Buckingham Gate – Tube: St. James’s Park
Molti di noi attendono con ansia il prossimo 15 Novembre. Quel giorno, infatti, sbarcherà finalmente su Netflix la quarta stagione di “The Crown”, la serie che racconta la vita sul trono di Elisabetta II, che attualmente veleggia placidamente verso i 69 (!) anni di regno..
L’impazienza di tanti spettatori per questa nuova stagione è legata all’imminente entrata in scena di Lady Diana, la principessa infelice, la donna che andò in sposa al principe Carlo nel 1981 e che da quel giorno stravolse la vita della Corte inglese.
Oggi, però, voglio anticiparvi un aneddoto che risale all’anno successivo al Royal Wedding di Carlo e Diana. Un aneddoto che vedremo su Netflix, anche se il protagonista non è stato interpellato dai creatori della serie per raccontare la sua versione dei fatti.
Lui si chiama Michael Fagan ed è l’uomo che una mattina di Luglio del 1982 comparve improvvisamente al capezzale della Regina.
Nato a Clerkenwell nel 1948, fuggito di casa a 18 anni per scampare ad un padre violento, iniziò a lavorare come imbianchino e qualche anno dopo mise su famiglia con Christine, che gli diede ben quattro figli.
Un giorno, rincasato dal lavoro, non trovò traccia della moglie. Chistine aveva abbandonato lui e la prole di punto in bianco.
Disperato e probabilmente stordito da questo allontanamento, Michael perse il controllo. Una sera, dopo una grande bevuta in un pub del suo quartiere, cominciò a camminare per chilometri e chilometri, finché non si trovò davanti al muro di cinta di Buckingham Palace.
Riuscì a scalarlo, a non farsi troppo male con il filo spinato e a calarsi all’interno di uno dei cortili del palazzo. Mentre si stava arrampicando lungo una grondaia, una cameriera lo vide e avvisò la sicurezza. Quando giunsero sul posto, però, non vedendo nessuno, gli addetti pensarono che la donna avesse avuto una visione.
In realtà Fagan aveva raggiunto una finestra aperta sul tetto e si era intrufolato nel palazzo. Passò mezz’ora vagando per i corridoi, mangiando cheddar e crackers, ammirando i ritratti reali appesi ai muri e sedendo per alcuni minuti sul trono. Si scolò una mezza bottiglia di vino californiano appartenente al Principe Carlo e, dovendo espletare urgentemente i propri bisogni fisiologici e non trovando un bagno, urinò sul cibo dei corgi della Regina!
Poi, annoiato, lasciò il palazzo e se ne andò senza lasciare traccia del suo passaggio.
Un mese dopo, all’alba del 9 Luglio, ritentò l’impresa.
Questa volta scavalcò i cancelli dell’Ambassador’s Gate, dove oggi i visitatori entrano per ammirare le opere della Queen’s Gallery.
Indossava un paio di jeans, una t-shirt sporca, calzini di spugna e sandali.
Si arrampicò lungo una grondaia ed entrò senza difficoltà in una stanza la cui finestra era rimasta aperta. Si trattava della Stamp Room, la sala che ospitava la Royal Philatelic Collection, la preziosissima collezione di francobolli creata dal nonno della Regina, Giorgio V. Trovò la porta chiusa e fu costretto a scendere nuovamente nel cortile.
Un’altra grondaia gli fece raggiungere un tetto piatto. Qui, per non fare rumore, si tolse i sandali e i calzini. Alcuni addetti alle pulizie li trovarono due anni più tardi e li restituirono alla madre di Fagan.
Per raggiungere il tetto aveva dovuto faticare nel superare un sottile reticolato, impregnato di repellente contro i piccioni, che gli aveva impiastricciato le mani. Per pulirle pensò bene di utilizzare le tende di velluto della stanza.
Fagan cominciò dunque il suo giro di perlustrazione. Questa volta aveva intenzione di parlare con la Regina, per descrivere la sua situazione di padre disperato e per chiedere un aiuto.
Ovviamente, durante la sua esplorazione del palazzo, scattò più di un allarme ma, incredibilmente, gli addetti alla sicurezza li ignorarono tutti, pensando ad un malfunzionamento.
Notato un posacenere di vetro su un tavolino, Fagan tentò di infrangerlo, per mettere in tasca un frammento di vetro che l’avrebbe aiutato a rompere facilmente la rete contro i piccioni quando avrebbe lasciato il palazzo. Riuscì ovviamente a procurarsi un taglio alla mano.
Stava ancora sanguinando, quando raggiunse una porta che, a differenza delle altre, non aveva l’etichetta con il nome di un membro della famiglia reale.
Mai avrebbe pensato che quella era la stanza in cui la Regina Elisabetta stava dormendo!
Dovete sapere che ogni notte a Buckingham Palace, fuori dalla camera da letto della sovrana, c’è un poliziotto armato che monta la guardia fino alle 6 del mattino. Ha l’accortezza di indossare delle pantofole al posto degli stivali, per non disturbare.
Quando costui smonta entra in azione un valletto personale. Quella mattina, però, quando alle 7,15 Michael Fagan arrivò alla soglia della camera reale, il valletto si era allontanato per accompagnare i corgi della Regina per una breve passeggiata.
La stanza era immersa nella penombra, soltanto un po’ di luce filtrava dalla finestra. Fagan si avvicinò al letto a baldacchino e tirò la tenda.
In quel momento la Regina si svegliò, terrorizzata.
“What are you doing here?” furono le sue parole. Tentò inutilmente di chiamare la sicurezza con il telefono sul comodino e quindi uscì di corsa dal letto a piedi nudi e lasciò la stanza.
“Indossava una camicia da notte con una di quelle stampe di Liberty, lunga fino alle ginocchia” raccontò Fagan anni dopo.
Nel giro di qualche minuto giunse Paul Whybrew, un giovane domestico da pochi anni in servizio. Qui le versioni divergono: quella ufficiale dice che l’intruso fu immobilizzato a terra fino all’arrivo della polizia, mentre Fagan racconta che Whybrew lo portò fuori con gentilezza e che attesero l’arrivo delle forze dell’ordine nella dispensa, sorseggiando un bicchiere di whisky.
In ogni caso si concluse così l’intrusione più spettacolare nella storia della casa reale inglese.
Paul Whybrew, detto Tall Pall (è alto un metro e 92 centimetri), da quel giorno è l’uomo di fiducia della Regina.
Ha un appartamento privato nelle imminenti vicinanze di ognuna delle dimore della sovrana (a Windsor, Balmoral e Sandringham) e spesso viene invitato per il dopocena, per assistere ad uno spettacolo televisivo insieme alla famiglia reale.
E che fine ha fatto Michael Fagan? Dopo sei mesi in ospedale psichiatrico visse qualche momento di celebrità e incise con i Bollock Brothers una versione di “God Save The Queen”.
Poi tornò nell’anonimato, senza farsi mancare qualche condanna per reati di vario tipo, dall’assalto ad un poliziotto allo spaccio di eroina. Nel 1987 si beccò una denuncia per atti osceni in luogo pubblico, per aver girato senza pantaloni nella zona di Chingford.
Oggi ha 72 anni, ha superato un infarto e pure il coronavirus. E si rammarica moltissimo per non essere stato interpellato dai produttori di “The Crown”.
In effetti è un vero peccato, un piccolo cameo sarebbe stato un giusto riconoscimento a quest’uomo bizzarro e fuori dalle righe. Senza personaggi di questo tipo Londra non sarebbe la stessa.
“God Save Michael Fagan!”
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