218 High Holborn – Tube: Holborn
“1992 is not a year on which I shall look back with undiluted pleasure. In the words of one of my more sympathetic correspondents, it has turned out to be an annus horribilis.”
Così si espresse la Regina Elisabetta in un celebre discorso tenuto nella Guildhall il 24 Novembre 1992, in occasione dei festeggiamenti per i suoi 40 anni di regno.
A distanza di 28 anni, mai come questa volta, un anno è terminato con tanto sollievo da parte di tutti. Anch’io, come chiunque, non vedevo l’ora di lasciarmi alle spalle questo rovinoso 2020 e ho salutato l’arrivo dell’anno nuovo con tantissime aspettative e un po’ di timore. Probabilmente non tornerà più il mondo che conoscevamo prima della pandemia, perché tante cose sono cambiate definitivamente. Spero prima di tutto di incontrare nuovamente gli amici e i familiari senza alcuna paura. E spero che torneremo presto a viaggiare, perché stare lontano da Londra sta cominciando a diventare decisamente intollerabile…
Mano a mano che i mesi passavano, il 2020, annus horribilis per l’intero pianeta, era ormai sinonimo di disgrazie, di sciagure e di lutti, tanto che ad un certo punto ha seriamente rischiato di far vacillare una delle mie certezze: il fatto di non essere una persona superstiziosa. Non vedevo l’ora che l’anno finisse e che si potesse voltare pagina.
Tutto ciò, però, mi ha fatto tornare in mente una vicenda curiosa di cui avevo sentito parlare e che sono andato ad approfondire. La vera storia del Club dei Tredici…
William Harnett Blanch nacque nel 1836 da una famiglia di fabbricanti di pistole e fucili. Il padre, John Blanch Jr., per evitare un contenzioso legale relativo ad un brevetto, preferì fare le valigie e partire per l’Australia con tutta la famiglia. Lui e la moglie Sara avevano già un bambino e salparono quando lei era incinta del secondo. William Harnett Blanch nacque infatti a bordo del piroscafo, mentre erano all’altezza dell’Equatore. Trascorse i primi tre anni a Melbourne, dove il padre avviò subito un’attività, sempre nel settore delle armi. Il 17 Dicembre del 1839 accadde la tragedia: John e Sara saltarono in aria nel loro negozio, a causa di un incidente con alcune munizioni.
Poco tempo dopo, il piccolo William Harnett, rimasto orfano, fece ritorno in Inghilterra. Cominciò a lavorare con lo zio nel 1851 e, dopo alcuni anni di apprendistato, fondò la sua azienda nel 1861.
Fu un valido inventore, dedicandosi in particolare ai mirini per fucile.
Ma non è tutto. William Harnett Blanch si dedicò anche alla scrittura. Fece il giornalista e lo storico e produsse parecchi libri, soprattutto di storia locale. Niente di memorabile, in ogni caso, perché il motivo per cui ci ricordiamo di lui ancora oggi è legato alla fondazione nel 1889 di un circolo molto particolare: il “London Thirteen Club”.
Ispirata ad un analogo cenacolo newyorkese, lo scopo dell’associazione era quello di smentire le superstizioni.
I membri si davano un regolare appuntamento in un celebre ritrovo dell’epoca, frequentato anche dal Principe di Galles.
L’Holborn Restaurant occupava l’angolo tra Kingsway e High Holborn ed era un locale sontuoso, che ospitava spesso eventi memorabili all’interno della mastodontica King’s Hall.
Il tredicesimo giorno di ogni mese venivano apparecchiate tredici tavole, ad ognuna delle quali si accomodavano tredici commensali. Ciascuno portava una cravatta verde, con piccoli scheletri infilati nelle asole. Per raggiungere la sala (ovviamente la numero 13) gli invitati dovevano seguire un becchino e passare sotto una scala.
Dopo che tutti si erano accomodati di fronte ad un centrotavola che raffigurava un gatto nero, una piuma di pavone e il calderone di una strega, la cena poteva cominciare. Non prima di aver sparso del sale in giro. Le vivande erano portate al tavolo da due camerieri strabici, che iniziavano il loro servizio mandando in frantumi un grande specchio.
Per alcuni anni il club ebbe un grande successo. Ne facevano parte soprattutto giornalisti e politici e le quote annuali venivano distribuite ai poveri di Southwark.
Anche Oscar Wilde fu invitato ad unirsi ma declinò cortesemente con questa motivazione: “Amo le superstizioni. Sono l’avversario del buon senso”.
Nonostante le premesse il club aveva un tasso di mortalità molto basso. Scomparve soltanto uno dei suoi membri, che tra l’altro aveva dimenticato di pagare la tessera annuale.
Nell’estate del 1900, però, morì a 64 anni William Harnett Blanch, il vulcanico fondatore. Il suo necrologio riporta la notizia che il club, poco tempo dopo, interruppe l’attività.
Oggi l’Holborn Restaurant è un pallido ricordo, fu demolito nel Dicembre 1955 e al suo posto c’è un enorme edificio a vetri che ospita uffici.
Pochi mesi prima erano andati all’asta gli arredi del ristorante: 2000 sedie in pelle e tessuto, 200 tavoli, pannellature di mogano e noce, pianoforti, tappeti, tende, specchi (quelli superstiti, evidentemente!), stoviglie e bicchieri. E le migliaia di polverose bottiglie di vino conservate negli immensi sotterranei.
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