Castelli, ricordi e calici di prosecco

Castelbrando – Cison di Valmarino (TV)


9 Maggio 2021, un mese fa. E’ una splendida domenica di inizio Maggio che io e Silvia abbiamo deciso di dedicare interamente a percorrere con calma e spensieratezza la meravigliosa Strada del Prosecco. Partiti da Conegliano in direzione di Valdobbiadene, a metà del percorso ci imbattiamo nel cartello stradale che annuncia il borgo di Cison di Valmarino. Immediatamente nella mia testa cominciano ad affiorare ricordi vividissimi, risalenti a… a… a 25 anni fa! Accidenti!

Decido quindi di proporre una sosta, per rivedere dopo tanto tempo un posto dove non ho più rimesso piede: Castelbrando, l’imponente fortezza abbarbicata alla rocca che sovrasta il paese.

Oggi è un rinomato (e un po’ pretenzioso, se mi è concesso) albergo e ristorante, raggiungibile a piedi o a bordo di una moderna funicolare, ma nella primavera del 1996 si chiamava ancora “Castello Brandolini D’Adda” e aveva un aspetto ben diverso. Un po’ malandato e bisognoso di restauri, aveva però un fascino indiscutibile.

Proprietà dei Salesiani dal 1959, era stato adibito a seminario e a luogo per ritiri e fu qui che partecipai al primo weekend di formazione per diventare un “leader” del TGS Eurogroup!

Avevo deciso di provarci dopo due estati trascorse in Inghilterra come studente, prima a Tonbridge e poi a Guildford. Non appena diventato maggiorenne, pensai di passare dall’altra parte della barricata, per imitare il Curzi e il Parma, due dei quattro temerari accompagnatori (i leaders, appunto) che l’estate precedente avevano pascolato me e altri quaranta scalmanati per quasi un mese.

Dal 18 Luglio al 14 Agosto avevamo infatti soggiornato a Guildford, ridente cittadina del Surrey, spargendoci a coppie o a terzetti tra una manciata di famiglie locali e portando un po’ di scompiglio sui prati del sonnacchioso Stoke Park con le nostre rumorose partite di calcio.

Avevamo fatto progressi, chi più e chi meno, con il nostro inglese ma, soprattutto, avevamo creato un gruppo unitissimo, tanto che molti di noi sono ancora amici a distanza di tanto tempo. Merito nostro ma soprattutto dei nostri leaders, capaci di mettersi in gioco, di divertirsi con noi e allo stesso tempo di restare un punto di riferimento autorevole. Insomma, dopo l’estate del 1995, cominciai a seguire gli incontri di formazione per provare a diventare anch’io uno di loro.

Conservo ancora un vecchio depliant di Castelbrando (“dispone di n° 60 camerette singole e può arrivare a n° 100 posti letto e a n° 200 coperti pranzo”), l’invito con il programma del fine settimana del 23/24 Marzo e addirittura il menù della cena del sabato: pasticcio alla cisonese, ravioli in salsa rosa, arrosto alle verdure, salsicce alla paesana, verdure cotte e crude, vino, acqua, dolce del Col e frutta.

All’epoca a dirigere le operazioni c’era ancora il mitico don Berti, il fondatore e l’anima dell’associazione, uomo apparentemente burbero e ruvido. Quando prendeva la parola lui, con la voce autorevole e stentorea che ancora ricordo, immediatamente tutti si zittivano e i pochi che non lo facevano venivano prontamente ripresi.

Nella notte tra il sabato e la domenica, mentre noi facevamo una quieta baldoria in una delle “60 camerette singole”, qualcuno ci venne ad avvertire che don Berti era in perlustrazione lungo i corridoi. Ricordo che c’era una lunga scala in legno che univa tutti i piani del castello e che quella notte, mentre aspettavo il sonno, sentivo chiaro ed inconfondibile il rumore del suo bastone piantato in terra: chissà fino a che ora proseguì la ronda.

Cison di Valmarino, poi Asolo, Conegliano, il quartier generale di Mogliano Veneto… gli incontri cambiarono sede con il passare degli anni e ovviamente quando arrivava l’estate c’era l’attesa partenza per l’Inghilterra.

Nella testa si accavallano ricordi, volti, amicizie, episodi esilaranti. Farò una carrellata disordinata, perché sarebbe impossibile mettere tutti i tasselli al proprio posto. La farò in ordine cronologico, dal primo anno da studente a Tonbridge in poi, facendomi aiutare dal mio prezioso scrapbook TGS, in cui nel tempo ho conservato un po’ di tutto.

Tonbridge ’93, dicevo. Fui iscritto per caso a questa vacanza studio dai miei genitori che conoscevano uno degli accompagnatori, insegnante di inglese. Io, che non avevo mai frequentato un oratorio, conobbi così i Salesiani: gente in gamba, che educa i ragazzi scendendo nella mischia e sporcandosi le mani.

Con noi c’erano quattro accompagnatori laici (tutti studenti universitari) e un sacerdote che veniva dalla Croazia. Al tempo nella ex Jugoslavia infuriava la guerra e ricordo che ogni tanto vedevamo Zarko con l’orecchio appoggiato alla radiolina portatile: ascoltava le brutte notizie che arrivavano da casa.

A Tonbridge ero ospite di una simpatica signora, rimasta vedova da qualche anno, che tagliava gli spaghetti con le forbici e li ricopriva di ketchup. Mrs. Wilson, si chiamava così, duplicò per me un’audiocassetta con un bootleg di John Lennon (preziosissimo, a parer suo!) e a Natale mi inviò un bel biglietto di auguri.

Due anni dopo, quasi maggiorenne, arrivò l’estate di Guildford di cui ho già parlato. Nel mio scrapbook c’è l’elenco lunghissimo di noi studenti, con tutti gli indirizzi e i numeri di telefono (delle rispettive abitazioni in Italia, perché i cellulari non esistevano).

Poi c’è la lettera ciclostilata (!) che riassume tutte le cose da ricordare prima della partenza: la carta d’identità valida per l’espatrio, il regalo per la famiglia ospitante, un kg di spaghetti Barilla n°5 “per la sopravvivenza dell’italianità”. In fondo, una nota scritta nello stile inconfondibile di don Berti:

“Variazione nelle quote? Al 30/12/94 la sterlina al cambio veniva cambiata a lire 2.534,00. Noi ci auguriamo tempi migliori; però nella prima decina di maggio dovremo per necessità prendere una decisione tenendo presente che per ogni ragazzo dobbiamo acquistare CIRCA MILLE STERLINE.”

17 Marzo 1996: la prima di tantissime Su e Zo per i Ponti di Venezia, la 19esima edizione. Bellissima allora come oggi, confidando che nel 2022 si tornerà a viverla come una volta.

Proseguo il mio scartabellare e trovo la data del mio debutto da leader, il 18 Luglio del 1997. Non avevo ancora compiuto vent’anni ma, se ricordo bene, il ragazzo che avrebbe dovuto far parte della cinquina di accompagnatori si ruppe una gamba pochi giorni della partenza e don Berti chiamò a casa dei miei genitori chiedendo di me. “Gheto impegni per questa estate o sito ancora libero per andare in Inghilterra?”. Potete immaginare la mia felicità.

I miei colleghi leaders erano strepitosi, per non parlare della famiglia che ci ospitò tutti e cinque per un mese.

Daria e Tony Keeler sono una colonna del TGS, due persone difficili da spiegare a chi non li ha conosciuti di persona. Immaginate di trovarvi immersi in una sitcom scritta benissimo, in cui le risate si susseguono senza sosta, in un tripudio di paste al forno (la specialità della casa), barbecue domenicali in giardino (l’evento top dell’estate TGS), birre e vino bianco a fiumi. Ma Daria e Tony non erano soltanto questo, erano anche persone con cui confidarsi, che avevano a cuore il nostro benessere e volevano che la loro casa fosse il luogo dove rilassarci la sera dopo una giornata stancante vissuta con i ragazzi. Perché il mestiere del leader, credetemi, è un mestiere impegnativo.

L’anno successivo replicai, nuovamente a Tonbridge e nuovamente a casa di Daria e Tony. Non potevo desiderare di meglio, davvero.

Tra le carte trovo un promemoria per i leaders che è quasi commovente: “Telefonare a don Berti appena arrivati a Gatwick e poi ogni sabato alle ore 8.00 pm (ora inglese). Per cambio di orario lasciare messaggio in segreteria telefonica”.

Il sabato era tutto dedicato a Londra e, al rientro in stazione, si andava alla cabina telefonica per raccontare al vecio com’era trascorsa la settimana. Lui ascoltava, attento e severo, e poi ci augurava una buona domenica.

Gli incontri di formazione, in quel periodo, si erano spostati ad Asolo. Il Castello di Cison era stato infatti venduto dai Salesiani ad un imprenditore che lo avrebbe trasformato poi in quello che vediamo oggi.

Una delle mitiche missive di don Berti contiene i suoi complimenti per la riuscita dell’incontro di Asolo appena concluso, probabilmente scritti in codice:

“Tante ed eccezionali le “frittole – crostoli e dolci” ecccccc; scarso il vino ecc………. ai FUSTI riabilitarsi il 22-23/03.”

A distanza di tanti anni non sono ancora riuscito a capire il significato di “riabilitarsi ai fusti” ma ormai poco importa.

Le mie scartoffie fanno un salto al 2001. Mi ero preso un paio d’anni di pausa, don Berti era mancato l’anno precedente e l’associazione, grazie allo sforzo di tanti volontari, stava proseguendo la sua attività, con molte incognite ma altrettante energie.

Tornai a fare il leader per tre anni di fila. Un’esperienza che talvolta poteva rivelarsi un po’ pesante…

A Caterham eravamo ospiti nella grande casa di Fiona. I suoi tre figli, al nostro ritorno dalle attività al parco, avevano la simpatica abitudine di tenderci degli agguati per poi costringerci a giocare con loro. Io e Alberto, già stanchi a sufficienza, non potevamo fare altro che obbedire.

Nel 2002 e nel 2003, entrambe le volte a Tunbridge Wells, ricordo due cinquine di leaders affiatate e capaci di divertirsi.

Il primo anno portammo con noi un gruppo di ragazzi straordinariamente in gamba, pieni di talento, che mi fecero ripensare ai compagni di Guildford ’95.

E come dimenticare gli imbarazzanti karaoke al pub dell’anno successivo, sorseggiando bottigliette di Bacardi Breezer che tanto andava di moda quell’anno?

Puntuale, ogni anno, lo sfrenato Keeler’s Barbecue a casa di Daria e Tony. Meraviglioso.

Nei vari programmi del mese trovo tutte le località che il TGS mi ha permesso di visitare: le Seven Sisters, le magnifiche scogliere a strapiombo sulla Manica; la zona dei Docklands e Greenwich, raggiunta navigando il Tamigi; Cambridge e Oxford; Leeds Castle, Hampton Court, Windsor… e decine di altri luoghi.

Nel 2006, dopo due anni di pausa perché il lavoro non mi permetteva più di partire, un’altra telefonata. Questa volta sul mio cellulare. A chiamare era Gino, El Presidente (come lo chiama ancora Daria Keeler). Si era verificato un imprevisto e c’era bisogno di un rincalzo last minute. Ci misi poco ad accettare: presi ferie e poche settimane dopo partii per quella che sarebbe stata la mia ultima estate come leader TGS, nuovamente a Tunbridge Wells.

Noi accompagnatori alloggiavamo in un luogo meraviglioso, in aperta campagna e a venti minuti di automobile dalla civiltà. Avevamo un piccolo cottage tutto nostro, un tavolo da ping pong nel giardino e un tappeto elastico a disposizione per smaltire lo stress a fine giornata.

Ogni mattina la nostra padrona di casa Katy, infermiera in ospedale, ci portava tutti in città a bordo del suo monovolume. Si partiva sempre all’ultimo momento e sfrecciavamo lungo strade secondarie in mezzo ai boschi per evitare il traffico. Accanto a Katy, sul sedile anteriore, stava il nostro Alirio, con il compito di reggere la tazza piena fino all’orlo di caffè bollente, che lei non aveva fatto in tempo a bere perché in ritardo. Ad ogni curva il poveretto era terrorizzato da un possibile frontale e doveva pure evitare di ustionarsi. I sedili, pieni di macchie di caffè stratificate negli anni, erano ormai irrecuperabili.

Alirio era un prete tosto: seguiva i ragazzi di un quartiere difficile di Bogotà ma non lo ricordo per questo motivo, quanto per il fatto che sosteneva con fervore che la pizza fosse stata inventata in Colombia.

Gli aneddoti potrebbero proseguire all’infinito. Pur senza più partire come leader, negli anni seguenti ho continuato a partecipare alle attività del TGS lavorando nelle retrovie, in quello che oggi si chiama Direttivo e che un tempo era il Comitato. Il nostro compito era quello di seguire la formazione dei leaders, organizzare gli incontri in Italia e fare mille altre cose: pianificare, programmare, tenere i rapporti con i collaboratori inglesi, fare un salto oltre Manica ogni tanto per un sopralluogo…

La fatica, che ogni tanto si sentiva, era ben ricompensata dai momenti di svago. Non riesco a contare i pranzi, le cene, le giornate passate in questo o in quel luogo, a casa di uno di noi, al mare, in montagna.

Per qualche anno di fila abbiamo ideato, scritto, interpretato e prodotto alcuni piccoli capolavori cinematografici, tutti incentrati in qualche modo sulla figura del povero Gino, all’epoca Presidente TGS e sempre nel mirino di vari villains da noi creati: agenti segreti con tanto di inseguimenti sul Canal Grande, loschi personaggi inglesi, Charlie’s Angels in salsa veneta e pericolosi vampiri. Ci diciamo sempre che prima o poi dobbiamo organizzare una sessione di binge watching a casa di qualcuno.

Potrei continuare per giorni, a raccontare aneddoti. Mi fermo qui, felice di sapere che il TGS (che quest’anno compie ben 53 anni) è ancora in ottima salute e che tanti ragazzi ogni estate vivono avventure simili a quelle che ho avuto la fortuna di vivere io. Un full english breakfast, ad esempio…

La pandemia non ha di certo fermato le attività, nell’ultimo anno i leaders e il Direttivo hanno saputo inventare nuovi modi di far vivere l’Inghilterra ai ragazzi e hanno progetti meravigliosi da mettere in pista non appena sarà possibile tornare a viaggiare. Non vedo l’ora che accada e che tutti potremo ritrovarci a Piccadilly Circus il sabato pomeriggio, come sempre.

Nel frattempo sono ormai arrivato a Valdobbiadene e non posso fare altro che alzare in alto il calice. Brindo ai miei bellissimi ricordi ma soprattutto ai prossimi successi del TGS Eurogroup!


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