Il Passaggio Segreto

Camden Passage – Tube: Angel


I lettori più assidui di questo blog conoscono bene il titolo del mio libro-feticcio, la monografia datata 1969 da cui scaturì la mia passione per la capitale britannica. Ogni tanto estraggo “Qui Londra” dalla libreria, lo sfoglio, rileggo alcune parti, osservo le fotografie in bianco e nero e quelle a colori. Inevitabilmente, poco dopo, scaturisce una storia che poi finisce su queste pagine.

Il racconto di oggi risale a qualche anno fa, all’Ottobre del 2015, quando tra le tappe di un weekend londinese decisi di inserire una visita ad un mercatino dell’antiquariato che compare nel libro con una fotografia di Pia Zanetti.

Questa la didascalia che la accompagna:

“Camden Passage: accanto alle aste e agli antiquari di lusso, Londra offre all’amatore una miriade di mercatini, ov’è possibile reperire le più impensate “antichità” uscite dalle soffitte cittadine”.

Mercatini, antichità, soffitte… parole magiche per le mie orecchie!

Quel pomeriggio di Ottobre presi la Northern Line a Elephant & Castle e, dopo sei fermate, scesi alla stazione di Angel. Un nome appropriato, pensai, per descrivere la giovane coppia di musicisti che si esibiva in quel momento sul marciapiede. Lui ottimo chitarrista, lei con una voce adorabile. Due autentici angeli, insomma.

Dopo pochi passi ero già arrivato. Non aspettatevi Portobello Road: Camden Passage è una breve e pittoresca strada che corre parallela alla trafficata Upper Street e in poco spazio racchiude una quantità di negozi di antiquariato, di bancarelle, di caffè, pub e ristoranti.

C’era ancora la bottega di Bob Borzello, stampatore americano residente qui da decenni e fondatore della “Society for the Prevention of Cruelty to Fruit and Vegetables”. I poster da lui ideati e appesi alla vetrina del negozio sono ormai un cult.

Con l’eccezione del lunedì, a Camden Passage si tiene ogni giorno un mercato sui cui banchi si alternano libri, gioielli, abiti, fotografie e oggetti insoliti. La qualità media di ciò che troverete è alta.

Il “Passaggio” risale alla seconda metà del Settecento e fu aperto come vicolo alle spalle degli edifici principali di quella che un tempo si chiamava Islington High Street.

In questo acquerello di Geoffrey Fletcher del 1973 potete scorgere il Camden Head, lo storico pub in cui ogni sera, al primo piano, va in scena il celebre spettacolo organizzato dall’Angel Comedy.

Il mercato è relativamente recente, fu infatti aperto da John Payton nel 1961 ed ebbe subito successo, contando negli anni d’oro quasi 350 espositori.

Nel 1979 un vecchio deposito dei tram fu riconvertito e battezzato Mall Antiques Arcade, con negozi sparsi su due piani. Oggi un edificio vincolato, era stato costruito nel 1905 ispirandosi alla prigione di Newgate, demolita tre anni prima.

Chiuse tristemente i battenti nel 2008 ed è ora l’enorme showroom del corrispettivo inglese di un’azienda italiana che produce sofà e poltrone, le cui promozioni terminano proprio oggi, domenica 18 Giugno. Affrettatevi!

I mercanti di Camden Passage oggi sono molti meno di un tempo ma, come ho detto, la qualità della merce è ancora buona.

Lo scopo della mia visita del 2015 era quello di fotografare a distanza di 46 anni lo stesso angolo immortalato da Pia Zanetti. Lo trovai quasi subito, in una zona del mercato chiamata Pierrepont Arcade.

Ovviamente i piccoli negozi avevano cambiato nome ma era tutto sostanzialmente uguale: la striscia di cielo sopra il mio capo, la vetrina della bottega di fronte, la lunga griglia per lo scolo dell’acqua piovana.

E lo sguardo dei passanti, degli “amatori in cerca di impensate antichità”: tutto molto simile alla scena di “Qui Londra”.

Dopo aver scattato un paio di fotografie, varcai la soglia del negozio che nel 1969 si chiamava “Pot Luck”, espressione inglese che potremmo tradurre con “quello che capita, ciò che passa il convento”. Un nome azzeccato, per una bottega di antichità.

Nello stesso 1969, in questa immagine del fotografo John Cole, aveva già cambiato proprietario ed era diventato una libreria.

Nel 1975 un altro nome ancora…

Nel 2015 il negozio vendeva porcellane e vasi di vetro, non esattamente la mia passione, ma aveva anche qualche vecchio libro e alcuni scatoloni sul pavimento, zeppi di cianfrusaglie varie. Incuriosito, passai una decina di muniti a rovistare all’interno, poggiato sulle ginocchia, riempiendomi le mani di polvere. Il bottino, però, fu ragguardevole.

Acquistai una prima edizione di un libro dal titolo affascinante, firmato da un tale G. W. Stonier, “Round London With The Unicorn”.

E portai a casa un pacco di sette numeri del London Evening Times, consecutivi tra loro. Anno domini 1928.

Li comprai perché ogni numero aveva in prima pagina una vignetta satirica di Jim Cossins, umorista dell’epoca.

Qualche sera fa, per puro caso, li ho nuovamente sfogliati e mi sono accorto di un particolare straordinario che mi era totalmente sfuggito: all’interno dei giornali, a puntate, era presente per intero un racconto di un autore sconosciuto, che aveva scelto uno pseudonimo vagamente italiano. Un racconto per molti versi insolito, fuori dagli schemi, che mi ha appassionato. Si spiega così perché i sette numeri erano insieme, stretti da un robusto spago: il proprietario non li aveva gettati perché desiderava conservare l’avvincente feuilleton ambientato a Londra.

Non potevo tenere soltanto per me questa piccola, grande scoperta e ho dunque deciso che da domani, uno alla volta e uno al giorno, li posterò qui sul blog mantenendo lo stesso ordine con cui furono pubblicati all’epoca.

Ovviamente usciranno puntuali alle 7,30 del mattino, l’ora della prima colazione e della lettura dei giornali.

Trascriverli e tradurli è stata una bella faticaccia ma credo ne sia valsa la pena. Sono curioso di leggere le vostre impressioni e di ricevere il vostro aiuto per saperne di più. Appuntamento a domani, dunque!


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