobati e artisti circensi, sorge proprio nel punto in cui fino al 1952 i tram uscivano in superficie, dopo un lungo viaggio nel buio.
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