Il mio Canto di Natale preferito

13 Soho Square – Tube: Tottenham Court Road

Una buona parte delle storie che racconto da ormai due anni in queste pagine nasce per caso. Da un trafiletto di un vecchio quotidiano, dal suggerimento di un lettore, da una scritta sbiadita che mi capita davanti agli occhi quando cammino per Londra, con lo sguardo immancabilmente rivolto verso l’alto.

La storia di oggi inizia qualche anno fa, quando partecipai ad un corso di illustrazione nel borgo di Sàrmede, in provincia di Treviso.

“Il paese delle fabie”, così è chiamato, è alle pendici della foresta del Cansiglio e deve la sua fama alla Scuola Internazionale d’Illustrazione e alla Mostra che si svolge ogni anno, dal 1983, proprio in questo periodo.

L’uomo che partorì questa idea meravigliosa veniva da lontano, dall’allora Cecoslovacchia, e si chiamava Štěpán Zavřel.

Pittore, illustratore e scrittore, era fuggito dalla dittatura comunista alla fine degli anni ’50 e aveva girato l’intera Europa, prima di stabilirsi a Rugolo, una minuscola frazione di Sàrmede, nel 1968.

Qui aveva costruito negli anni, con l’aiuto degli amici, una casa-laboratorio sempre più ampia e sempre più simile nei colori e nelle forme alle geometrie delle sue illustrazioni.

L’anno scorso, in una sera di giugno, sono stato ospite di questo luogo unico e ho percepito in maniera molto forte lo spirito del suo iniziatore, nonostante egli ci abbia lasciato ormai 20 anni fa. In piccolo, si può paragonarla alla Sagrada Familia di Gaudì.

Affascinato dal luogo, cominciai ad approfondire la figura di Zavřel e scoprii che per qualche anno anche la città di Londra fu casa sua, la tappa immediatamente precedente al definitivo trasloco a Rugolo.

“Dal 1965 al 1968, dirige a Londra la sezione del film animato dello Studio Richard Williams” : così si legge nella sua biografia. Nient’altro.

E allora, per saperne di più, mi sono rimboccato le maniche. Le mie ricerche mi hanno portato al numero 13 di Soho Square, una piazza che attraverso spesso e volentieri quando sono in città. Molti luoghi di cui ho già scritto sono a pochi passi.

Qui, negli stessi anni in cui Štěpán Zavřel lasciava la Cecoslovacchia, si stabiliva un altro artista: si chiamava Richard Williams, veniva dal Canada e in pochi anni sarebbe diventato un maestro del cinema di animazione. Come detto, Zavřel lavorò nella sede di Soho Square per tre anni.

La fotografia seguente ritrae Richard Williams al tavolo di lavoro e accanto a lui il grande attore americano Vincent Price. Stanno cercando nuove idee per “The Thief and the Cobbler”, film (incompiuto) che è entrato nel Guinness dei primati per la lavorazione più lunga di tutta la storia del cinema (31 anni!).

Nella sua carriera Williams ha creato centinaia di sequenze animate per il mondo della pubblicità, disegnato i titoli di testa di “What’s New Pussycat”, ha dato vita alla Pantera Rosa in due episodi della saga con Peter Sellers nella parte di Clouseau, ha creato spezzoni geniali per “The Charge of the Light Brigade”.

Al giorno d’oggi, il computer è uno strumento imprescindibile per chi crea il cinema di animazione. Nascono lavori perfetti, impeccabili, con effetti sempre più realistici. Cinquant’anni fa, invece, tutto veniva fatto a mano, tavola dopo tavola, fotogramma dopo fotogramma. Questo speciale del 1966 spiega molto bene l’enorme lavoro che c’era dietro pochi minuti di filmato.

Il punto più alto della carriera di Richard Williams, in termini di prestigio, furono certamente nel 1989 i due Oscar per “Chi ha incastrato Roger Rabbit”.

All’epoca, proprio per lavorare al blockbuster diretto da Robert Zemeckis, Williams e il suo team lasciarono per sempre il numero di 13 di Soho Square e si trasferirono a Camden Town, in un edificio più grande.

A mio parere, però, il suo capolavoro è un altro, datato 1971 e realizzato interamente nella vecchia sede.

E’ una delle innumerevoli versioni del “Canto di Natale” di Charles Dickens.

Fedele allo spirito del racconto, in alcuni momenti deliziosamente spaventoso, il cortometraggio di Richard Williams è un Canto di Natale che ritorna all’origine: è una storia di spettri, di quelle che una volta si raccontavano per ricordare chi non c’è più.

Dal punto di vista cinematografico, poi, è una gioia per gli occhi, così ricco di movimenti di macchina inconsueti e di abili carrellate, come ad esempio la sequenza iniziale che ci fa entrare nell’ufficio malridotto di Ebenezer Scrooge…

Eccolo qui, il Canto di Natale di Richard Williams! Non vi resta che godervelo.

E… buon Natale a tutti!

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