L’ultima lanternista

Prato della Valle, 1/A – Padova, Italia

“E mentre anch’egli il suo Signore aspetta;
Che ritorni alla Patria del Levante,
Per divertir la santa giovanetta,
E le amabili sue compagne sante,
Forma un’industriosa macchinetta,
Che mostra all’occhio maraviglie tante,
Ed in virtù degli ottici cristalli
Anche le mosche fa parer cavalli.”

(Carlo Goldoni)

E’ la terza domenica del mese e, come da tradizione, il Prato della Valle ospita il mercato dell’antiquariato. Incurante dei libri e dei vecchi oggetti che ricoprono i banchi, mi dirigo verso l’angolo della piazza in cui sfocia via Umberto I, dove sorge palazzo Angeli. Ho appuntamento con la creatrice di un piccolo, grande gioiello. Laura Minici Zotti mi attende nel suo studio dalle pareti colme di libri ed è piuttosto incuriosita dalla mia richiesta di un incontro, che le ho fatto dopo aver visitato la scorsa settimana il Museo del Precinema.

“Tutto iniziò il giorno in cui scoprii nella soffitta della mia casa veneziana una vecchia lanterna magica ed una grande scatola di vetri da proiezione. La prima immagine che proiettai fu quella della fanciulla con la candela e la mia meraviglia fu tale da spingermi pian piano a imparare il mestiere scomparso di lanternista. La sera facevo delle proiezioni in casa per i miei amici e anche loro rimanevano immancabilmente rapiti dalla bellezza delle immagini che comparivano nel buio della stanza.”

Laura Minici Zotti inizia così il suo racconto, descrivendo lo stupore e la meraviglia di una scoperta di tanti anni fa, ed è visibile la commozione con cui parla ancor oggi del giorno in cui proiettò quel primo vetro.

Un doppio filo lega la sua passione per la lanterna magica e per il precinema alla città di Londra. Nella mia visita di una settimana fa, infatti, mi sono reso conto che buona parte delle meraviglie esposte nelle bacheche del museo proviene da oltremanica, in particolare dalla capitale. E’ anche per questo che ho voluto incontrare la proprietaria del museo: per parlare di Londra.

In questa foto la signora Minici Zotti posa accanto a due lanterne: quella più a sinistra è proprio la stessa lanterna che rinvenne nella soffitta di casa e quella accanto è la sua gemella. Entrambe sono opera di una ditta londinese, W. C. Hughes.

“Sul lato della lanterna c’era una piccola targhetta, che recava la scritta ‘W. C. Hughes – 82 Mortimer Road – London’… proposi a mio figlio di partire per Londra e di recarsi a quell’indirizzo, per scoprire se la ditta esistesse ancora oppure no. Arrivato al numero 82 di Mortimer Road, bussò alla porta. Venne ad aprire la padrona di casa che gli disse che la ditta Hughes non era più lì e che aveva chiuso i battenti da tempo.”

In effetti, dopo la morte del suo fondatore nel 1908, la società aveva proseguito la sua attività in Mortimer Road fino al 1933, per poi trasferirsi al 132 di Englefield Road e chiudere definitivamente 5 anni dopo. Apro una breve parentesi: l’ultima sede della ditta Hughes era nello stesso edificio dove visse fino alla morte George Leybourne, artista di music hall e autore della deliziosa “Champagne Charlie”. Godetevela, nella versione di Tommy Trinder

“Nonostante l’insuccesso con la fabbrica Hugues ero ormai determinata a indagare fino in fondo e a scoprire a Londra le tracce dei costruttori di lanterne magiche e dei produttori di quei vetri dipinti che tanto mi affascinavano. Un buon 70% di quello che è esposto qui al museo proviene dall’Inghilterra. D’altra parte erano le migliori lanterne, fatte di legno pregiato, e i vetri erano di eccellente qualità. Lei deve pensare che un vetro misura 8 per 8 centimetri e che io li proiettavo su schermi di 8 per 8 metri senza alcuna perdita di definizione!”

La tenacia della signora Minici Zotti e la passione con cui racconta questi aneddoti mi conquistano, forse perché anch’io condivido con lei il piacere di guardare al passato per far riafforare storie e oggetti colpevolmente sepolti dallo scorrere del tempo.

“Sono anch’io innamorata di Londra, se non avessi questa veneranda età ci andrei ad abitare. Ci vado spesso, più volte all’anno, per partecipare ad un’asta o per uno dei meeting della Magic Lantern Society di cui faccio parte. E mi sento sempre a casa.”

“Fino a qualche anno fa frequentavo i mercatini, perché lì con un po’ di fortuna e di tenacia si scovavano ancora dei preziosi vetri da proiezione. Purtroppo da alcuni anni non si trova più nulla. Ricordo il mercato di Bermondsey, che apriva prestissimo e che io e mio figlio abbiamo visitato più volte alle 4 del mattino. Patendo un freddo micidiale, spesso attendevamo l’apertura per non rischiare di perdere gli affari migliori e intanto ci scaldavamo mangiando una jacket potato!”

Ah, le jacket potatoes, una delle mie passioni! Interrompo la signora Minici Zotti per avvisarla che qui a Padova, in piazza Castello, c’è un locale che le cucina molto bene, nel caso volesse riprovare l’esperienza…

“Le lanterne magiche, invece, le ho sempre acquistate tramite le aste. Ne ricordo una in particolare: una sera mi avvertirono con una telefonata che il giorno successivo, a mezzogiorno, sarebbe stata battuta all’asta una lanterna tripla in un filiale di Christie’s di una cittadina appena fuori Londra. Non me lo feci ripetere. La mattina seguente, alle 4 e mezza, ero già in aeroporto a Venezia, presi il primo volo e giunsi in tempo per l’asta. La lanterna tripla fu mia!”

“Le aste possono far spendere cifre enormi, d’altra parte: 40 anni fa sborsai ben 1.200.000 lire per tre vetri fotografici che mi ero intestardita ad avere, mi servivano per fare una dissolvenza in un bosco, dal giorno al pomeriggio alla notte…”

“Un altro aneddoto divertente riguarda una caduta che feci a bordo della nave che mi riportava da Dover a Calais. A Londra avevo acquistato una lanterna doppia che mi sarebbe servita per le dissolvenze. Purtroppo caddi su una scala di ferro della nave, venni soccorsa dal comandante e mi rialzai in piedi. Non ero però in grado, dolorante com’ero, di trasportare il mio bagaglio e soprattutto la lanterna, che era molto pesante. In più a quei tempi c’era la dogana, dove avrebbero fatto mille domande su questa lanterna acquistata a Londra, portata in Francia, da un’italiana… Insomma avrei rischiato qualche contrattempo. Per fortuna intervenne il capitano, che disse ai doganieri una frase da film: ‘La signora è con me’. E così devo ringraziare quella caduta rovinosa!”

“La lanterna magica è una meraviglia, facendo esperienza ho imparato negli anni a capire bene quanto un’immagine deve restare sullo schermo. Parlo di attimi, di secondi, perché ad esempio so per certo che quella particolare immagine interessa il pubblico. Altre invece so benissimo che è bene levarle, non lasciarle troppo perché altrimenti annoiano la gente. In un’epoca come questa in cui la tecnologia ci ha abituati alla velocità, alle immagini che volano via, pensiamo a che tempi enormemente più lenti sono quelli della lanterna magica: i vetri bisogna metterli, toglierli, bisogna muoverli… che tempi lunghi! Eppure la gente si stupisce ancora oggi e resta ammaliata dagli spettacoli di lanterna magica.”

Colmo di riconoscenza per la bellissima chiacchierata, saluto Laura Minici Zotti e lo staff del Museo, ripromettendomi di tornare di tanto in tanto. Tutta questa magica bellezza fa bene all’anima, ve lo assicuro!

Per chiudere, vi racconto con qualche immagine la mia visita di una settimana fa al Museo del Precinema. Non soltanto lanterne magiche e vetri ma una ricchissima collezione di oggetti, di strumenti e giochi ottici, che spesso portano nomi strani: taumatropio, zogroscopio, pantoscopio, poliorama panoptico, peep egg, camera chiara e camera oscura, …

Il Museo del Precinema è una piccola, grande Wunderkammer che rapisce il visitatore di ogni età. Poco dopo l’ingresso è allestito un teatrino, dove un filmato di 15 minuti introduce gli spettatori al mondo della lanterna magica.

Sono esposti vetri magnifici, come i seguenti, tratti dal ‘Canto di Natale‘ di Charles Dickens.

Un poliorama panoptico, completo di vedute tra cui una del Parlamento inglese.

Indovinelli piuttosto astrusi…

Il seguente diorama raffigura l’incoronazione della regina Elisabetta II. Avvicinandosi alla fessura al centro dell’Admiralty Arch si può osservare tutto il Mall, con Buckingham Palace sullo sfondo.

St Paul’s Cathedral, ammirata attraverso uno specchio che riflette un’immagine rovesciata e regala l’impressione di una terza dimensione, mentre si sposta lo sguardo da sinistra a destra.

Un designoscope, simile al caleidoscopio, proveniente da Londra, XIX secolo. Accanto ad esso due esempi di peep eggs.

Una rappresentazione del Monument.

Strani oggetti, che contengono microfotografie di paesaggi e nudi.

Uno specchio di Dollond, astronomo e ottico londinese del ‘700.

Cinque vetri di grandi dimensioni, datati 1858, dipinti da Thomas Clare e che venivano proiettati con una lanterna particolare alla Royal Polytechnic Institution (che divenne poi l’attuale University of Westminster). La prima immagine rappresenta un banchetto nel palazzo reale di Hampton Court.

Infine le fantasmagorie, che erano una versione di lanterna magica che proiettava immagini spaventose, come scheletri demoni o fantasmi, spesso aiutandosi con effetti di fumo sapientemente creati e rumori adeguatamente inquietanti.

Museo del Precinema – Collezione Minici Zotti

Prato della Valle 1/A
Palazzo Angeli
35123 Padova (PD) Italia

Aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 16:00
Chiuso il martedì

 

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