27a Foley Street – Tube: Goodge Street
Sghignazzate quanto vi pare ma applaudite il fatto che nel Regno Unito esiste e lavora per voi la British Toilet Association.
L’associazione, che non ha scopo di lucro e vive grazie alle sottoscrizioni dei suoi membri (più di un centinaio) e ai contributi degli sponsor, promuove dal 1999 la realizzazione, la manutenzione e soprattutto la qualità dei bagni pubblici disseminati in tutto il Paese.
Tutti noi sappiamo che quando siamo fuori casa e, più o meno improvvisamente, scatta il momento del bisogno è molto difficile usufruire di un bagno che sia decente e ben tenuto. Soprattutto a Londra, dove negli ultimi vent’anni il numero delle toilette pubbliche è diminuito del 40%.
La BTA organizza campagne di sensibilizzazione per aiutare le persone con disabilità, fisiche o mentali, le famiglie con bambini, gli anziani e categorie come i camionisti o i tassisti che passano la giornata lontano dalla propria casa e dal proprio W.C.
Il problema affonda le sue radici in tempi lontani, nel Medio Evo, quando i londinesi si liberavano in casa utilizzando dei secchi o dei vasi il cui contenuto finiva in strada o direttamente nelle acque del Tamigi.
Si spiega così l’origine del nomignolo “loo” usato ancora oggi per indicare la toilette: quando i secchi venivano rovesciati in strada dai piani superiori, si udiva l’urlo “gardyloo” (dal francese “gardez l’eau”).
In quegli stessi anni giravano per Londra delle figure misteriose, che indossavano lunghi mantelli di pelle nera e portavano con sé un secchio. La gente li chiamava human lavatory e il loro compito era proprio quello che state pensando: in cambio di uno spicciolo facevano accomodare il bisognoso sul secchio e lo avvolgevano completamente con il mantello, fin tanto che il cliente non si era liberato.
E’ giunto ai nostri giorni il nome di un solo human lavatory, tale Thomas Butcher di Cheapside, multato nel 1190 per aver chiesto un prezzo eccessivo ad un utente.
Un secolo più tardi ci fu chi pensò di trarre profitto in questo campo e costruì dei bagni pubblici sui ponti della città, il luogo più indicato per un rapido smaltimento.
Il vecchio London Bridge, ad esempio, era dotato di queste “houses of office”, che in sostanza erano lunghe tavole di legno con dei buchi tondi, sotto i quali scorrevano le acque del fiume.
Richard Whittington, per ben quattro volte amatissimo sindaco di Londra, costruì a beneficio dei cittadini la celebre Longhouse di Walbrook Street: 128 sedute, 64 per gli uomini e altrettante per le donne, sulle rive del Tamigi.
Gli escrementi finivano in un canalone scavato dal fiume, che due volte al giorno, veniva svuotato dalla marea.
L’utilizzo della Longhouse, che operò dal 1421 al Grande Incendio del 1666 che la distrusse, era gratuito ma la carta igienica non era inclusa. A questa pensavano dei ragazzini che percorrevano avanti e indietro la lunga fila di sedute, vendendo quello che in gergo si chiamava “bum fodder”.
Il Public Health Act del 1848, approvato in anni in cui il numero degli abitanti di Londra stava letteralmente esplodendo, diede una spinta alla costruzione di bagni pubblici adeguati.
Tre anni dopo, la Great Exhibition al Crystal Palace di Hyde Park fu il primo luogo in Inghilterra a fornire ai visitatori dei “moderni” gabinetti dotati di sciacquone.
Li aveva installati un brillante idraulico di Brighton, George Jennings, che aveva inventato un efficiente sistema di scarico.
La sua flushing toilet, che aveva un costo di un penny per ogni utilizzo, gli fece guadagnare 1.790 sterline nel giro di 23 settimane, tanto durò l’Esposizione Universale.
A questo prezzo i 827.280 visitatori che la utilizzarono poterono usufruire di una seduta pulita, di un asciugamano, di un pettine e di una lustrata di scarpe.
Nacque in questa occasione l’espressione “to spend a penny” per indicare una visita alla toilette.
L’anno successivo, il 2 Febbraio 1852, aprì il primo bagno pubblico per uomini sulla strada, al numero 95 di Fleet Street.
Nove giorni dopo, al 51 di Bedford Street, la prima toilette femminile.
Nel 1855 fu il turno dei primi gabinetti sotterranei, fuori dal Royal Exchange. Durante tutta l’epoca vittoriana i bagni pubblici nacquero come i funghi, disseminati nell’intera città.
Oggi, purtroppo, ne rimangono pochissimi esempi. C’è quello di St Christopher’s Place, a pochi passi da Oxford Street…
… e poi c’è “The Attendant”, un lavatory vittoriano di Fitzrovia convertito da pochi anni in un caffé modaiolo.
Gli orinatoi sono quelli originali, così come le cisterne per l’acqua di scarico e le piastrelle smaltate bianche e verdi.
Ecco come si presentava prima della trasformazione…
Confesso di non esserci mai stato, il posto è nella lista di quelli che visiterò la prossima volta che metterò piede a Londra.
E ho una grandissima curiosità: ma ci sarà il bagno in questo locale oppure no?
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